lunedì 25 dicembre 2017

Sugli auguri di Natale e fine anno

Il rito degli auguri iniziava a fine novembre con l'andare in cartoleria per scegliere le cartoline augurali, trovare il messaggino più simpatico  e soprattutto ricordarsi il numero approssimativo di quanti acquistarne.
La fermata successiva era dal tabaccaio sotto casa per comprare i francobolli.
Il rito poi trovava la sua continuazione a casa, dove, attorno a un tavolo, si discuteva, spesso animatamente, su chi meritava di ricevere il nostro biglietto di auguri.
Si prendeva la scatola dove erano conservati gli auguri ricevuti l'anno prima e si faceva la cernita.
Questo si, questo no. Non ci dimentichiamo di questo, a questo manco se muore e così via.
Individuati, quindi, i fortunati e meritevoli destinatari, si iniziava a litigare su chi dovesse scriverli.
La ricerca su chi aveva una bella scrittura era operazione complicata, visto che tutti negavano di saper scrivere bene.
Si facevano le prove, si scriveva il messaggio augurale, si correggeva, si affinava e finalmente dopo un paio d'ore si dava il via alla scittura dell'augurio e dell'indirizzo sulla busta.
Nel frattempo qualcuno si era incaricato di attaccare il francobollo nella giusta posizione.
Finalmente tutto era pronto.
Mancava l'ultimo dettaglio, individuare chi li portava ad impostare?
Risolto anche questo compito, affidato di norma a chi aveva raggiunto l'altezza necessaria per arrivare al buco della cassetta, si potevano iniziare gli altri riti tipici delle festività natalizi.
Dove mangiamo? che prepariamo da mangiare? che regali? Tutto concluso con l'identica frase che ci si ripete da tempo immemorabile "Non facciamo come l'anno scorso che fino a capodanno abbiamo mangiato quello che è  è rimasto a Natale".
Oggi?
Con gli sms e whatsapp è tutto più semplice, in teoria tutto più diretto.
Invii e ricevi migliaia di messaggi augurali, tutti uguali, tutti poetici e romantici.
A nostro confronto Prevert o Neruda fanno la figura di adolescenti.
Te ne accorgi quando li ricevi
  • quelli che non mettono il nome e non avendo tu il numero in rubrica ti chiedi "cu cazzu e?";
  • quelli che avendo il tuo nome in più gruppi ti inviano lo stesso messaggio due, tre volte, anche quattro;
  • quelli che riportano una frase importante e te la spacciano per loro;
  • quelli che sembrano scritti da Papa Francesco;
  • quelli che ti arrivano da persone che hai visto una sola volta nella vita e non ricordi nemmeno per quale strana ragione hanno il tuo numero di cellulare;
  • quelli di persone che hai o ti hanno mandato a fanculo e di cui non ti importa nulla;
  • quelli di cui ti ricordi l'esistenza solo a Natale o a Pasqua.

Potrei continuare ancora per molto ma preferisco chiuderla qua.
In che modo?
Augurando a chi legge questa breve nota (e solo a voi) serene feste, fatte di cose belle e vere.

Nb. Erano più graditi e sinceri gli auguri che ti consegnava il postino, che, credo a differenza di tutti,odiava queste feste.



martedì 14 novembre 2017

Io sono io e voi non siete un c.........

All'indomani dell'eliminazione dell'Italia dai Mondiali di Russia 2018, tutti i giornali sono pieni di analisi sui motivi di questa debacle. Alle analisi si unisce il consiglio a Tavecchio, (presidente della FIGC) e a Ventura (commissario tecnico della nazionale) di rassegnare le dimissioni.
La cosa mi fa sorridere. 
Fossimo stati in un paese normale, le loro dimissioni sarebbero state la cosa più naturale  ma siamo in Italia: Paese nel quale le dimissioni, per paura che possano essere accolte, non le ha dato nessuno. Mai!
Io non so come finirà e sicuramente non ci perderò il sonno, penso, però, che le loro dimissioni sarebbero stato un atto di rispetto nei riguardi degli sportivi italiani. Tutti.
Il non darle sia nel mondo del calcio, cosi come in tutti gli altri ambiti della vita è paradigmatico del modo con il quale si interpretano le responsabilità pubbliche.
Per dirla con il Marchese del Grillo "io, sono io e voi non siete un cazzo".

giovedì 9 novembre 2017

Da carnefici a vittime andata e ritorno.

Leggo i post sui i diversi social di molti deputati uscenti e non rieletti.
Un filo rosso li lega: quello di indicare nei "giuda" e nel combinato disposto tra dirigenze regionali e nazionali la responsabilità del loro insuccesso elettorale.
Comprendo che le sconfitte bruciano, che perdere uno scranno parlamentare è molto doloroso ma prima di addossare agli altri la responsabilità si facessero un esame di coscienza.  (Approfondito, però)
Molto belli da leggere sono, inoltre, i commenti degli estimatori.
I nostri poveri ex deputati sono dipinti come degli arcangeli, senza macchia e paura,  impegnati a combattere il malaffare, la mala politica, il sottosviluppo e le esclusioni sociali.
Sarà. (non ne sono molto convinto)
Non ce ne siamo accorti.
Quello che mi chiedo è se gli emeriti deputati (nel senso di ex) quando sono stati eletti per la prima volta, sconfiggendo i loro competitor, avranno immaginato di poter essere indicati quali giuda o quali congiurati che hanno pugnalato alle spalle?
Nella vita, come in politica si vince e si perde. Se ne facessero una ragione.
Da carnefici a vittime, andata e ritorno.

domenica 22 ottobre 2017

E' solo colpa di Crocetta?

La parabola del presidente Crocetta è ormai giunta al capolinea (ogni notte, anche la più buia e tragica ha la sua alba).
Oggi tutti a parlare di questa esperienza come la pagina più brutta della storia recente della nostra Sicilia.
Crocetta ha le sue colpe (e non sono poche) ma non possiamo dimenticare tutti coloro che, in questo viaggio lungo cinque anni, lo hanno accompagnato.
Sono così tanti che ricordarli è veramente un'impresa da Pico della Mirandola.
Presuntuosamente, voglio provarci.
Scusandomi se ne dimentico qualcuno.
Un piccola avvertenza ho considerato solo le persone fisiche, nel senso che se qualcuno ha retto nel tempo due assessorati è considerato solo una volta.
Antonello Cracolici, Rosaria Barresi, Antonino Caleca, Dario Cartabellotta, Ezechia Reale, Maria Lo Bello, Marcella Maria Concetta Castronovo, Linda Calogera Vancheri, Annunziata Luisa Lantieri, Giovanni Pistorio, Patrizia Valenti, Carlo Vermiglio, Pina Furnari, Antonio Purpura, Mariarita Sgarlata, Antonino Zichichi, Alessandro Baccei, Roberto Agnello, Francesca Basilico D'Amelio, Luca Bianchi, Vania Contrafatto, Salvatore Calleri, Nicolò Marino, Carmecita Mangano, Esterina Bonafede, Giuseppe Bruno, Bruno Caruso, Gianluca Miccichè, Antonino Bartolotta, Giovanni Battista Pizzo, Domenico Torrisi, Nella Scilabra, Lucia Borsellino, Baldassare Gucciardi, Maurizio Croce, Piergiorgio Gerratana, Francesco Battiato, Cleo Li Calzi, Michela Stancheris, Antony Barbagallo, Aurora Notarianni, Luigi Bosco, Bruno Marziano.
Alcuni di questi hanno deciso di ricandidarsi.
Speriamo che la memoria non inganni gli elettori.


lunedì 2 ottobre 2017

Elezioni presidente della Sicilia: alla ricerca del sondaggio perduto.

Tempo di  elezioni, tempo di sondaggi.
Ormai è prassi consolidata di candidati e di liste commissionare sondaggi, da utilizzare nella campagna elettorale per  dare fiducia ai propri sostenitori, per impaurire gli avversari ma soprattutto per indicare agli elettori che il loro voto è utile per vincere.
Il risultato è che negli ultimi anni i sondaggi non ci azzeccano più.
È successo per la brexit, per le presidenziali americane, per il referendum costituzionale dello scorso dicembre. È lecito chiedersi perché dovrebbero essere affidabili quelli per le regionali siciliani?
Lungi da me mettere in discussione lo strumento dei sondaggi ma sarebbe scientificamente corretto che le società incaricate di effettuarli  spiegassero:
A) la metodologia scelta;
B) l'individuazione del campione;
C) la rappresentatività del campione.
D) le domande poste agli intervistati
I risultati dell'indagine, infatti, non sono neutri rispetto al metodo che viene adottato per effettuarlo.
Se la tua ricerca è effettuata con interviste telefoniche è evidente che si deve mettere nel conto che è difficile incrociare i giovani e che molte famiglie hanno deciso di disdire l'abbonamento al telefono fisso.
Cosi come se le interviste sono effettuate via internet è evidente che in Sicilia si sconta la poca diffusione del web soprattutto tra le persone che hanno superato i 60 anni.
Le interviste fatte personalmente (altra metodologia utilizzata nella ricerca sociale) hanno costi elevati e sono poco utilizzati, almeno in questa fase
È evidente, quindi, che il sondaggio fotografa una tendenza non un risultato.
Sbandierare i sondaggi quale garanzia di vittoria significa mentire sapendo di mentire ma soprattutto prendere per i fondelli gli elettori siciliani.
Credo che dopo cinque anni di Crocetta questo non ce lo meritiamo

domenica 1 ottobre 2017

A lungo andare la corda si spezza. Sempre

Le vicende di queste ultime settimane che hanno riguardato (e continuano e continueranno a riguardare) la compagnia aerea Ryanair, credo rappresentino un caso di scuola che andrebbe attentamente analizzato.
Si tratta, infatti, della dimostrazione che la corda del liberismo sfrenato, dello sfruttamento della manodopera, del considerare il lavoratore un mero ingranaggio della catena produttiva prima o dopo si spezza.
E quando ciò accade i risultati per i padroni sono sempre drammatici.
Oggi è accaduto con i piloti di Ryanair ma non è difficile immaginare che domani accadrà con i lavoratori dei magazzini di Amazon e poi ancora con gli operatori dei call center sparsi nelle zone più povere del pianeta.
Non comprendere che il rispetto della propria dignità in qualunque situazione essa si esplicita è prima ancora che un diritto, una condizione essenziale di vita. 
Non rispettare la dignità di ciascuno significa ricondurre l'uomo a macchina senza capacità di pensiero.
Significa non avere capito nulla della storia degli uomini. 
Del loro bisogno di libertà, della loro voglia di migliorare la propria condizione di vita, dell'insopprimibile desiderio di garantire a se stessi e ai propri figli un futuro migliore.
Se lo ricordino i tanti liberisti in salsa italiana.
Se lo ricordino coloro che ritengono che diritti e tutela appartengono al secolo passato e sono parole vuote dii significato
Sappiano che diritti e tutele non si coniugano al passato e che le loro uniche declinazioni sono al presente e al futuro.

giovedì 21 settembre 2017

Se un terzo dei deputati dell'Ars cambia cavallo

I giornali ci informano che negli scorsi giorni ben 29 deputati dell'Assemblea Regionale Siciliana hanno cambiato Gruppo Parlamentare.
Molti di questi hanno persino dato vita a nuovi gruppi dagli improbabili nomi, che guarda caso si trasformeranno in simboli e liste elettorali
E' stato un travaso da un partito a un altro, da un movimento a un altro.Tutto studiato a tavolino con certosina precisione da farmacista.
Non è difficile scoprire che questo rimescolamento di carta è finalizzato ad aggirare le leggi elettorali che impongono l'obbligo di raccogliere un certo numero di firme per la presentazione delle liste in previsione della prossima competizione elettorale per l'elezione del presidente della regione e del rinnovo dell'Assemblea Regionale Siciliana a coloro che non risultano avere rappresentanza al suo interno.
Il risultato è che non incorreranno nello scivolone occorso al M5S per la presentazione della lista per il rinnovo del Consiglio comunale di Palermo e che non affronteranno le forche caudine dei tavoli e dei gazebo. (tutto più semplice. No?)
Non credo che ci faccia una bella figura un parlamento che vota una legge e poi l'aggira, garantendo a tutte le liste di appoggio ai candidati presidenti e in particolare Micari e Musumeci di avere accesso diretto alla competizione elettorale.
Il populismo è una brutta bestia che si nutre dei comportamenti della classe politica.
Non sorprendiamoci che tutti i sondaggi fin qui elaborati sono concordi nell'indicare che il 50% degli elettori siciliani il 5 novembre preferirà restare a casa che non recarsi alle urne.

Senza titolo perché a leggere i post di Crocetta c'è da restare senza parole

Nel leggere il post pubblicato dall'ancora per poco (per fortuna) presidente della regione sulla sua pagina Facebook relativo alla candidatura del fratello di Lino Leanza quale capolista del Megafono, mi sono augurato che non esista nulla oltre vita terrena.
Lino sarebbe oltremodo imbarazzato nel vedere la patetica sceneggiata imbastita da Crocetta utilizzando il suo nome.
Riposa in pace Lino.

domenica 10 settembre 2017

Quando l'uomo nero ti porta via

Stamane al supermercato ho assistito a una scena che desidero socializzare nella speranza e con l'augurio che in futuro ciò che ho visto non abbia a ripetersi.
Come sempre all'ingresso sostano dei giovani immigrati africani che in cambio degli spiccioli inseriti nel carrello aiutano a sistemare quanto acquistato in macchina.
Nulla di invadente e richiesta fatta sempre con il sorriso e il massimo rispetto.
Una signora, invece, evidentemente molto contrariata dal figlioletto che non voleva sentirne di scendere dalle giostrine poste all'interno del supermercato, ha trovato il modo per convincerlo.
Ha fatto avvicinare il giovane immigrato e indicandolo al bambino lo ha minacciato dicendo che se non fosse sceso immediatamente il "negro" se lo sarebbe portato via.
Avreste dovuto vedere i lacrimoni di quella povera creatura e il salto compiuto per gettarsi tra le braccia della madre, che, tutta sorridente, poteva, finalmente, uscire dal supermercato.
Mi chiedo se e quando crescendo, il bambino dimenticherà ciò che sua madre (la persona, forse, di cui si fidava di più) una domenica mattina gli disse in un supermercato e cioè che un "negro" lo avrebbe portato via se avesse continuato a non ubbidire.
La strada per superare e non instillare nei nostri figli la paura del diverso è ancora lunga e tutta in salita.
Ed è tutta dentro di noi.

martedì 5 settembre 2017

La sinistra, le sinistre e la vittoria

Non credo che la sinistra e la destra siano diventate "uguali".
Esiste ancora la destra, esiste ancoravla sinistra.
Troppe le differenze, troppe le cose che le dividono, diverse le prospettive e i progetti di futuro che esse propongono.
Semplice, no?
Riflettendo, però,  in maniera più approfondita, si scopre che esiste la destra, la destra populista, la destra reazionaria, la destra neofascista, la destra moderata, la destra liberista,  la destra sociale.
Esiste anche la sinistra, la sinistra riformista, la sinistra riformatrice, la sinistra leninista, la sinistra moderata, la sinistra socialista, la sinistra antagonista, la sinistra incazzata, la sinistra identitaria, la sinistra rivoluzionaria, la sinistra marxista, quella alfaniana, la sinistra trotzkista, maoista, terzointernazionalista, socialdemocratica, prudoniana , liberale, sindacale, sinistra-sinistra, la sinistra della terza via,  sonopiudisinistraioditutti.
Ognuna delle quali ritiene di essere depositaria della verità e ciò che più conta ognuna di essa ritiene di non doversi contaminare con le altre sinistre, considerate non avversarie ma addirittura nemiche.
Se guardiamo alla storia, hanno fatto più danno alla sinistra le sinistre che non la destra o le destre.
Siamo campioni del farci del male, godiamo della sconfitta delle sinistre alle quali non apparteniamo.
Preferiamo che vinca la destra o le destre che non una delle sinistre possibili.
Una volta quando si chiedeva cosa fosse la sinistra c'era sempre qualcuno che rispondeva che è quella parte politica che dice la stessa cosa della destra ma con 15\20 anni di ritardo.
Falso!  Spesso impieghiamo meno tempo meno tempo per dirle. 
Anche con queste premesse, sono convinto, che, la sinistra, tutte le sinistre, anche quelle sconfitte dalla storia esisteranno sempre. Perché il bisogno di giustizia, di libertà, di democrazia sono nel dna degli uomini.
La sinistra esisterà sempre ma non vincerà mai.
Ecchecazzo!!!!

venerdì 1 settembre 2017

Claudio Fava e i cattivi che non lo vollero cinque anni fa

Ho letto l'intervista rilasciata ieri da Claudio Fava al Fatto Quotidiano
Ho ritrovato nelle sue parole la sua proverbiale "spacchiusaggene" che ne hanno fatto un personaggio "amatissimo" a sinistra.
Dalla sua ha soltanto la notorietà dovuta più alle sue indubbie capacità di scrittore che di quanto fatto da uomo impegnato in politica.
Nessuno ricorda un suo intervento propositivo, un impegno portato a compimento, un gesto a favore dei più deboli.
Eppure ha avuto (resta un mistero come sia riuscito ad averne) tante opportunità per farne di cose.
Ora a distanza di 5 anni ci riprova.
Concorrerà per la presidenza della regione.
Il deputato eletto in Lombardia dichiara la sua disponibilità a contribuire a una nuova rivoluzione siciliana (come se quella di Crocetta non ci bastasse e avanzasse).
Una cosa, più di altre mi ha colpito.
Fava rispondendo a una domanda del giornalista afferma che "cinque anni fa mi fu impedito di candidarmi".
Una cosa del genere detta dal vice presidente della commissione antimafia fa rabbrividire.
Come può dire una cosa del genere? Come può affermare che il mancato rispetto degli obblighi e dei requisiti imposti dalla legge elettorale siciliana abbia rappresentato una scelta discrezionale per impedirgli di candidarsi?
Dovrebbe essere felice di quella impossibilità imposta dalla legge (legge, si ricordi signor Fava, legge! Alla quale tutti sono obbligati a sottostare. Anche lei!) 
Le evitò, allora, una mala figura intergalattica. 
Si consoli, però, il tempo è galantuomo.
Il 5 di novembre, residenza permettendo, avrà modo di farla la sua mala figura.
E credo che dopo la sua intervista, la meriti tutta.
 

Il tour (in treno) di Renzi per ascoltare l'Italia


Renzi ha annunciato che a fine settembre inizierà un tour in treno per tutta l'Italia per ascoltare il nostro meraviglioso paese.
Sarebbe opportuno che qualcuno gli consigliasse che arrivato a Messina invece del treno usasse un pullman o facesse l'autostop.
Con le ferrovie che ci ritroviamo rischierebbe di ascoltare i figli dei nostri figli.

giovedì 31 agosto 2017

Crocetta, la politica, i sentimenti, la compassione

Spesso i sentimenti che suscitano i politici sono tra loro contrastanti: si va dall'invidia alla rabbia. Dal considerarli disonesti per definizione, al ritenerli solo e semplicemente "cosa inutile".
Mai avrei immaginato di trovarmi nella condizione di dover provare per un uomo politico un senso di compassione.
Parlo di quel sentimento che si nutre per i derelitti della terra, per gli ultimi, per coloro che hanno ormai poco da vivere.
È questo lo stato d'animo che provo per Crocetta e per tutta quella corte dei miracoli che in questi 5 anni hanno vissuto accanto a lui e soprattutto sono "pasciuti" grazie a lui.
Oggi più che mai mi appare quanto mai veritiero quel detto che vuole il tempo essere galantuomo.
Cinque anni fa, il gelese fu beneficiato da quel politico di gran fiuto che porta il nome di Miccichè, oggi se avesse un tantino di naso capirebbe che la sua storia politica è giunta al capolinea.
Dovrebbe comprendere che il suo galleggiare nel mare della politica siciliana non è stato dovuta alla sua capacità amministrativa ma molto più prosaicamente all'attaccamento alla poltrona da parte degli altri.
A partire dal PD che ha riempito le segreterie particolari degli assessori con propri uomini, garantendo loro (a spese nostre) stipendi e prebende. 
La festa è finita. Il 5 novembre si vota (a scadenza naturale) e ciascuno va per la sua strada, ignorando le grida di dolore di Crocetta.
Il quale, pateticamente, rivendica per il  suo Megafono e per le sue scarpe da tennis la natura autenticamente rivoluzionaria.
Peccato che nessuno di noi se ne sia accorto.
Mi fa pena per il fatto che ancora non si sia reso conto di quanto sia sgradita la sua presidenza.
Spesso i politici perdono il contatto con la realtà, vivono in un mondo surreale creato ad arte dagli amici più intimi dissimulando la triste e dura realtà.
Come si usa, del resto, fare con quei parenti ammalati, cui si nasconde la gravità della patologia della quale soffrono. 
Sarà triste per lui (anche per questo suscita compassione) scoprire  che la maggioranza dei siciliani il 6 novembre prima ancora del nuovo presidente, festeggeranno il fatto che a presiedere il governo regionale non ci sia più lui.

martedì 29 agosto 2017

Coerenza? Ma mi faccia il Crocetta. Il Pd siciliano e il senso del ridicolo.

Leggo che il Presidente Crocetta ha indetto per domani (31 agosto) una conferenza stampa per fare conoscere all'opinione pubblica mondiale il suo pensiero sulle prossime elezioni regionali.
Sicuramente avrà capito che la parola "discontinuità" per lui ha un significato amaro e, forse, ingiusto.
Il significato che la sua folle (almeno per noi) corsa è giunta al capolinea,
Il dramma è che nessun dirigente del Pd ha avuto il coraggio di dirglielo apertamente.
Il dramma è per noi capire cosa significa discontinuità con l'era Crocetta quando due autorevoli dirigenti del Pd (sono stati capogrupppo all'Ars) continuano a restare in giunta di Governo, uno quale assessore all'agricoltura, l'altro alla sanità.
Non dimenticando nemmeno le decine di assessori "suggeriti" dal Pd che in questi cinque anni crocettiani si sono succeduti.
In politica ci sono valori che sia a destra che a sinistra, dovrebbero valere sempre, prima tra tutti la coerenza.
La coerenza con la propria storia, la coerenza tra ciò che si dice e ciò che si fa.
L'altra grande qualità è la capacità di assumersi le proprie responsabilità, riconoscendo, se necessario, i propri errori.
Solo da questo si può ripartire per conquistare la fiducia e la stima dell'elettorato.
Purtroppo, nel Pd non vedo nulla di questo.
Nelle dichiarazione degli autorevoli dirigenti del Pd leggo il maldestro tentativo di scaricare sugli altri il fardello di una sconfitta.
Non vi è un'analisi seria e compiuta di questi cinque anni di governo, sì presieduti da Crocetta ma sostenuti con i voti del Pd.
No. Non funziona così! 
Non può essere che tutte le minchiate le abbia fatto Crocetta e le (pochissime) cose buone le abbia fatto il Pd.
Non può funzionare.
Credete veramente che i siciliani vi diano ascolto? 
Pensarlo è grave ma molto più grave è crederlo. Tanto da rendersi quasi ridicoli.
Sono convinto, purtroppo, che il gruppo dirigente del Pd crede che sia proprio così.


lunedì 28 agosto 2017

Votare prima di tutto


Con l'ufficializzazione della candidatura del prof. Micari, si va, quindi, delineando il quadro definitivo dei competitori alle prossime elezioni regionali siciliane.
Non sono interessato, in questa sede, ai nomi, agli eventuali ticket o alle coalizioni  che si stanno determinando e che si determineranno nei prossimi giorni.
Ciò che ora diventa importante è che le forze politiche e i candidati dicano cosa intendono fare per riportare a votare i siciliani.
Se si esclude, infatti, il referendum costituzionale dello scorso dicembre, quasi il 50% degli aventi diritto al voto ha preferito nelle diverse tornate elettorali restare a casa che recarsi alle urne.
La disaffezione al voto non dipende dal destino cinico e baro ma dallo spettacolo che una politica, spesso, indecente ha dato di se stessa.
Ormai è forte la consapevolezza che uno schieramento valga l'altro e chiunque vinca non cambierà nulla.
Consapevolezza ulteriormente rafforzata dai cinque anni di rivoluzione crocettiana, che, speriamo, sia consegnata alla storia.
Ora tocca a voi candidati dare senso alla politica e conseguentemente alla competizione elettorale e riportare i siciliani a votare.
Sarebbe questa una prima e grande vittoria per la nostra Sicilia.

sabato 26 agosto 2017

Appello all'unità per la lotta al populismo e alle destre dei segretari provinciali del PD.

Sono queste ore frenetiche per il centrosinistra alle prese con la ricerca del candidato presidente da proporre il prossimo 5 novembre.
Si susseguono incontri, dichiarazioni, messaggi cifrati e tanto altro.
In ultimo è arrivato il comunicato dei segretari provinciali del PD (lo scrivo maiuscolo per il rispetto che, a differenza di molti di loro, nutro nei confronti della politica e nel ruolo che la Costituzione affida ai partiti) rivolto ai compagni di Mdp e di Si affinché ritornino sui loro passi e condividano la scelta del rettore dell'universitá di Palermo candidato e di Alfano quale alleato.
Il rischio, sostengono, che arrivare divisi all'appuntamento elettorale comporterebbe la vittoria delle destre o del populismo.
Un appello al voto utile e al buon governo.
Un appello legittimo, cosi come, credo, siano legittime alcune domande, che desidero formulare agli estensori delle richiamo all'unita della sinistra (o almeno di quello che resta).
A) quale giudizio esprimete sui cinque anni di governo Crocetta?
B) se il gelese è immune dal virus del populismo ed ha ben governato perché non lo avete proposto quale candidato?
C) sareste disponibile a rinunciare al vostro simbolo se Orlando ve lo chiedesse, cosi come accaduto a Palermo?
D) se è vero come avete scritto che non si possono vincere le elezioni senza il PD né tantomeno contro di esso, perché avete rinunciato a proporre un vostro candidato?
Potrei continuare con tante altre domande ma preferisco fermarmi qui, nella speranza di avere qualche risposta, nel caso ci fossero delle risposte.
Nell'uno e nell'altro caso cominciate a cercarvi i voti, inizio a pensare che come direbbero a Oxford il 5 di novembre vi verrá tutta "di chianata".

venerdì 25 agosto 2017

Modello Palermo?

Da un paio di settimane la politica siciliana ruota tutta sulla ricerca del candidato presidente della regione e sulla ripetibilità su scala regionale del modello Palermo.
Sulla ricerca del candidato, le grandi e sopraffine menti stanno riflettendo, discutendo, esplorando
Una cosa mi lascia perplesso e vorrei che mi fosse spiegato.
Perché la ricerca è fatta tra un esponente della società civile?
E' possibile che tra quelli che fanno politica, non ci sia qualcuno di presentabile da poter essere candidato?
Se ai dirigenti di quelli che ancora si considerano partiti fanno schifo coloro che svolgono attività politica, non oso immaginare quale considerazione possa avere l'uomo della strada.
Sul modello Palermo una sola riflessione:
Non esiste un modello Palermo, esistono, a mio avviso, due cose:
A) Leoluca Orlando;
B) l'inconsistenza dei partiti palermitani.
Se sulla seconda siamo tutti d'accordo, sul fatto che all'orizzonte non ci sia un altro Leoluca Orlando. dovrebbe essere fatto acquisito.
Vorrei ricordare che il modello Palermo è stato rappresentato dal divieto assoluto imposto dal candidato sindaco a presentare simboli di partito (cosa di cui vergognarsi?) e dal fatto che Orlando abbia deciso tutto.
E i partiti, alla canna del gas, pur di continuare a essere presenti sulla scena politica hanno accettato di buon grado.
Ora non siamo alla vigilia dell'invasione dei barbari, fare ammucchiate che nessuno capirebbe sarebbe un suicidio.
In Sicilia abbiamo bisogno di riscoprire il gusto di fare politica, di vivere ciascuno la propria identità, di individuare le priorità, di indicare soluzioni.
Siamo lontani da questo.
Cari dirigenti di partito,
continuate così, a ringraziarvi il 6 di novembre ci penserà il candidato del Movimento 5 Stelle.



giovedì 24 agosto 2017

Il tempo è galantuomo. Grazie EM.MA.


A chi oggi lo considera padre nobile della sinistra, coscienza critica della sinistra italiana e tanto altro vorrei, sommessamente, ricordare quello che fu scritto e detto contro di lui nel 1992, quando fu deciso che fosse il capolista nella Sicilia Occidentale del Pds (partito al quale aveva aderito).
Cosa dicono oggi, gli allora sostenitori del dirigente padovano (del quale abbiamo perso ogni traccia) mandato in Sicilia da tale Achille Occhetto per rinnovare la politica siciliana?
Dove sono quelli che fecero la campagna elettorale esclusivamente per evitare che fosse eletto?
Forse li troviamo tra quelli che oggi scrivono e dicono "Ce ne fossero tanti di Emanuele Macaluso"

Le esternazione da Facebook dell'onorevole Cracolici

Un vecchio proverbio siciliano recita "Vesti u garzoni che ti pari u patruni". È proprio vero: il ruolo fa la persona. Sembra proprio il caso dell'onorevole Cracolici. 
Da quando è diventato assessore regionale all'agricoltura non fa altro che dispensare perle di saggezza. Indica la strada da seguire. Riempie bytes su bytes su facebook per farci conoscere il suo pensiero. Peccato che alla fine, per fare u patruni o ci si è nati oppure si corre il rischio di apparire una macchietta.
L'ultima esternazione cracoliciana appare più una difesa del proprio ruolo che una seria riflessione sui cinque anni di rivoluzione che il buon gelese ci aveva promesso. 
Sarebbe stato serio ricordare che i risultati in tema di finanza pubblica si devono più che alle scelte del governo regionale al commissariamento di fatto operato da quello nazionale. 
Commissariamento che abbiamo pagato, continuiamo a pagare e continueremo a pagare. 
E sulle tante promesse? Nemmeno una parola sui tre casinò promessi, sulla trasformazione dell'Ast in compagnia aerea. Per non parlare delle mirabilie annunciate dal salotto televisivo di Giletti e non, come doveroso, in Assemblea Regionale. 
E la formazione professionale
Come non ricordare le decine e decine di assessori sostituiti con una maggiore velocità di quanta ne impiegava Zamparini a cambiare allenatori.
Si abbia il coraggio (qualità ormai scomparsa nella politica siciliana) di dire che l'esperienza di Crocetta è un'esperienza fallimentare. 
Un'esperienza da consegnare alla storia e con essa la politica che lo ha sostenuto cercando di trarne solo gli utili fatti da poltrone e prebende.
Sarebbe interessante rileggere le sue dichiarazioni quando non era al governo e confrontarle con quanto lei adesso afferma.
Credo che avremmo la conferma che non basta un vestito elegante per fare di un garzone un padrone.
A proposito a quando il prossimo post su facebook?

mercoledì 23 agosto 2017

A proposito dell'assessore regionale al turismo della regione siciliano Antony Barbagallo

Caro on.le Barbagallo, 
Pur comprendendo che la campagna elettorale incombe credo che Ella abbia perso un'occasione splendida per tacere. Adesso dirà che è stato travisato, che i giornalisti hanno male interpretato il suo pensiero. Che desiderava solo dare voce a un diffuso malessere presente nelle città turistiche siciliane. 
Nell'uno e nell'altro caso serietà imporrebbero al presidente della regione di ritirarle la delega.
Questo per alcuni motivi che tenterò sinteticamente di esporre.
A) il suo pensiero è stato travisato? No. È lei che si è espresso male. Ora, di un assessore che dovrebbe rappresentare la Sicilia nel mondo ma che è incapace di esprimersi, non sappiamo proprio cosa farcene. 
Ci assale il dubbio come abbia promosso  il brand Sicilia nel mondo e su che cosa avrà fatto capire.
B) Nel caso lei fosse tentato di giustificarsi sostenendo che ha solo tentato di dare voce ai comuni turistici sull'opportunità di essere destinatari di flussi di immigrati per una prima accoglienza, le vorrei ricordare che un assessore regionale non è un portavoce ma una persona alla quale è stato affidato il compito di governare una comunità. 
Governare le contraddizioni di un territorio, ricercare le soluzioni ai problemi che si presentano.
Ora se per lei governare è mettere la polvere sotto il tappeto affinché non si veda mi chiedo ma che cazzo se ne fa la Sicilia di un assessore come lei?
Mi permetto di darle un consiglio, la prossima volta che le dovesse capitare di rilasciare un'intervista, spero non da assessore, rifletta qualche minuto in più prima di dare la risposta. 
Ci guadagnerebbero lei in serietà e la Sicilia in dignità.
Vive cordialità

venerdì 16 giugno 2017

D'Alia e i suoi assessori regionali

E così D'Alia e il suo partito hanno staccato la spina al Governo Crocetta.
Un atto di coraggio che troverà il consenso di molti siciliani, stanchi del governatore, delle sue cazzate, delle sue rivoluzioni e delle sue scarpe da tennis.
E se D'Alia riconosce che la scelta è arrivata in ritardo, dovrebbe riflettere sugli uomini e le donne indicate dal suo partito nelle giunte di governo.
Nel caso li avessi dimenticati, penso di fare cosa utile ricordarglieli:

Ester Bonafede: Assessore alla Famiglia
Nessuno si è accorto della sua presenza a capo dell'assessorato ma passerà alla storia per essersi lamentata dell'indennità che le era riconosciuta. Solo 5.440 € al mese.
Da proporre una colletta.
In effetti un assessore guadagna poco!
Articolo di stampa (mai smentito)

Gianluca Miccichè: Assessore alla Famiglia
Persona simpatica ma a quanto pare allergico a incontrare le persone. Pizzicato a scappare dall'assessorato da una porta secondaria per non incontrare due disabili che da un anno aspettavano una sua risposta.
Caduta di stile quando tenta di recuperare e rimediare al proprio errore.
Crocetta definì imbarazzante il video che lo riprendeva. E se lo dice Crocetta....
Video 1
Video 2

Giovanni Pistorio: Assessore alle Infrastrutture
Uomo da sempre vicino a Raffaele Lombardo che lo volle prima deputato all'Ars, poi senatore della Repubblica e poi assessore regionale. Ha abbandonato Lombardo e abbracciato D'Alia.
Intercettata una telefonata mentre spiegava al suo interlocutore che la regione paga i capricci sentimentali di Crocetta (tradotto, immagino, dal catanese)
Giustamente Crocetta ha chiesto, invano, le dimissioni
Fulgido esempio di lealtà nei confronti del presidente della giunta di cui egli fa parte.
Articolo di stampa


La narrazione e i fatti. Il governo Meloni fa scuola

NARRAZIONE: “si introduce un esonero dal versamento del 100 per cento dei contributi previdenziali ed assicurativi a carico del datore di la...