lunedì 25 dicembre 2017

Sugli auguri di Natale e fine anno

Il rito degli auguri iniziava a fine novembre con l'andare in cartoleria per scegliere le cartoline augurali, trovare il messaggino più simpatico  e soprattutto ricordarsi il numero approssimativo di quanti acquistarne.
La fermata successiva era dal tabaccaio sotto casa per comprare i francobolli.
Il rito poi trovava la sua continuazione a casa, dove, attorno a un tavolo, si discuteva, spesso animatamente, su chi meritava di ricevere il nostro biglietto di auguri.
Si prendeva la scatola dove erano conservati gli auguri ricevuti l'anno prima e si faceva la cernita.
Questo si, questo no. Non ci dimentichiamo di questo, a questo manco se muore e così via.
Individuati, quindi, i fortunati e meritevoli destinatari, si iniziava a litigare su chi dovesse scriverli.
La ricerca su chi aveva una bella scrittura era operazione complicata, visto che tutti negavano di saper scrivere bene.
Si facevano le prove, si scriveva il messaggio augurale, si correggeva, si affinava e finalmente dopo un paio d'ore si dava il via alla scittura dell'augurio e dell'indirizzo sulla busta.
Nel frattempo qualcuno si era incaricato di attaccare il francobollo nella giusta posizione.
Finalmente tutto era pronto.
Mancava l'ultimo dettaglio, individuare chi li portava ad impostare?
Risolto anche questo compito, affidato di norma a chi aveva raggiunto l'altezza necessaria per arrivare al buco della cassetta, si potevano iniziare gli altri riti tipici delle festività natalizi.
Dove mangiamo? che prepariamo da mangiare? che regali? Tutto concluso con l'identica frase che ci si ripete da tempo immemorabile "Non facciamo come l'anno scorso che fino a capodanno abbiamo mangiato quello che è  è rimasto a Natale".
Oggi?
Con gli sms e whatsapp è tutto più semplice, in teoria tutto più diretto.
Invii e ricevi migliaia di messaggi augurali, tutti uguali, tutti poetici e romantici.
A nostro confronto Prevert o Neruda fanno la figura di adolescenti.
Te ne accorgi quando li ricevi
  • quelli che non mettono il nome e non avendo tu il numero in rubrica ti chiedi "cu cazzu e?";
  • quelli che avendo il tuo nome in più gruppi ti inviano lo stesso messaggio due, tre volte, anche quattro;
  • quelli che riportano una frase importante e te la spacciano per loro;
  • quelli che sembrano scritti da Papa Francesco;
  • quelli che ti arrivano da persone che hai visto una sola volta nella vita e non ricordi nemmeno per quale strana ragione hanno il tuo numero di cellulare;
  • quelli di persone che hai o ti hanno mandato a fanculo e di cui non ti importa nulla;
  • quelli di cui ti ricordi l'esistenza solo a Natale o a Pasqua.

Potrei continuare ancora per molto ma preferisco chiuderla qua.
In che modo?
Augurando a chi legge questa breve nota (e solo a voi) serene feste, fatte di cose belle e vere.

Nb. Erano più graditi e sinceri gli auguri che ti consegnava il postino, che, credo a differenza di tutti,odiava queste feste.



La narrazione e i fatti. Il governo Meloni fa scuola

NARRAZIONE: “si introduce un esonero dal versamento del 100 per cento dei contributi previdenziali ed assicurativi a carico del datore di la...