mercoledì 21 dicembre 2016

Buon 2017

NO! 
NON E' GIUSTO. 
GIUSTIZIA E DIGNITA' PER TUTTI


AUGURI, 
AUGURI, AUGURI, 
AUGURI, AUGURI, AUGURI, 
AUGURI, AUGURI, AUGURI, AUGURI, 
AUGURI, AUGURI, AUGURI, AUGURI, AUGURI, 
AUGURI

martedì 2 agosto 2016

Chi di sistema elettorale ferisce, di sistema elettorale perisce

La stampa oggi ci informa che la commissione affari istituzionali dell'Ars ha approvato una norma che modifica il sistema elettorale per l'elezione dei sindaci e dei consigli comunali isolani. Se le informazioni sono esatte (spesso i giornalisti non comprendono) non sarà previsto il ballottaggio tra i due candidati sindaci più votati, sempre che nessuno abbia superato il 50% più uno dei voti: vincerà chi prenderà più voti. (per rinfrescare la memoria, con questo sistema ci siamo ritrovati Crocetta presidente della Regione)
L'altra novità è che la coalizione che appoggia il sindaco eletto se supera il 40% conquisterà il 70% dei seggi, con buona pace della proporzionalità) .
A leggere in controluce queste norme non è difficile comprendere che siano costruite con l'intento di sbarrare la strada alla possibile affermazione del Movimento 5 Stelle.
Che in Sicilia si era visto di tutto lo abbiamo sempre detto ma che si arrivasse a modificare il sistema elettorale contro qualcuno non era mai accaduto.
Lo stesso Renzi aveva presentato l'italicum con il premio di maggioranza alla forza politica che avesse superato il 40% subito dopo le elezioni europee, immaginando per il Pd un futuro roseo.
Non contro qualcuno, quindi, ma per il suo partito. 
Sappiamo tutti come andrà a finire: il Pd quel 40% lo vedrà con il binocolo e il turno di ballottaggio sarà un vero terno al lotto.
Questa è l'ulteriore dimostrazione che i sistemi elettorali sono neutri: rappresentano le regole del gioco che possono avvantaggiare ora l'uno ora l'altro. 
Pensare che le regole avvantaggino solo un competitore è miopia politica quando non stupidità, come nel caso della commissione affari istituzionali dell'Assemblea Regionale Siciliana.
Continuino in questo modo, non vincerebbero nemmeno se facessero valere la metà i voti del Movimento 5 Stelle.


domenica 24 luglio 2016

Fate tacere gli analisti, i commentatori e gli esperti di terrorismo. Fanno più danni dell'Isis.

Più passano le ore, più si fa chiarezza su quanto accaduto a Monaco.
Le televisioni del mondo avevano le telecamere puntate sulla città tedesca e gli studi pieni di "esperti", di professori universitari, di islamisti pronti a dare un'interpretazione autentica, suffragata dai qualità certificata dai loro curriculum, ai fatti che contemporaneamente si stavano svolgendo.
Tre, quattro, cinque, quindici morti? Quanti feriti? Quanti terroristi islamici impegnati nell'atto terroristico? Quando sarebbe arrivata la rivendicazione dell'Isis.
Tutti a spiegare che lo stato islamico ha  modificato il modo di operare. Visto i costi, adesso gli atti terroristici si fanno low cost.
Va riconosciuto che la polizia bavarese non è stata di grande aiuto: ha continuato a indagare poteva guardare le TV o qualche giornale online per sapere tutto.
A quasi 48 ore, adesso, anche se non sappiamo tutto, abbiamo le idee più chiare e qualche certezza: il terrorismo islamico non c'entra nulla.
Non che la cosa renda la vicenda meno drammatica ma la si inquadra in un contesto isolato e non all'interno di una strategia globale.
Quello che dovrebbe farci riflettere è la voglia matta di tanti pseudo esperti di mettersi in mostra, di spiegare come va il mondo, di andare in televisione, di vivere il loro momento di notorietà come tanti ragazzi nei reality show.
Con una profonda differenza: quei ragazzi non fanno male a nessuno se non a se stessi, i primi li fanno a tutti noi, spingendo a credere in ciò che loro ritengono la verità. 
Praticamente e alla luce dei fatti devono convincerci della bontà delle loro minchiate, (per ascoltarne alcune paghiamo anche il canone).
Un bagno di umiltà non farebbe male a partire dai giornalisti delle reti principali, per una percentuale di audience farebbero la qualunque (e spesso la fanno)
Dimenticavo, grazie a loro l'isis è riuscita a fare una strage a costo zero e ad acquisire uno spazio mediatico che non avevano lontanamente immaginato. 

giovedì 21 luglio 2016

Mai sorprendersi

E' proprio vero! Nella vita c'è sempre da imparare e tanto da scoprire.
Mi è capitato di leggere il curriculum della signora Maria Grazia Elena Brandara nominata dalla Giunta di Governo della Sicilia commissaria straordinaria dell'IRSAP.
Per chi non lo sapesse l'IRSAP è l'istituto regionale che ha preso il posto delle vecchie Asi e che dovrebbe sovrintendere alla promozione e allo sviluppo industriale della nostra regione a partire dai servizi che vanno offerte alle imprese che localizzano in Sicilia.
Fa un certo effetto leggere che tra le attività dalla signora svolte c'è anche quella di responsabile dell'osservatorio della legalità dell'UDC regionale.
Mi fermo qua. Punto.
Per chi volesse approfondire la delibera di giunta e il curriculum

domenica 17 luglio 2016

Qualche bomba in meno e qualche libro in più possono fare la differenza

Un altro attentato. Una sola persona è riuscita a seminare morte e violenza tra quanti stavano festeggiando la festa nazionale francese.
Un attentato low cost. 
E' stato sufficiente noleggiare un tir e il "gioco è fatto".
Purtroppo è anche la dimostrazione che questa forma di terrorismo non potrà essere sconfitta: dovremo abituarci a convivere con essa e per lungo tempo. 
Quello di Nizza è l'ultimo atto di una guerra, gli esperti la definiscono asimmetrica, che si combatte non più nei deserti mediorientali o tra le montagne afgane (lontane dalle telecamere o dei media occidentali) ma nelle nostre città, nei nostri aeroporti, nei luoghi che frequentiamo, nei nostri ritrovi.
Una guerra che non può essere combattuta con le armi tradizionali, ancorché avanzate tecnologicamente, ma va condotta con intelligenza, usando gli strumenti che i nostri sistemi democratici dispongono a partire dalle politiche di inclusione, dal riconoscimento dei diritti,  dalla partecipazione, da una seria politica di cooperazione allo sviluppo internazionale.
È evidente che occorre sapere declinare questi quattro punti. Declinarli significa cambiare il nostro modo di pensare, di operare, di collaborare.
Quando investiamo in politiche di inclusione? È possibile che la cooperazione internazionale rappresenti l'occasione per gli affari delle grandi imprese? È possibile che la cooperazione internazionale sia la formazione degli eserciti di tanti paesi che li utilizzano per reprimere le aspirazioni di libertà delle popolazioni? E' possibile che con l'alibi dell'esportazione della democrazia esportiamo armi e strumenti di morte?
Non si tratta di fare i buonisti ma di fermarci un attimo a riflettere non più sul nostro passato in quei paesi ma al nostro presente e soprattutto al nostro futuro in quelle realtà.
Forse qualche bomba in meno e qualche diritto in più potrebbero consentirci di vincere.

domenica 10 luglio 2016

E ora Cuffaro a morte.

E' notorio che quando, per qualsiasi ragione, si finisce nell'inferno carcerario si viene spogliati della propria dignità, si diventa un numero, un oggetto al quale la società chiede il conto per i comportamenti penalmente perseguibili che si sono tenuti.
Alla giusta privazione della libertà personale, la cui durata è commisurata alla gravità del reato commesso, possono aggiungersi le pene accessorie previste dal codice penale, a queste, spesso, si uniscono anche quelle non previste da alcun codice ma che rendono la condanna ancorpiù dura e, in alcuni casi, inumana. 
Dobbiamo a una serie di "detenuti eccellenti" sia la percezione che la legge sa ancora essere uguale per tutti, sia la conoscenza delle condizioni in cui sono costretti a vivere i reclusi.
Fu così per Cusani (ricordate il processo Enimont), per Mannino ed è così per il dott. Salvatore Cuffaro.
Di quest'ultimo non sono mai stato estimatore, non l'ho mai votato; l'unica volta che siamo stati dalla stessa parte risale a quando era assessore all'agricoltura del governo Capodicasa, non condividendo quanti lo stanno trattando da eroe.
Lui è e resta un processato, condannato, carcerato, scontata la pena scarcerato.
Di Cuffaro, però,  possiamo dire che la notorietà che lo accompagna gli ha nuociuto più del giusto.
Non ho dimenticato che mentre l'affidamento ai servizi sociali è per coloro che stanno per concludere la pena prassi consolidata, a lui no, gli è stato negato, con la motivazione che non avendo pienamente collaborato ha lasciato lati oscuri nella vicenda che lo riguardava. 
Lati oscuri? E i tre gradi di giudizio a cosa dovevano servire?
Non ho dimenticato che non gli è stato concesso il permesso dir far visita alla madre in agonia in considerazione, scriveva il giudice di sorveglianaza, che essendo affetta da una malatttia degenerativa non era in condizione di riconoscere il figlio, come se il rapporto madre-figlio fosse fatto solo di sguardi e di parole e non di odori, di tatto, di pelle.
Il dott.Cuffaro, si sa, era un detenuto, condannato per un reato infamante.
Ben gli stava.
Oggi è una persona che ha pagato il suo debito con la giustizia, scontando la pena che gli è stata inflitta in un'aula di tribunale, dentro la quale ha potuto esercitare il suo diritto alla difesa.
Il Cuffaro da ex detenuto ha deciso di rappresentare e di far conoscere le condizioni di vita nelle carceri, stavolta parlando per esperienza personale e non per il racconto di terzi.
In  questa veste era stato invitato a partecipare a un convegno organizzato dentro il Parlamento Regionale Siciliano.
L'invito evidentemente era rivolto al pregiudicato ed ex detenuto Salvatore Cuffaro.
Apriti cielo! A poche ore dall'inizio, il Presidente dell'Ars che aveva concesso l'uso della sala fa retromarcia, revoca il permesso rilevando l'inopportunità della presenza del dott.Cuffaro in una sala intotalata al compianto presidente Mattarella ucciso da un commando mafioso.
Non voglio polemizzare con Ardizzone ma ritengo che la sua decisione non ha aumentato il prestigio dell'istituzione dal lui presieduta, tutt'altro. Ha evidenziato ancora di più la distanza che intercorre tra lui, quelli come lui, e la società reale.
Non è mortificando un ex detenuto che l'Ars recupererà il prestigio che ha ormai perso, lo potrà fare se si aprirà ai cittadini, non avendo paura del confronto, consetendo che nelle sue stanze si discuta di problemi che migliaia di cittadini vivono e per i quali non è ancora stata, grazie a dio, firmata una condanna di morte civile.
Credo che Ardizzone abbia perso una bella occasione per dimostrare che la democrazia, le regole del convivere civile sono più forti della criminalità, più forti della mafia, più forti di Salvatore Cuffaro, che credo faccia più paura oggi a tanti ex democristiani di quanto ne facesse all'apice del suo potere.
Chissà perche?
Al dott. Cuffaro che sta per partire per il Burundi l'augurio di buon lavoro e che non abbia a incontrare la stupidità e cinismo di tanta antimafia nostrana.





venerdì 24 giugno 2016

La lettera aperta del Forum del Terzo Settore al Presidente Crocetta sulle sue ultime esternazioni sul contrasto alla povertà

Gentile Presidente,
non avendo avuto ancora la fortuna di incontrarLa personalmente, mi permetto di inviarLe a mezzo stampa questa lettera, (non è la prima) per comunicarLe il disappunto del Forum del Terzo Settore su quanto appreso dalla stampa sulla decisione della Giunta di dare vita un “reddito di cittadinanza” in salsa siciliana.
Premetto che non avendo il testo del DDL (sempre che un testo esista) le valutazioni sono il frutto di quanto letto sulla stampa che, a questo punto, mi auguro abbia travisato il senso della proposta che vi accingete a sottoporre all'esame dell'Assemblea Regionale
Mi è dato, quindi, a capire che il Reddito di cittadinanza non sia altro che la riproposizione del testo del disegno di legge, pomposamente denominato “Caruso” , come l'allora assessore volle chiamarlo, forse affinchè restasse traccia del suo grigio passaggio negli uffici di Via Trinacria.
Mi consenta, perciò, di formulare alcune osservazioni che spero possano trovare riscontro nella elaborazione finale di quanto Lei ha annunciato:
a)            la concessione di un reddito di cittadinanza svolge il suo ruolo allorquando è finalizzata ad accompagnare il beneficiario fuori dallo stato di povertà e di deprivazione e se l'indennità economica viene coniugata con la “presa in carico” del soggetto e del suo nucleo familiare, così come previsto dai documenti approvati dalla Conferenza Unificata dello scorso febbraio (Linee guida per la predisposizione e attuazione dei progetti di presa in carico del SIA e delle Linee guida Linee di indirizzo per il contrasto alla grave emarginazione adulta in Italia). Prevedere, inoltre, un periodo di sei mesi appare più un'elargizione caritatevole che un serio progetto di solidarietà e di intervento per le fasce più deboli.
b)            Non mi è chiaro come il Reddito di Cittadinanza si colleghi con l'avvio del Sostegno per l'Inclusione Attiva, misura prevista dalla Legge stabilità 2016. Le ricordo a tale proposito che alla nostra Regione saranno riconosciuti per il 2016 circa 112 milioni di €.
Mi permetto, conseguentemente, di chiederLe se ritiene i comuni, i distretti socio-sanitari e gli assessorati adeguatamente attrezzati e formati per fare fronte ai gravosi impegni cui saranno chiamati.
c)            E' ormai consolidata l'opinione tra gli esperti di politiche sociali che il legare i sussidi economici assistenziali ad attività lavorative determini solo la creazione di una leva di precari che tra qualche anno chiederanno, legittimamente, una loro stabilizzazione.
Lei, per le esperienze amministrative pregresse, dovrebbe saperne qualcosa.
Le dicono qualcosa i cantieri di servizio che presero il posto della sperimentazione del RMI?
d)            Ciò vale anche per i famosi cantieri di lavoro.  Non bisogna mai confondere i due livelli, quello dell’inserimento lavorativo con le misure assistenziali
e)            Una riflessione specifica va fatta sul reddito ISEE, ovvero ISEE corrente, da voi previsto non superiore a 5,000 €, quando quello previsto dal SIA è pari a 3,000€., mi pare ovvio chiederLe le due misure saranno cumulabili?
f)              Così come appare strano l'inserimento del servizio civile tra le misure di contrasto alla povertà. Sapete dell'esistenza della Legge 106/2016 che ha modificato la norma in materia?
g)            Anche in tema delle risorse impegnate alcune sue dichiarazioni ci appaiono un tantino superficiali: avrà, sicuramente letto il POR FSE Sicilia 2014/2020 e saprà che non esistono risorse da destinare al reddito di cittadinanza, risorse che potrebbero essere disponibile solo successivamente ad una rimodulazione delle attuali misure, cosa che appare francamente improbabile, visto che nel triennio 2014/2016 non si è stati in grado di spendere un solo euro nelle misure per l’inclusione e contrasto alla povertà.
h)            Sarei, altresì, interessato a conoscere come intendete coinvolgere il mondo del no profit e il territorio nelle attività di contrasto alla povertà.

Caro Presidente,
sarebbe stato più proficuo se prima di pervenire all’annuncio si fossero coinvolti i soggetti (sono tanti lo sa?) che da tempo nel silenzio dei più e nella disattenzione delle istituzioni operano, senza mezzi e risorse, per contrastare i fenomeni di esclusione.
Così, come penso, sarebbe stato più utile sollecitare l’approvazione in Assemblea Regionale Siciliana del disegno di Legge di iniziativa popolare sul contrasto alla povertà, i cui contenuti -sono sovrapponibili a quelli del SIA (stessi interventi, stesse procedure, stesse metodologie), consentendo con le risorse aggiuntive un allargamento della platea dei destinatari.
In questi tre anni di Governo abbiamo imparato ad apprezzare la sua fantasia che riesce a esplicitare i tutti i settori ma crediamo che quando si parla di poveri, di deprivazione materiale sia assolutamente fuori luogo.
Non sono gli annunci a risolvere i problemi ma l’impegno quotidiano.
Le politiche sociali sono materia da trattare con la massima cautela e attenzione.
Constato, al contrario, purtroppo, che sul tema, il suo governo non sembra avere brillato per qualità, tempestività e capacità di ascolto: non siete riusciti dare un significativo segnale di discontinuità con il passato; quel passato che Ella non perde occasione di denunciare come la madre delle nostre presenti difficoltà.
Ciò nondimeno ritengo che sia giusto riconoscerle la buona fede e in virtù di ciò le rassegno la disponibilità, se lo riterrà, come mondo associativo, a lavorare affinché siano date risposte serie e non demagogiche a quel 19,9% della popolazione siciliana che vive in condizione di grave deprivazione materiale.
Con osservanza


Palermo 23 giugno 2016

Brexit, banche, finanze e cittadini.

Ora, per favore, risparmiateci le analisi, le proiezioni, gli scenari catastrofici, le spiegazioni sociologiche sul perché del voto britannico.
Credo se è vero che le classi agiate hanno votato no e quelle meno abbienti si, un problema su come sia percepita l'Unione Europea esista.
Se banche e finanze hanno puntato sul restare, forse, vuol dire che hanno colto appieno le potenzialità dell'Europa e se la cosa non è accaduta per gli operai, i pensionati e le casalinghe vuol dire che questa Europa non è percepita come i padri fondatori l'avevano costruita.
Adesso la paura è l'effetto domino e il cerino è nelle mani di quei nani politici che governano i 27 paesi.
Delle due l'una o comprendono che l'Europa non può essere quella del % in più e ritornare a essere tentativo di realizzare il sogno degli Stati Uniti d'Europa oppure vadano tutti a fan............

lunedì 20 giugno 2016

Elezioni, referendum: la personalizzazione è un errore.

Da tempo penso che per Renzi le riforme sono importanti solo per il fatto che siano fatte a prescindere dal loro contenuto e/o portata innovativa.
Se questo è vero, vale a maggior ragione per la riforma costituzionale approvata dal parlamento.
L'importante è dare un segnale forte di modificabilità del sistema politico italiano, da troppo anni bloccato.
Tale ragione mi induce a decidere cosa votare al referendum costituzionale solo dopo aver visto il modo con il quale Renzi reagirà al pessimo risultato del suo (che nel passato è stato anche il mio) partito.
Non sono pregiudizialmente contrario alle modifiche approvate ma credo che la scelta di personalizzare il risultato, come se si trattasse di un referendum sul presidente del consiglio sia stato un grosso errore, del quale Renzi  pagherà le conseguenze.
Il mio sarà un voto non più sulla costituzione ma su Renzi e suoi accoliti, cosi come lui ha voluto.
Un voto non sull'abolizione del senato ma sui rapporti di Renzi e Marchionne, un voto sulla gestione della crisi di Banca Etruria, un voto sul coraggio di affrontare la pessima direzione della Consob che ha chiuso gli occhi quando, al contrario,  avrebbe dovuto controllare. 
Caro Renzi, a Oxford direbbero che hai fatto una grande minchiata, mi dispiace per te, ma in politica gli errori si pagano. 
Così come si pagano l'arroganza e la presunzione,  il non rispetto di chi non la pensa come te.
La politica non è l'arena dove bruciare gli avversari ma il luogo dove confrontarsi, nel quale le armi non sono i lanciafiamme ma le idee. 
E se non le hai è meglio fare un passo indietro

venerdì 17 giugno 2016

I furbetti del cartellino....e tutti gli altri?

In questi ultimi giorni di campagna elettorale per i ballottaggi amministrativi, il governo ha annunciato una campagna informativa sui provvedimenti rilevanti adottati.
L'imperativo è comunicare porta a porta che non si pagano più le tasse sulla casa (mi ricorda qualcosa e qualcuno) e che finalmente i furbetti del cartellino saranno licenziati. 
Complimenti al governo ma insieme ai furbetti del cartellino avrebbero dovuto pensare ad altri "furbetti" sui quali non si interviene.
Non si tratta di fare una graduatoria sulle furbizie dei dipendenti pubblici ma di colpire quanti con il loro lavoro o piuttosto le loro omissioni e comportamenti minano gravemente il rapporto fiduciario che dovrebbe legare il cittadino alle istituzioni.
Che fare della dott.ssa Saguto che continua a percepire lo stipendio, nonostante sia sott'inchiesta per comportamenti che forse non si addicono a chi a nome nostro amministra la giustizia?
E cosa fare dell'altro giudice che non ha trovato il tempo di scrivere le motivazioni della sentenza di condanna per dei ndraghetisti, per cui sono stati scarcerati?
E cosa fa in questyo momento la potente ex prefetto di Palermo dott.ssa Cannizzo?
È evidente che non esistono giustificazioni per i furbetti ma è altrettanto evidente che non possono esistere metri di valutazione e comportamenti diversi, a maggior ragione quando si tratta di funzionari di altissimo livello.
Anche cosi, caro Governo, si dimostra la volontà di voler cambiare veramente le cose.

domenica 27 marzo 2016

Manipolare la storia, condizionare le coscienze


E' stato un fatto naturale, dopo gli attentati in Belgio, ho voluto leggere questo libro di uno dei maggiori storici dei fatti italiani.
In maniera chiara Mack Smith ci svela come i potenti abbiamo manipolato la storia, nascondendo fonti, impedendo ricerche, modificando documenti, per apparire migliori di quanto non fossero nella realtà, per denigrare qualcuno o per dipingerlo migliore, per convincere il popolo a seguirli.
Manipolare la storia significa piegarla ai propri interessi, rappresenta il modo con il quale si plasmano le coscienze, spingendole ad assumere comportamenti o scelte che in condizioni normali non assumerebbero.
Il libro è un'occasione per rileggere in maniera più compiuta il nostro risorgimento e comprendere meglio i personaggi, che la storiografia ha reso delle icone intoccabili.
Il periodo preso in esame va dalla seconda metà dell'ottocento italiano al fascismo ma credo che le considerazione che lo storico fa, siano tremendamente attuali.
Ricordo ancora le armi di distruzione di massa di Saddam Hussein, l'Afganistan come la patria degli attentatori dell'11 settembre, il terrorismo dell'Isis?
Il potere è sempre il potere. Non ha colore, nè ideologia se non il denaro.
Per il denaro sono disposti a passare su montagne di cadaveri innocenti: ed è quello che stanno facendo.
Manipolare la storia serve a creare e condizionare il consenso delle masse.
Ci spiegheranno che lo fanno per noi, ci diranno che difendono le nostre libertà e la nostra democrazia.
Tra tante manipolazioni e falsità, una cosa credo di averla chiara: NON DITE CHE LO FATE PER ME.

domenica 28 febbraio 2016

Consiglio di lettura.



Vi consiglio la lettura di questo libro, fa aprire gli occhi su ciò che accade in tante parti del mondo e come si riescono a fare affari sulla pelle dei più poveri
"......per qualche mese, nel 2014, tutto il mondo ha tremato di fronte a un minuscolo virus. Ebola è uscito dalle foreste dell’Africa e ha minacciato di spostarsi a bordo di navi e aerei, arrivando a lambire le cosiddette nazioni sviluppate. Per la prima volta, gli occidentali hanno guardato la catastrofe umanitaria con gli occhi di chi teme che possa bussare alle porte di casa sua. Come mai l’epidemia era così estesa? Come si poteva fermare? Emergency era arrivata in Sierra Leone sul finire della guerra civile che aveva insanguinato il paese per tutti gli anni novanta. Lavorava con le vittime delle mutilazioni, delle mine antiuomo, degli stupri – come sempre contro la violenza dell’uomo sull’uomo. Improvvisamente si è ritrovata in prima fila in un altro conflitto: una guerra scatenata da un virus, una guerra che finalmente valeva la pena combattere, con le armi della medicina, della scienza e dell’umanità. Gino Strada è volato in Africa, insieme a Roberto Satolli (medico e giornalista, amico di Gino dai banchi del liceo), Fabrizio Pulvirenti e decine di volontari le cui voci e racconti popolano questo libro. E ha scoperto che neanche questa guerra è “giusta”: anche qui c’è chi racconta bugie, chi si arricchisce mettendo in pericolo i civili, chi si riempie la bocca di alti principi ma non pensa affatto di applicarli. In queste pagine la voce di Gino Strada torna a levarsi per denunciare l’ingiustizia di un mondo diviso tra chi può curarsi e chi può solo fare il favore di morire senza infettare nessun altro, tra chi gestisce l’emergenza stabilendo linee guida burocratiche e chi resta in mezzo ai malati spendendosi in prima persona, tra chi costruisce strade per sfruttare le miniere e chi le percorre portando con sé un virus perché a casa propria non ha fogne né acqua potabile. 
Cercare di offrire agli umili e indifesi le stesse cure a disposizione dei ricchi e degli occidentali è un gesto rivoluzionario."
Adesso è il turno del virus Zika. Fino a quando erano i poveri del Sudamerica a essere vittime a nessuno importava qualcosa. Oggi, dopo i primi contagi in Europa, la malattia è diventata emergenza e sicuramente fonte di arricchimento per qualcuno.

domenica 21 febbraio 2016

Alla Gran Bretagna si, alla Grecia no. Due pesi e due misure.

Si è concluso il consiglio d'Europa chiamato a decidere su due questioni cruciali per la stessa esistenza dell'Unione Europea.
La modifica di alcuni trattati per evitare che la Gran Bretagna  lasci l'UE e la questione dei migranti.
A leggere i giornali, pare che sul primo punto si sia raggiunto un accordo mentre sul secondo siamo in alto mare, come direbbero gli immigrati che si trovano sui barconi per arrivare nella "civilissima", "accogliente " e "solidale". Europa.
Credo che ciò che accaduto in questi giorni abbia una portata storica: 
gli egoismi dei singoli paesi hanno sancito la fine del sogno europeo, il tramonto dell'idea stessa di Stati Uniti d'Europa. 
Alcune considerazioni a margine:
Perché la Gran Bretagna può tenere un referendum sulla sua permanenza in Europa e alla Grecia fu contestato in maniera veemente il diritto a indirlo per accettare o meno le condizioni imposte dalla Troika per il suo salvataggio?
Perché accettare il ricatto della Gran Bretagna: o mi riconoscete ciò che chiedo oppure me ne vado!
Perché consentire ad alcuni paesi (che ricevono ingentissimi contributi da parte della UE) di chiudere le frontiere per bloccare il passaggio dei migranti?
Ho sempre rifiutato l'idea di un'Europa dei mercanti e delle merci. Ritengo che senza le persone non possa esistere l'anima europea.
I fatti di questi giorni si sono incaricati di scrivere il famoso "game over".
Non c'è più l"Europa che volevamo, l'Europa dei diritti, della giustizia, della solidarietà.
Se è questo il nostro futuro, accomodatevi e fate pure: penso sia venuto il momento di scendere.
L'Europa non può essere solo euro, regolamenti e percentuali di deficit.
Deve essere qualcosa di più.

Nb. L'accordo con la Gran Bretagna, tra le altre cose, prevede che ai cittadini comunitari possa sospendersi il diritto di godere del welfare inglese. E' fin troppo facile giocare con il culo degli altri.

giovedì 11 febbraio 2016

Ezio Bosso: un mi piace in meno e un diritto in più

E' stata sufficiente la sua presenza sul palco del Festival di Sanremo che Ezio Bosso è diventata anche in Italia una celebrità
Il suo coraggio, la sua capacità, la sua forza hanno incantato la platea e i milioni di spettatori televisivi.
Oggi, riportano i giornali, è stato un vero boom di contatti sui social network e sul suo canale youtube. 
Tutti si sono accorti che disabilità è qualcosa da non poter spiegare, che non può essere chiusa in un recinto e che, forse, è una parola che esiste solo nelle nostre categorie mentali.
Non voglio entrare sul merito artistico del musicista: basta avere orecchio e si comprende che stiamo parlando di qualcosa di eccezionale.
Voglio soffermarmi sul fatto che la sua presenza sul palco ci interroga su alcune cose che quotidianamente rimuoviamo:
  • in quanti teatri siciliani potrebbe esibirsi Ezio Bosso?
  • in quanti hotel siciliani troverebbe camere adeguatamente attrezzate per ospitarlo?
  • quanti musei e siti culturali potrebbe comodamanete visitare?

Potrei continuare a lungo a interrogarmi e a interrogarci ma la vergogna che provo, che dovremmo provare, consiglia di fermarsi e di riflettere su quanto si è fatto e su quanto facciamo per riconoscere alle persone come Ezio Bosso diritti, tutela e dignità.
Ezio Bosso parla alle nostre coscienze, al nostro essere "normali" e forse preferirebbe un "mi piace" in meno e un diritto in più. 
 .




martedì 2 febbraio 2016

Un mondo più giusto

Il mio primo post del 2016 lo vorrei dedicare al Rapporto Oxfam (www.oxfamitalia.org) sulle diseguaglianze globali.
La lettura dei dati (anche se quello che pubblico è una sintesi) fa venire i brividi.
Le diseguaglianze sono cresciute in maniera spropositata: i ricchi sono diventati ricchissimi e i poveri sempre più poveri.
Qualcuno dirà che è stato sempre così ma mi chiedo perché deve essere sempre così?
Stiamo attenti: prima o dopo (spero prima che dopo) i poveri si vendicheranno (giustamente) e a quel punto nessuno faccia finta di non capire e di non sapere: perché siamo tutti colpevoli.



La narrazione e i fatti. Il governo Meloni fa scuola

NARRAZIONE: “si introduce un esonero dal versamento del 100 per cento dei contributi previdenziali ed assicurativi a carico del datore di la...