lunedì 20 giugno 2016

Elezioni, referendum: la personalizzazione è un errore.

Da tempo penso che per Renzi le riforme sono importanti solo per il fatto che siano fatte a prescindere dal loro contenuto e/o portata innovativa.
Se questo è vero, vale a maggior ragione per la riforma costituzionale approvata dal parlamento.
L'importante è dare un segnale forte di modificabilità del sistema politico italiano, da troppo anni bloccato.
Tale ragione mi induce a decidere cosa votare al referendum costituzionale solo dopo aver visto il modo con il quale Renzi reagirà al pessimo risultato del suo (che nel passato è stato anche il mio) partito.
Non sono pregiudizialmente contrario alle modifiche approvate ma credo che la scelta di personalizzare il risultato, come se si trattasse di un referendum sul presidente del consiglio sia stato un grosso errore, del quale Renzi  pagherà le conseguenze.
Il mio sarà un voto non più sulla costituzione ma su Renzi e suoi accoliti, cosi come lui ha voluto.
Un voto non sull'abolizione del senato ma sui rapporti di Renzi e Marchionne, un voto sulla gestione della crisi di Banca Etruria, un voto sul coraggio di affrontare la pessima direzione della Consob che ha chiuso gli occhi quando, al contrario,  avrebbe dovuto controllare. 
Caro Renzi, a Oxford direbbero che hai fatto una grande minchiata, mi dispiace per te, ma in politica gli errori si pagano. 
Così come si pagano l'arroganza e la presunzione,  il non rispetto di chi non la pensa come te.
La politica non è l'arena dove bruciare gli avversari ma il luogo dove confrontarsi, nel quale le armi non sono i lanciafiamme ma le idee. 
E se non le hai è meglio fare un passo indietro

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