giovedì 31 dicembre 2020

Cosa non dovrebbe essere la politica. Note a margine delle dimissioni del coordinatore agrigentino di Forza Italia

E' l'ultimo giorno dell'anno.  Siamo a scambiarci gli auguri per un 2021 diverso e migliore.
Non voglio parlare di covid, di pandemia, di cosa sia stato il 2020 per il mondo.
Solo il ricordo, mi sarà consentito, di quanti non ci sono più, dei loro familiari e di quanti hanno combattuto e stanno combattendo contro un nemico tanto invisibile quanto subdolo e assassino.
Che augurio fare mi è stato suggerito dalla lettura di un articolo di LiveSicilia che riporta lo sfogo del coordinatore di forza italia di Agrigento Michele Giambrone, dopo la nomina di due nuovi assessori della giunta Musumeci.
In poche righe c'è il condensato di cosa sia diventata la politica e di cosa non dovrebbe essere la politica.
Il nostro Giambrone è incazzato perché non è stato nominato assessore nonostante il presidente dell'Ars Gianfranco Miccichè gli avesse detto che "lui sarebbe stato il suo assessore"
A quanto pare si è assessore di qualcuno e non della Regione Siciliana.
Rabbia che si fa ancora più forte alla luce della nomina ad assessore di tale Marco Zambuto che a detta di Giambrone "ha cambiato più partiti che mutande".(Curriculum).
Viste le dimissioni di Giambrone era da attendersi l'apertura di un confronto all'interno di forza italia.
Nulla di ciò, il Miccichè chiamato in causa, dichiarandosi dispiaciuto per l'abbandono, ha nominato un nuovo coordinatore.
Ecco cosa hanno fatto dei partiti, della politica, del confronto, della democrazia.
Che augurarsi per il 2021? Che la politica ritorni a essere il luogo delle idee, dell'impegno, del confronto.
Il luogo per dirla alla Rino Formica del sangue, sudore e merda. 
Immagine brutale ma realistica, sicuramente, però, migliore di quanto l'articolo di Live Sicilia ci abbia descritto. 



venerdì 18 dicembre 2020

Se i pescatori "mazaresi" non sono tutti mazaresi

 

E' bella questa foto.  Ritrae i diciotto marinai "mazaresi" rimasti per oltre tre mesi nelle mani delle milizie libiche e liberati dopo il blitz del Presidente del Consiglio e del Ministro degli Esteri.

Era naturale che i due politici si appropriassero dei meriti di un'operazione che hanno condotto i servizi segreti. 

I marinai e le loro famiglia potranno, quindi, trascorrere le festività natalizie e di fine anno nelle proprie case.  

Un grazie anche alla comunità mazarese che si è mobilitata per giungere a questo risultato.

C'è un aspetto della vicenda che non si è molto sottolineato e cioè che i pescatori mazaresi rapiti erano solo 8 su 18. Gli altri 10, mazaresi si ma di provenienza extracomunitaria.

A dimostrazione che senza immigrati i pescherecci restano nei porti, che gli immigrati vivono, soffrono e gioiscono come la comunità nella quale vivono.

Sarebbe bello che festeggiando la loro liberazione ci ricordassimo di quanti che nel silenzio di tanti contribuiscono con il loro lavoro, con i loro sacrifici a fare vivere, crescere e sviluppare le nostre comunità. 

giovedì 3 dicembre 2020

La pubblicità è l'anima del commercio. A proposito di un comunicato stampa del Governo della Regione Siciliana.

Nell'homepage della Regione Siciliana campeggia, in bella mostra,  un comunicato stampa della Giunta di Governo nel quale il vice presidente on.le Gaetano Armao dichiara che:
«Le organizzazioni e gli enti non profit sono fondamentali per garantire servizi sociali e culturali alle nostre comunità e diventano ancor più rilevanti in un periodo, come quello presente, in cui gli effetti sociali ed economici della pandemia, stanno mettendo a dura prova il nostro sistema. I fondi ex art. 128 sono destinati a fornire ulteriore sostegno a queste importantissime realtà, in particolare a quelle che stanno vivendo momenti molto difficili come quelle connesse al mondo della cultura, delle arti e dello sport».
Un aiuto al mondo del terzo settore? Sembrerebbe così se non fosse che l'articolo 128 di cui parla l'assessore all'economia è di una legge del 2010 (avete letto bene 2010) quando la pandemia non era nemmeno nella fervida fantasia di uno scrittore di fantascienza. 
Perché, caro Assessore, contrabbandare una legge di 10 anni fa per l'impegno attuale del Governo a favore del mondo del non profit? 
Perché parlare dell'art.128, che sostituì la famigerata Tabella H, come lo strumento per garantire sopravvivenza alle associazioni e agli enti di terzo settore quando tutti sanno che questo governo, il governo di cui Lei è vicepresidente, non ha fatto nulla per il mondo associativo? 
Mi dispiace, on.le Armao, un comunicato stampa non cambia la triste e dura realtà di un governo che rispetto al terzo settore non ha saputo fare altro che alzare le spalle e girarsi dall'altra parte.


mercoledì 2 dicembre 2020

Una riflessione sul Piano di Resilienza della Regione Siciliana

 

Abbiamo avuto modo di leggere il piano regionale per la ripresa e la resilienza preparato dalla Giunta di Governo della Sicilia e non abbiamo capito se si tratta di un documento ufficiale o del riuscito scherzo di un buontempone.

Mai avremmo immaginato di trovarci a leggere di un hub aeroportuale a Milazzo, del ponte sullo stretto di Messina o della realizzazione del porto di Marsala.

Sono tante e tali le perle in esso contenute che il dubbio è diventato certezza: delle due l’una o non hanno letto le carte o se lo hanno fatto non ne hanno compreso il significato.

Le risorse messe a disposizione dall’Unione Europea hanno quale obbiettivo quello di consentire ai paesi membri di determinare le condizioni per garantire una ripresa non solo stabile ma soprattutto sostenibile, con un occhio vigile e attento alle nuove generazioni.

Nulla di tutto ciò è riscontrabile nel documento del Governo Regionale.

Esso appare una cernita nemmeno molto attenta di progetti già inseriti in altri documenti di programmazione o nei diversi POR già, peraltro, finanziati con altri strumenti comunitari.

Anche la collocazione delle risorse appare quanto meno inappropriata se si pensa al 3,4 % per una Sicilia più sociale e solidale o al 3,70% per la sanità.

Se ha una sua giustificazione l’esiguo finanziamento della sanità, in considerazione che la gran parte degli investimenti trovano finanziamenti in altri strumenti, lascia basiti il finanziamento del welfare.

La pandemia ha messo in evidenza tutta la fragilità del nostro sistema di sicurezza sociale, che costruita negli anni 80 necessità di interventi strutturali che mettano al centro la persona, che facciano dell’innovazione e della sperimentazione di nuovi servizi la strada maestra da perseguire.

La gran parte delle risorse le troviamo concentrate nelle infrastrutture, sicuramente utili ma finanziabili con altre risorse.

No, non ci siamo.

Comprendo che il confronto non è mai agevole ed è pratica difficile ma che il governo abbia deciso di procedere da solo, immaginando di essere l’unico soggetto in grado di disegnare la Sicilia che vorremmo che fosse, mi sembra quello che gli economisti definiscono un azzardo morale.

Ci saremmo attesi una discussione aperta che coinvolgesse la collettività siciliana invece ci troviamo un documento senza visione, senza un’anima, senza futuro.

E’ logico chiedersi se riusciranno i nostri eroi a spendere – e bene – il Next Generation Europe?

Senza dimenticare che condizione fondamentale per il finanziamento degli interventi siano immediatamente cantierabili e che la loro realizzazione deve trovare conclusione entro il 2023.

In caso contrario è fare un torto all’intelligenza dei siciliani.

Non ce lo meritiamo. Del resto anche il prestigioso The Economist nella recente intervista fatta al presidente Musumeci ha rilevato l'irrealizzabilità del piano della regione ma soprattutto ne ha rilevato la vacuità.

Per passare dalle parole ai fatti servono riforme, risorse umane qualificate, comprensione delle regole europee e sinergie a tutti i livelli. La strada non è facile e se le premesse sono quelle del documento regionale crediamo sarà impossibile percorrerla.

Scrivere un piano di sviluppo, vorremmo ricordare, non è scrivere un’ordinanza, è fatica, studio, visione. Ciò che fino adesso è mancato.

Credo che la società civile siciliana sia pronta a cogliere la sfida, l’augurio è che anche il Governo regionale lo sia ma soprattutto lo voglia.


Il piano di ripresa e di resilienza della Giunta Regionale

La narrazione e i fatti. Il governo Meloni fa scuola

NARRAZIONE: “si introduce un esonero dal versamento del 100 per cento dei contributi previdenziali ed assicurativi a carico del datore di la...