lunedì 31 dicembre 2012

2013 ragioni per sperare in un anno migliore


Ci lasciamo alle spalle un anno difficile e il nuovo anno non lascia presagire nulla di buono.
Troppe nubi si addensano e non riusciamo a intravedere la fine del tunnel.
Nonostante tutto abbiamo 2013 ragioni per sperare in un 2013 migliore.

AUGURI

sabato 29 dicembre 2012

Sulla candidatura del dott. Pietro Grasso. Un mio pensiero.

Che il procuratore Pietro Grasso (a differenza di tanti suoi colleghi) si sia dimesso dalla magistratura e poi abbia comunicato la decisione di candidarsi alle prossime elezioni, è atto che gli fa onore e dimostra come ancora questo paese ha, al servizio delle istituzioni, uomini di grandissima dignità.
Quello che mi ha colpito è il commento del vice segretario del Pd, Enrico Letta, sulla candidatura «quello di Grasso è il primo segnale di impegno durissimo del Pd contro le mafie. Altri ne verranno».
Ecco, il punto sta in questo. 
Il durissimo impegno contro le mafie non è testimoniabile dal numero dei magistrati candidati ma da ciò che ogni giorno i singoli militanti di partito fanno.
Dal modo di svolgere i compiti istituzionali, da come si amministra la cosa pubblica, da come si fa argine allo strapotere delle mafie.
Fino a quando la lotta alla mafia e l'impegno antimafia è delegato ed è testimoniato solo da uomini coraggiosi, come il dott. Grasso,  penso che difficilmente vinceremo questo antistato.
La lotta alla mafia si è nutrita nella storia siciliana più di braccianti agricoli semianalfabeti che di magistrati, più di sindacalisti che di ufficiali di polizia, senza nulla volere togliere al coraggio di tanti uomini dello stato che hanno sacrificato la loro vita all'impegno antimafia.
Mi fa specie, conseguentemente, l'affermazione di Letta. 
Sarebbe stato meglio dire che la candidatura di Grasso nelle liste del Pd è la dimostrazione dell'impegno del partito contro la mafia.
Forse, però, nella società dell'immagine sarebbe stato chiedere troppo.
Al Procuratore Grasso i migliori auguri e un sincero ringraziamento per la lezione di stile che ha voluto ancora una volta regalarci.

Nb.Non commento la candidatura del tira e molla Ingroia. Questa è un'altra storia.

mercoledì 26 dicembre 2012

Prima di licenziare un dipendente per inidoneità fisica bisogna provare l'impossibilità di ricollocarlo


Un'importante sentenza della Corte di Cassazione sui licenziamenti per inidoneità fisica dei dipendenti.
Le aziende devono provare l'impossibilità a ricollocare in altre mansioni, confacenti alle attitudini, i dipendneti interessati. 
Con sentenza n. 23330 del 18 dicembre 2012, la Cassazione ha affermato che, deve essere reintegrato il lavoratore licenziato perché affetto da un disturbo d'ansia se non si dimostra la sua "totale inidoneità allo svolgimento delle mansioni". Non solo, l’azienda deve anche provare l'impossibilità di una ricollocazione del medico.
La Suprema Corte, riprendendo la Corte territoriale ha affermato che "non solo non risultava dalle certificazioni mediche che la sopravvenuta, parziale inidoneità fisica del ricorrente avesse carattere permanente e quindi fosse definitivamente escluso un recupero della sua piena idoneità fisica, ma l'amministrazione aveva omesso di provare ... che, pur con la ridotta capacità lavorativa, il dipendente non potesse svolgere mansioni compatibili con l'organizzazione aziendale".   
Inoltre, la Cassazione ha confermato che, "l'illegittimità del recesso comporta anche per i dirigenti pubblici gli effetti reintegratori stabiliti dall'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori" "a prescindere dal numero dei dipendenti".   

lunedì 24 dicembre 2012

L'Agenda di Mario Monti e la mia.

Abbiamo superato indenni il 21 dicembre. (solo chi non ha mai sbagliato può criticare i Maya)
Del resto ne abbiamo già visto tante fine del mondo,  che una in più, una in meno non avrebbe fatto alcuna differenza.
Fa, invece, la differenza la scelta di “salire” nell’agone politico di Mario Monti.
Lo fa da professore, preparando un’agenda, nella quale inserisce le cose da fare nei prossimi anni.
25 cartelle, suddivise in 4 capitoli, dove sono affrontati i problemi più spinosi della società italiana e nelle quali sembrano sparire le divisioni tra destra e sinistra, che tanto hanno diviso le società nel secolo scorso.
Un documento tecnicistico, sicuramente ammaliante ma, a mio avviso, senza un’anima, senza alcuna passione, nel quale non trova adeguata rappresentanza quello che dovrebbe essere in un programma politico, il protagonista per eccellenza.
Manca l’uomo.
Stiamo attraversando gli anni più difficili, dopo quelli vissuti durante le guerre. In questo momento intravediamo solo macerie, con i ricchi sempre più ricchi e la classe media ricacciata indietro di decenni, senza alcuna speranza, senza alcuna fiducia.
Monti avrà scritto la sua agenda dietro la sua scrivania di Palazzo Chigi, senza guardare fuori dalla finestra, senza comprendere quello che in questi ultimi anni è avvenuto nelle nostre famiglie.
Verrebbe da chiedere come sia stato possibile trovare 4 miliardi di Euro per salvare il Monte Paschi di Siena e non si è trovato il miliardo di Euro per garantire la copertura della Cassa Integrazione in Deroga?
Verrebbe da chiedere perchè non si sono trovati i fondi per una legge sulla non autosufficienza?
Non vi è alcuna parola nell’agenda del sen.Monti sui reali motivi che ci hanno condotto in questa situazione, sugli errori delle banche, su una politica dissennata che in nome della libertà ha rimosso ogni controllo sull’operato dei poteri finanziari.
Mi hanno sempre detto che il potere è la capacità di fare le cose mentre la politica è la capacità di individuare le cose da fare.
Ecco, nell’agenda del governo che vorrei mi piacerebbe che ci fosse al centro il lavoro, non come merce di scambio ma come luogo nel quale gli individui trovano realizzazione, nel rispetto della loro dignità, nel riconoscimento dei loro diritti.
Mi piacerebbe che al centro si fossero i più poveri, i disoccupati, gli anziani, coloro che, senza portare alcuna responsabilità, stanno pagando il prezzo più alto della crisi.
Sarebbe bello se ci fossero la scuola pubblica e la sanità pubblica, che ci fosse una seria politica di ridistribuzione del reddito, per consentire di uscire dalla trappola della povertà.
Trappola, dove tanti, troppi, italiani sono caduti.
Queste ragioni mi inducono a richiudere in un cassetto l’Agenda di Monti, sperando che non siano in molti coloro che vorranno realizzarla.

domenica 23 dicembre 2012

ASpI........La nuova indennità di disoccupazione.

La legge di riforma del mercato del lavoro (denominata riforma Fornero) ha previsto dal 1 gennaio 2013 l'introduzione di una nuova tutela contro la disoccupazione.
Si tratta dell'Assicurazione Sociale per l'Impiego (ASpI) che  prende il posto della
  • disocupazione ordinaria non agricoli con i requisiti normali;
  • disocuupazione ordinaria non agricoli con i requisiti ridotti;
  • disoccupazione spesciale edile
  • la mobilità.
La riforma entrerà a regione del 2016.
Per godere della prestazioni occorrono gli stessi requisiti che oggi occorrono per la Ds, due anni di anzianità contributiva e 52 contributi settimanali nei due anni precedenti il licenziamento così come analoga è la durata, mentre è aumentata la misura.
Si passa dal 60% al 75% delle retribuzioni godute nei due anni precedenti il licenziamento.
E' opportuno ricordare che l'ASpI è riconosciuta per tutti i licenziamenti avvenuti dal 1 gennaio 2013. 
Per i licenziamenti avvenuti entro il 31 dicembre 2012, indipendentemente dalla data di presentazione della domanda, i lavoratori avranno riconosciuto la Disoccupazione Ordinaria

giovedì 13 dicembre 2012

La circolare del Ministero del Lavoro sulle collaborazioni a progetto

Il Ministero del Lavoro ha emanato la circolare N.29 avente per oggetto: L.n.92/2012 - collaborazione coordinata e continuativa a progetto  -indicazioni operative per il personale ispettivo.
La circolare, riprendendo molti contenuti della circolare Damiano del 2007, i cui contenuti furono svuotati dal ministro del lavoro Sacconi del Pdl,  chiarisce i comportamenti da seguire per la stipula, a decorrere dal 18 luglio 2012, data di entrata in vigore della Legge 92 (Riforma Fornero) di contratti di collaborazione a progetto.
L'obbiettivo è quello di fare emergere le false collaborazioni e valorizzare quelle genuine.
Troppo spesso, infatti,  tali contratti sono stati oggetto di controversie giudiziarie in quanto dissimulavano contratti di lavoro subordinato.
La nota individua, quindi, i criteri da adottare, la specificazione del progetto, che deve essere chiaro e predeterminato, le attività che possono essere svolte, le modalità di svolgimento delle stesse,  la retribuzione da riconoscere al lavoratore.
Facciamo attenzione, quindi,  quando si firma un contratto a progetto, evitiamo di essere presi in giro pretendendo il rispetto della legge.

domenica 9 dicembre 2012

Il mondo nel mese di novembre 2012

Come ogni mese, Angelo Gennari sul sito di Eguaglianza e Libertà, fa il punto di tutto ciò che di importante è accaduto nel mondo nel mese precedente.
Nulla di presuntuoso o di scientifico ma solo l'occasione per cercare di capire dove stiamo andando.
Io la trovo una lettura interessantissima .

Stop alle rassegne stampa online gratuite. Una vergogna!

Rassegna stampa on line addio. 
Dal prossimo anno le rassegne stampe di Camera e Senato saranno disponibili sul sito intranet per esigenze informative di parlamentari e di quanti hanno accesso alle reti intranet. 
Niente più possibilità di consultare le rassegne stampa on line da parte dei cittadini.
Nella giornata odierna Senato e Camera hanno raggiunto un accordo con la Fieg in merito alle modalità di pubblicazione delle rassegne stampa on line.
Il servizio che permette di consultare sul web gratuitamente e in modo aperto una selezione di articoli tratti dalle maggiori testate nazionali e divise per argomenti quindi sarà sospeso a partire dal prossimo anno.
Per il sito Help Consumatori, «hanno vinto gli editori, che reclamano la difesa del diritto d’autore. La consultazione delle rassegne stampa sarà possibile su intranet solo per parlamentari e “soggetti autorizzati”. Tagliati fuori tutti coloro che usavano lo strumento per leggere e documentarsi su più fonti di informazione».
La notizia è stata ufficializzata da un comunicato di Senato e Camera. «L’accordo – si legge nella nota – tiene conto della “specialità” della funzione istituzionale e democratica svolta dai due rami del Parlamento, individuando una soluzione condivisa compatibile con il diritto d’autore, tema in questo momento al centro di riflessioni e iniziative in diversi Paesi d’Europa e negli Stati Uniti».
«Il risultato – dice il sito Help Consumatori – sarà che le rassegne stampa rimarranno solo per pochi addetti ai lavori. Tagliati fuori da un servizio utile tutti i cittadini».
Intanto è da registrare la soddisfazione del presidente della Fieg Giulio Anselmi, (mi sorprenderebbe il contrario) che ha espresso «apprezzamento per l’accordo raggiunto con il Senato della Repubblica e la Camera dei deputati sull’utilizzazione delle rassegne stampa; accordo che si pone in linea con il resto d’Europa, nel pieno rispetto della normativa sul diritto d’autore. L’interruzione della pubblicazione sui rispettivi siti internet degli articoli di giornali e l’impegno assunto da ambedue le Istituzioni di verificare la effettiva titolarità, in capo alle società ed agenzie di rassegne stampa, dei diritti di riproduzione e di utilizzazione economica dei prodotti editoriali da esse forniti – continua Anselmi – rappresentano un importante riconoscimento delle legittime richieste degli editori in materia di diritto d’autore».
Difficile immaginare che giornalisti freelance o semplici cittadini informati la pensino allo stesso modo.
Dovremmo fare sentire la nostra contrarietà. Per quanto mi riguarda, non acquisterò più quotidiani. 
Sarebbe bello se tale decisione fosse condivisa da moltissimi cittadini.

sabato 8 dicembre 2012

Politicamente scorretto, l'ultimo libro di Emanuele Macaluso



Emanuele Macaluso, in quest'intervista con Peppino Caldarola, lontana dalla rievocazione memorialistica, svolge un esame critico della storia della sinistra in questi vent'anni che ci separano dalla grande crisi della Prima Repubblica. E se c'è una preoccupazione che veramente lo assilla è la tabula rasa fatta dal '92 in poi nei confronti della tradizione culturale delle grandi forze politiche che hanno costruito la democrazia in Italia. Perché questo, pare a Macaluso, è il motivo principale dell'inadeguatezza attuale delle classi dirigenti. Ripercorrendo questo cammino, l'autore affonda il bisturi proprio sulle pseudocertezze che hanno animato l'attività e l'iniziativa politica degli eredi, loro malgrado, del PCI. 
Questa classe dirigente post-muro di Berlino, trovatasi all'appuntamento con la storia cioè dimostrare di saper governare il paese, per la prima volta dal dopoguerra -, non ha saputo esserne all'altezza. Coetaneo e amico di Napolitano, entrambi appartenenti alla corrente "migliorista" del PCI - sempre sotto accusa di intelligenza col nemico per l'atteggiamento riformista e non velleitariamente rivoluzionario -, Macaluso, oltre a tracciare una ricostruzione puntigliosa e non conformista di questi anni, fornisce un esempio di analisi lucida e dettagliata degli errori del centrosinistra e dei suoi presunti alleati.
Un libro assolutamente da leggere per cercare di interpretare il futuro delle forze politiche italiane e di ribadire la necessità di ricostituire in Italia, un partito autenticamente socialista che si iscriva nella più nobile tradizione del socialismo europeo.

domenica 2 dicembre 2012

Cosa è successo all'interno della scuola Diaz? Il libro di un dirigente della polizia, la sentenza della Cassazione, l'inchiesta di un giornalista inglese.


Ho finito di leggere il Libro "Diaz" di Vincenzo Canterini. 
Come era facile prevedere il suo racconto tende a nascondere le sue responsabilità e quelle dei suoi uomini, sanzionate dalla magistratura. 
Non possiamo, però, dire che "giustizia è fatta", troppi lati oscuri, troppe omissioni ancora permangono.
A distanza di 11 anni non sappiamo cosa sia accaduto, il perchè e come sia stato possibile che quei fatti accadessero.
Giorni di pura follia, nei quali la democrazia e le libertà civili furono sospese.
Non si tratta di chiedere vendette ma solo di conoscere la verità, solo la verità.
Il libro di Canterini ne racconta una parte, la sua. 
Una democrazia compiuta non deve avere paura del proprio passato, dei propri errori, riconoscerli per non commetterli più.
Pubblico la sentenza integrale della Corte di Cassazione che conferma la sentenza di appello, con la quale i vertici della Polizia furono condannati e l'inchiesta di un giornalista inglese che fu testimone dei fatti della Diaz.

Di seguito la presentazione del libro
L’ex comandante del Primo reparto Mobile della Polizia di Roma, Vincenzo Canterini, ha pubblicato un libro – “Diaz“, scritto assieme a Gian Marco Chiocci e Simone Di Meo e pubblicato dall’editore Imprimatur del gruppo Aliberti – in cui ricostruisce la sua versione dell’azione di polizia contro la scuola Diaz al G8 di Genova del 2001. Per il tentativo di occultare le violenze compiute contro le persone che si trovavano ospitate nella scuola, la Corte di Cassazione ha di recente confermato le condanne nei confronti di alcuni importanti dirigenti di polizia tra cui lo stesso Canterini.  Nel libro Canterini ripete alcune delle cose che ha raccontato durante i processi, in particolare lasciando capire che l’azione sia stata voluta dai vertici della polizia per ritorsione sui problemi che le forze di polizia avevano avuto nel contenere le proteste del G8, e attribuendo le violenze peggiori ai molti agenti coinvolti disordinatamente nell’irruzione, scagionando con questo i suoi uomini del “Settimo nucleo” antisommossa: «È mia intenzione parlare di chi e perché ha voluto a tutti i costi la Diaz, di chi ha coperto i veri massacratori della scuola, di chi e perché ha depistato sulle responsabilità alte, chi e perché ha scientificamente gettato fango sul Settimo (…) Erano bestie vili, da rintracciare e rinchiudere in gabbia. A cui nessuno ha però dato la caccia. Dal 2001 sono libere e impunite grazie anche a chi c’era ma in effetti non c’era, a chi comandava senza comandare, a quanti si trovavano lì per caso, per volontà superiore, per depistare, per randellarne uno ed educarne cento».

La narrazione e i fatti. Il governo Meloni fa scuola

NARRAZIONE: “si introduce un esonero dal versamento del 100 per cento dei contributi previdenziali ed assicurativi a carico del datore di la...