domenica 9 dicembre 2012

Stop alle rassegne stampa online gratuite. Una vergogna!

Rassegna stampa on line addio. 
Dal prossimo anno le rassegne stampe di Camera e Senato saranno disponibili sul sito intranet per esigenze informative di parlamentari e di quanti hanno accesso alle reti intranet. 
Niente più possibilità di consultare le rassegne stampa on line da parte dei cittadini.
Nella giornata odierna Senato e Camera hanno raggiunto un accordo con la Fieg in merito alle modalità di pubblicazione delle rassegne stampa on line.
Il servizio che permette di consultare sul web gratuitamente e in modo aperto una selezione di articoli tratti dalle maggiori testate nazionali e divise per argomenti quindi sarà sospeso a partire dal prossimo anno.
Per il sito Help Consumatori, «hanno vinto gli editori, che reclamano la difesa del diritto d’autore. La consultazione delle rassegne stampa sarà possibile su intranet solo per parlamentari e “soggetti autorizzati”. Tagliati fuori tutti coloro che usavano lo strumento per leggere e documentarsi su più fonti di informazione».
La notizia è stata ufficializzata da un comunicato di Senato e Camera. «L’accordo – si legge nella nota – tiene conto della “specialità” della funzione istituzionale e democratica svolta dai due rami del Parlamento, individuando una soluzione condivisa compatibile con il diritto d’autore, tema in questo momento al centro di riflessioni e iniziative in diversi Paesi d’Europa e negli Stati Uniti».
«Il risultato – dice il sito Help Consumatori – sarà che le rassegne stampa rimarranno solo per pochi addetti ai lavori. Tagliati fuori da un servizio utile tutti i cittadini».
Intanto è da registrare la soddisfazione del presidente della Fieg Giulio Anselmi, (mi sorprenderebbe il contrario) che ha espresso «apprezzamento per l’accordo raggiunto con il Senato della Repubblica e la Camera dei deputati sull’utilizzazione delle rassegne stampa; accordo che si pone in linea con il resto d’Europa, nel pieno rispetto della normativa sul diritto d’autore. L’interruzione della pubblicazione sui rispettivi siti internet degli articoli di giornali e l’impegno assunto da ambedue le Istituzioni di verificare la effettiva titolarità, in capo alle società ed agenzie di rassegne stampa, dei diritti di riproduzione e di utilizzazione economica dei prodotti editoriali da esse forniti – continua Anselmi – rappresentano un importante riconoscimento delle legittime richieste degli editori in materia di diritto d’autore».
Difficile immaginare che giornalisti freelance o semplici cittadini informati la pensino allo stesso modo.
Dovremmo fare sentire la nostra contrarietà. Per quanto mi riguarda, non acquisterò più quotidiani. 
Sarebbe bello se tale decisione fosse condivisa da moltissimi cittadini.

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