domenica 2 dicembre 2012

Cosa è successo all'interno della scuola Diaz? Il libro di un dirigente della polizia, la sentenza della Cassazione, l'inchiesta di un giornalista inglese.


Ho finito di leggere il Libro "Diaz" di Vincenzo Canterini. 
Come era facile prevedere il suo racconto tende a nascondere le sue responsabilità e quelle dei suoi uomini, sanzionate dalla magistratura. 
Non possiamo, però, dire che "giustizia è fatta", troppi lati oscuri, troppe omissioni ancora permangono.
A distanza di 11 anni non sappiamo cosa sia accaduto, il perchè e come sia stato possibile che quei fatti accadessero.
Giorni di pura follia, nei quali la democrazia e le libertà civili furono sospese.
Non si tratta di chiedere vendette ma solo di conoscere la verità, solo la verità.
Il libro di Canterini ne racconta una parte, la sua. 
Una democrazia compiuta non deve avere paura del proprio passato, dei propri errori, riconoscerli per non commetterli più.
Pubblico la sentenza integrale della Corte di Cassazione che conferma la sentenza di appello, con la quale i vertici della Polizia furono condannati e l'inchiesta di un giornalista inglese che fu testimone dei fatti della Diaz.

Di seguito la presentazione del libro
L’ex comandante del Primo reparto Mobile della Polizia di Roma, Vincenzo Canterini, ha pubblicato un libro – “Diaz“, scritto assieme a Gian Marco Chiocci e Simone Di Meo e pubblicato dall’editore Imprimatur del gruppo Aliberti – in cui ricostruisce la sua versione dell’azione di polizia contro la scuola Diaz al G8 di Genova del 2001. Per il tentativo di occultare le violenze compiute contro le persone che si trovavano ospitate nella scuola, la Corte di Cassazione ha di recente confermato le condanne nei confronti di alcuni importanti dirigenti di polizia tra cui lo stesso Canterini.  Nel libro Canterini ripete alcune delle cose che ha raccontato durante i processi, in particolare lasciando capire che l’azione sia stata voluta dai vertici della polizia per ritorsione sui problemi che le forze di polizia avevano avuto nel contenere le proteste del G8, e attribuendo le violenze peggiori ai molti agenti coinvolti disordinatamente nell’irruzione, scagionando con questo i suoi uomini del “Settimo nucleo” antisommossa: «È mia intenzione parlare di chi e perché ha voluto a tutti i costi la Diaz, di chi ha coperto i veri massacratori della scuola, di chi e perché ha depistato sulle responsabilità alte, chi e perché ha scientificamente gettato fango sul Settimo (…) Erano bestie vili, da rintracciare e rinchiudere in gabbia. A cui nessuno ha però dato la caccia. Dal 2001 sono libere e impunite grazie anche a chi c’era ma in effetti non c’era, a chi comandava senza comandare, a quanti si trovavano lì per caso, per volontà superiore, per depistare, per randellarne uno ed educarne cento».

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