Abbiamo superato indenni il 21 dicembre. (solo chi non ha mai sbagliato può criticare i Maya)
Del resto ne abbiamo già visto tante fine del mondo, che una in più, una in meno non avrebbe fatto alcuna differenza.
Fa, invece, la differenza la scelta di “salire” nell’agone politico di Mario Monti.
Lo fa da professore, preparando un’agenda, nella quale inserisce le cose da fare nei prossimi anni.
25
cartelle, suddivise in 4 capitoli, dove sono affrontati i problemi più
spinosi della società italiana e nelle quali sembrano sparire le
divisioni tra destra e sinistra, che tanto hanno diviso le società nel
secolo scorso.
Un documento tecnicistico, sicuramente ammaliante
ma, a mio avviso, senza un’anima, senza alcuna passione, nel quale non
trova adeguata rappresentanza quello che dovrebbe essere in un programma
politico, il protagonista per eccellenza.
Manca l’uomo.
Stiamo
attraversando gli anni più difficili, dopo quelli vissuti durante le
guerre. In questo momento intravediamo solo macerie, con i ricchi sempre
più ricchi e la classe media ricacciata indietro di decenni, senza
alcuna speranza, senza alcuna fiducia.
Monti avrà scritto la sua
agenda dietro la sua scrivania di Palazzo Chigi, senza guardare fuori
dalla finestra, senza comprendere quello che in questi ultimi anni è
avvenuto nelle nostre famiglie.
Verrebbe da chiedere come sia
stato possibile trovare 4 miliardi di Euro per salvare il Monte Paschi
di Siena e non si è trovato il miliardo di Euro per garantire la
copertura della Cassa Integrazione in Deroga?
Verrebbe da chiedere perchè non si sono trovati i fondi per una legge sulla non autosufficienza?
Non
vi è alcuna parola nell’agenda del sen.Monti sui reali motivi che ci
hanno condotto in questa situazione, sugli errori delle banche, su una
politica dissennata che in nome della libertà ha rimosso ogni controllo
sull’operato dei poteri finanziari.
Mi hanno sempre detto che il
potere è la capacità di fare le cose mentre la politica è la capacità di
individuare le cose da fare.
Ecco, nell’agenda del governo che
vorrei mi piacerebbe che ci fosse al centro il lavoro, non come merce di
scambio ma come luogo nel quale gli individui trovano realizzazione,
nel rispetto della loro dignità, nel riconoscimento dei loro diritti.
Mi
piacerebbe che al centro si fossero i più poveri, i disoccupati, gli
anziani, coloro che, senza portare alcuna responsabilità, stanno pagando
il prezzo più alto della crisi.
Sarebbe bello se ci fossero la
scuola pubblica e la sanità pubblica, che ci fosse una seria politica di
ridistribuzione del reddito, per consentire di uscire dalla trappola
della povertà.
Trappola, dove tanti, troppi, italiani sono caduti.
Queste
ragioni mi inducono a richiudere in un cassetto l’Agenda di Monti,
sperando che non siano in molti coloro che vorranno realizzarla.
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