lunedì 24 dicembre 2012

L'Agenda di Mario Monti e la mia.

Abbiamo superato indenni il 21 dicembre. (solo chi non ha mai sbagliato può criticare i Maya)
Del resto ne abbiamo già visto tante fine del mondo,  che una in più, una in meno non avrebbe fatto alcuna differenza.
Fa, invece, la differenza la scelta di “salire” nell’agone politico di Mario Monti.
Lo fa da professore, preparando un’agenda, nella quale inserisce le cose da fare nei prossimi anni.
25 cartelle, suddivise in 4 capitoli, dove sono affrontati i problemi più spinosi della società italiana e nelle quali sembrano sparire le divisioni tra destra e sinistra, che tanto hanno diviso le società nel secolo scorso.
Un documento tecnicistico, sicuramente ammaliante ma, a mio avviso, senza un’anima, senza alcuna passione, nel quale non trova adeguata rappresentanza quello che dovrebbe essere in un programma politico, il protagonista per eccellenza.
Manca l’uomo.
Stiamo attraversando gli anni più difficili, dopo quelli vissuti durante le guerre. In questo momento intravediamo solo macerie, con i ricchi sempre più ricchi e la classe media ricacciata indietro di decenni, senza alcuna speranza, senza alcuna fiducia.
Monti avrà scritto la sua agenda dietro la sua scrivania di Palazzo Chigi, senza guardare fuori dalla finestra, senza comprendere quello che in questi ultimi anni è avvenuto nelle nostre famiglie.
Verrebbe da chiedere come sia stato possibile trovare 4 miliardi di Euro per salvare il Monte Paschi di Siena e non si è trovato il miliardo di Euro per garantire la copertura della Cassa Integrazione in Deroga?
Verrebbe da chiedere perchè non si sono trovati i fondi per una legge sulla non autosufficienza?
Non vi è alcuna parola nell’agenda del sen.Monti sui reali motivi che ci hanno condotto in questa situazione, sugli errori delle banche, su una politica dissennata che in nome della libertà ha rimosso ogni controllo sull’operato dei poteri finanziari.
Mi hanno sempre detto che il potere è la capacità di fare le cose mentre la politica è la capacità di individuare le cose da fare.
Ecco, nell’agenda del governo che vorrei mi piacerebbe che ci fosse al centro il lavoro, non come merce di scambio ma come luogo nel quale gli individui trovano realizzazione, nel rispetto della loro dignità, nel riconoscimento dei loro diritti.
Mi piacerebbe che al centro si fossero i più poveri, i disoccupati, gli anziani, coloro che, senza portare alcuna responsabilità, stanno pagando il prezzo più alto della crisi.
Sarebbe bello se ci fossero la scuola pubblica e la sanità pubblica, che ci fosse una seria politica di ridistribuzione del reddito, per consentire di uscire dalla trappola della povertà.
Trappola, dove tanti, troppi, italiani sono caduti.
Queste ragioni mi inducono a richiudere in un cassetto l’Agenda di Monti, sperando che non siano in molti coloro che vorranno realizzarla.

Nessun commento:

Posta un commento

La narrazione e i fatti. Il governo Meloni fa scuola

NARRAZIONE: “si introduce un esonero dal versamento del 100 per cento dei contributi previdenziali ed assicurativi a carico del datore di la...