domenica 26 gennaio 2014

Crocetta vs Aronica. L'Autonomia è una cosa seria. Sarebbe l'ora di usarla meglio

E così dopo 48 ore di attacchi pesantissimi da parte dell'assessore all'economia Bianchi (scopriamo che parla) e del presidente Crocetta, il Commissario dello Stato ha reagito, ammonendo Crocetta di stare attento alle parole.

Non una minaccia, spero, sarebbe gravissimo, più un consiglio.
In una situazione economico-sociale complicatissima, indicare, però, il prefetto Aronica quale responsabile del default sociale della Sicilia, potrebbe indurre qualcuno, che vede messo in discussione il proprio futuro, a compiere qualche gesto eclatante.
A chi ricopre incarichi pubblici non é dato usare le parole come pietre anche se per nascondere i propri errori.
Non sono un costituzionalista, non ho alcun titolo scientifico o accademico per esprimere un giudizio tecnico sull'impugnativa del Commissario dello Stato, mi permetto solo di dare un giudizio politico. 
Buona parte dei rilievi del Commissario si basano sull'art.81 della Costituzione, 
"Lo Stato assicura l'equilibrio tra le entrate e le spese del proprio bilancio, tenendo conto delle fasi avverse e delle fasi favorevoli del ciclo economico.
Il ricorso all'indebitamento è consentito solo al fine di considerare gli effetti del ciclo economico e, previa autorizzazione delle Camere adottata a maggioranza assoluta dei rispettivi componenti, al verificarsi di eventi eccezionali.
Ogni legge che importi nuovi o maggiori oneri provvede ai mezzi per farvi fronte.
Le Camere ogni anno approvano con legge il bilancio e il rendiconto consuntivo presentati dal Governo.L'esercizio provvisorio del bilancio non può essere concesso se non per legge e per periodi non superiori complessivamente a quattro mesi.Il contenuto della legge di bilancio, le norme fondamentali e i criteri volti ad assicurare l'equilibrio tra le entrate e le spese dei bilanci e la sostenibilità del debito del complesso delle pubbliche amministrazioni sono stabiliti con legge approvata a maggioranza assoluta dei componenti di ciascuna Camera, nel rispetto dei princìpi definiti con legge costituzionale
Il testo è stato modificato con l'inserimento della clausola del pareggio in bilancio. 
Resto convinto che questa norma, introdotta nel 2012, la Sicilia ne è una riprova, produrrà solo macelleria sociale.
In poche parole, tutte le norme devono prevedere l'esatta quantificazione dei costi e l'individuazione delle risorse con le quali farvi fronte.
Sembra una norma di buon senso ma al contrario colpirà il finanziamento delle politiche sociali. Non fosse altro che in questo campo è quasi impossibile individuare la platea dei destinatari.
Ora, la domanda é, il governo e l'Ars sono stati in grado di quantificare esattamente le risorse economiche necessarie a far fronte ai nuovi impegni di spesa?
Cosa c'entra l'autonomia siciliana con la superficialità legislativa?
Quello che hanno fatto i governi precedenti è sotto gli occhi di tutti ma questo non esime Crocetta dall'obbligo di invertire la rotta. Lo abbiamo votato anche per questo.
Proseguendo mi chiedo cosa c'entra lo statuto siciliano con Il comma 6 dell’art. 13 
della finanziaria? Norma impugnata in quanto affida la riscossione dei ruoli di contribuenza dei consorzi di bonifica alla SERIT S.p.A.
SERIT S.p.A. che il Commissario dello Stato, ritiene che non esista più? 
Si può legiferare così? 
Governare é assumersi le proprie responsabilità, governare é proporre soluzioni, governare é rispettare norme e regolamenti. 
É quello che si chiede a Crocetta. La finisca con gli annunci mediatici, ai quale pare nessuno creda più proclamando risultati mai conseguiti e governi,
non sottraendosi al confronto non ritenendo di essere l'unico depositario della verità e giustizia.
Caro on.le Crocetta,
non metto in dubbio la sua volontà rivoluzionaria ma al momento sarei felice se almeno tentasse di svolgere al meglio il mestiere per il quale è stato eletto e viene pagato, quello di Presidente della Regione. 
E' chiedere troppo?

giovedì 2 gennaio 2014

In Gazzetta Ufficiale il Piano Biennale sulla Disabilità

"La ratifica italiana della Convenzione sui diritti delle Persone con Disabilità dell'ONU (CRPD) ha aperto un nuovo scenario di riferimento giuridico, culturale e politico. Da quel momento le persone con disabilità non devono più chiedere il riconoscimento dei loro diritti, bensì sollecitare la loro applicazione e implementazione, sulla base del rispetto dei diritti umani. Le persone con disabilità divengono parte integrante della società umana e lo Stato italiano deve garantire il godimento di tutti i diritti contenuti nella Convenzione per sostenere la loro «piena ed effettiva partecipazione alla società su base di uguaglianza con gli altri"

Con questa premessa si apre il Programma di azione biennale per la promozione dei diritti e l'integrazione delle persone con disabilità, messo a punto dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali e ora adottato formalmente con il Decreto del Presidente della Repubblica 4 ottobre 2013, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 28 dicembre 2013.

Il Piano è frutto della riflessione condotta in seno all'Osservatorio nazionale sulla condizione delle persone con disabilità e rappresenta - si legge nel Piano - un primo contributo alla definizione di una strategia italiana sulla disabilità, in accordo con il primo Rapporto all'ONU sulla implementazione della CRPD, consegnato dall'Italia nella seconda metà del 2012, per promuovere la progressiva e piena inclusione delle persone con disabilità in tutti gli ambiti della vita sociale, economica e culturale.
Il Programma d'Azione Biennale segna il culmine di un processo che ha visto coinvolto l’Osservatorio nella sua complessità, grazie alla partecipazione delle principali federazioni delle persone con disabilità e alla costituzione di sei gruppi di lavoro aperti al contributo di ulteriori esperti ed esponenti del mondo dell’associazionismo.
Le sette linee d’azione coinvolgono diversi soggetti istituzionali Ministeri, Regioni, Ssn, Enti locali, della società civile e delle imprese, nei diversi ambiti di competenza prevedendo la messa a punto di nuove norme e di azioni specifiche in ogni ambito di interesse della vita della persona disabile.
Ecco le sette linee d’azione:
Linea di intervento 1 - Revisione del sistema di accesso, riconoscimento/certificazione della condizione di disabilità e modello di intervento del sistema socio-sanitario
Primo obiettivo è la riforma della legge della Legge 104/92 che preveda l'introduzione specifica della definizione di "persona con disabilità" indicato dalla Convenzione ONU a cui associare, con valenza per l'intero territorio nazionale e come riferimento per il Servizio sanitario nazionale e per il sistema degli Enti Locali, un processo di valutazione/accertamento della condizione di disabilità globale e modulare, unitario e coerente con l'articolo 1 della stessa Convenzione ONU.
La parte del nuovo sistema valutativo orientata alla definizione di una progettazione personalizzata e all’erogazione di interventi assistenziali e finalizzati all’inclusione sociale, scolastica e lavorativa è basata sulla valutazione dei funzionamenti della persona con riferimento specifico ai principali luoghi di vita della persona con disabilità: famiglia, scuola e lavoro.
Coerentemente con la definizione dei livelli essenziali di assistenza sanitaria e sociale alla persona con disabilità, riferiti ai principali diritti indicati dalla Convenzione ONU, e organizzati anche tenendo conto delle indicazioni già formulate dalla Legge 328/2000 all’art. 24 che distingue tra almeno tre tipologie: benefici orientati al sostegno del reddito, interventi assistenziali e interventi volti a facilitare i processi di inclusione, le formule allocative devono prevedere un aumento percentuale delle risorse destinate ai processi di inclusione sociale che costituiscono lo strumento principale per assicurare dignità alla persone e rendere maggiormente efficace ed efficiente la spesa.
Linea di intervento 2 - Lavoro e occupazione
L’obiettivo è favorire il mainstreaming della disabilità all'interno delle politiche generali per il lavoro e nella raccolta dati, aggiornado la legislazione in vigore e renderla più efficace nell’offrire occasioni di lavoro, in particolare attraverso un miglior funzionamento del collocamento mirato di cui alla legge 68/99.
Per farlo sono previste sia modifiche normative per aggiornare la legislazione e renderla più efficace nell’offrire occasioni di lavoro, che azioni di politica attiva sul lavoro prevedendo strategie atte a favorire il miglior funzionamento del collocamento mirato di cui alla legge 68/99.
Linea di intervento 3 - Politiche, servizi e modelli organizzativi per la vita indipendente e l’inclusione nella società 
Vita dipendente


L’obiettivo principale è definire linee comuni per l’applicazione dell’articolo 19 della Convenzione Onu (Vita indipendente ed inclusione nella società), fissando i criteri guida per la concessione di contributi, per la programmazione degli interventi e servizi e la redazione dei progetti individualizzati.

Vengono assunti come principi guida quelli espressi dall’articolo 19 della Convenzione ONU, superando e/o integrando la normativa vigente, con particolare attenzione:
a) al contrasto delle situazioni segreganti e delle sistemazioni non rispondenti alle scelte o alla volontà delle persone;
b) alla verifica che i servizi e le strutture sociali destinate a tutta la popolazione siano messe a disposizione, su base di uguaglianza con gli altri, delle persone con disabilità e siano adattate ai loro bisogni.
Vengono definiti gli standard e i criteri minimi per l’autorizzazione, funzionamento, riconoscimento, accreditamento del servizi per la promozione della vita indipendente operanti in forma pubblica o privata nel territorio. Precondizione degli standard è la garanzia della “partecipazione alla vita comunitaria da parte della persona disabile” nell’erogazione di prestazioni e servizi.
Nel supporto alla domiciliarità e alla residenzialità si assume come criterio regolatore che le persone con disabilità abbiano la possibilità di scegliere, su base di uguaglianza con gli altri, il proprio luogo di residenza e dove e con chi vivere e non siano obbligate a vivere in una particolare sistemazione.
Per la parte di benefici e servizi orientati specificamente ai processi di inclusione sociale viene rafforzato il diritto del cittadino con disabilità e il dovere del sistema socio-sanitario, di elaborare in accordo e condivisione, una progettazione personalizzata, e la definizione di un budget integrato di progetto anche con previsione di investimenti decrescenti in funzione degli obiettivi raggiunti e consolidati, e una chiara identificazione delle responsabilità di realizzazione, e monitoraggio (case management) degli interventi. Le norme garantiranno la libertà di scelta dei servizi accreditati attivabili a fronte del progetto e la possibilità di forme di finanziamento diretto alla persona.

La narrazione e i fatti. Il governo Meloni fa scuola

NARRAZIONE: “si introduce un esonero dal versamento del 100 per cento dei contributi previdenziali ed assicurativi a carico del datore di la...