mercoledì 30 novembre 2011

Il valore economico del Volontariato

Solo ciò che si può contare e misurare conta davvero. Partendo da questo il Cnel, il Ministero del lavoro e l'Istat hanno realizzato una ricerca per misurare il valore economico e il contributo del volontariato all'economia italiana.
Si tratta di un lavoro interessante che apre un orizzonte nuovo al no profit e al volontariato a cui viene riconosciuto un ruolo nell'economia italiana.
Il volontariato, quiindi, non solo come atto di donazione ma anche come apporto significativo all'economia.
Buona lettura

lunedì 28 novembre 2011

L'intervento del Governatore della Banca d'Italia al Congresso Nazionale dei Giudici minorili

Lo scorso 25 novembre il Governatore della Banca d'Italia è intervenuto al Congresso Nazionale dei Magistrati per i minori e le famiglie. 
Nel suo intervento (che pubblico) ha sottolineato che la conoscenza e' "una delle variabili chiave" per rilanciare la crescita in Italia, ricordando i ritardi italiani "rispetto ai principali paesi avanzati, sia nei tassi di scolarita' e di istruzione universitaria, sia nel livello delle competenze, dei giovani come della popolazione adulta". Si tratta di "questione antica", e' vero, rileva il numero di Palazzo Koch, ma i numeri sono impietosi. Secondo i dati Ocse nel 2009 il 54% degli italiani di eta' compresa tra i 25 e i 64 anni aveva conseguito un diploma di scuola secondaria superiore, contro il 73% della media Ocse. I laureati erano meno del 15%, la meta' rispetto alla media Ocse. Un'indagine sulle competenze funzionali e alfabetiche condotta nel 2003 mostra come l'80% degli italiani di eta' compresa tra i 16 e i 65 anni non sia in grado "di compiere ragionamenti lineari e fare inferenze di media' complessita' estraendo e combinando le informazioni fornite in testi poco piu' che elementari. Sono, in pratica", dice Visco, "analfabeti funzionali". Si tratta, rileva il governatore, di "ritardi gravosi, ancor piu' in un Paese che, come il nostro, registra da tempo un deficit di crescita. E' per questo", osserva ancora Visco, "che le politiche dell'istruzione non devono semplicemente mirare a colmare i divari con le economie piu' avanzate. Devono ambire a invertirne radicalmente il segno". 
L'augurio è che il nuovo governo non tagli ancora nell'istruzione al contrario faccia come i maggiori paese europei, investa. investa, investa.


venerdì 25 novembre 2011

Il Rapporto della Campagna Sbilanciamoci 2012

Il 24 novembre è stato presentato  il 13° RAPPORTO SBILANCIAMOCI 2012 , Come usare la spesa pubblica per i diritti, la pace, l'ambiente: 100 proposte concrete per politiche economiche e finanziarie nel segno dell'equità sociale, della sostenibilità ambientale di un'economia diversa fondata su un nuovo modello di sviluppo.
Il Rapporto oltre a contenere le proposte per un uso diverso della spesa pubblica per orientare le politiche necessarie per uscire dalla crisi, come tutti gli anni propone la lettura critica della Legge di Stabilità e del Bilancio dello Stato, secondo il punto di vista delle organizzazioni della campagna.
Il Rapporto dimostra che non è assolutamente vero che per uscire dalla crisi è necessario tagliare la spesa sociale ma che per raggiungere gli stessi obbiettivi altre scelte si possono e si devono fare.

Cosa è la Campagna Sbilanciamoci
47 organizzazioni della società civile si sono unite nella campagna Sbilanciamoci! per impegnarsi a favore di un’economia di giustizia e di un nuovo modello di sviluppo fondato sui diritti, l’ambiente, la pace. La campagna Sbilanciamoci! propone ed organizza ogni anno attività di denuncia, di sensibilizzazione, di pressione, di animazione politica e culturale affinché la politica, l’economia e la società si indirizzino verso la realizzazione dei principi della solidarietà, dell’eguaglianza, della sostenibilità, della pace. La campagna Sbilanciamoci!parte dal presupposto che è necessario cambiare radicalmente la prospettiva delle politiche pubbliche rovesciando le priorità economiche e sociali, per rimettere al centro i diritti delle persone, di un mondo più solidale e la salvaguardia dell’ambiente anziché le esigenze dell’economia di mercato fondata su privilegi, sprechi, diseguaglianze. Nei suoi sette anni di attività, la campagna ha elaborato strumenti di ricerca, analisi critica e proposta che sono parte essenziale della sua attività di informazione, pressione politica e mobilitazione.


La Contromanovra

mercoledì 23 novembre 2011

Una sentenza sul part time

Con sentenza n. 24476 del 21 novembre 2011, la Cassazione ha affermato che il datore di lavoro non può unilateralmente disporre la riduzione a part-time dell'orario di lavoro, e della relativa retribuzione, di un singolo lavoratore, anche se ciò è imputabile ad una crisi aziendale.
La Suprema Corte ricorda che la trasformazione del rapporto da tempo pieno a part-time è ammessa soltanto se concordata dalle parti e quando si verificano alcune condizioni fondamentali: deve risultante da atto scritto "ad substantiam" e convalidata dalla Direzione territoriale del lavoro dopo aver ascoltato il dipendente (si ricorda, però, che dal 1° gennaio 2012,  è stata abrogata la convalida di trasformazione dei contratti di lavoro da tempo pieno a tempo parziale presso la Direzione territoriale del lavoro competente per territorio, così come previsto dalla Legge n.183 del 12 novembre 2011)
 


lunedì 21 novembre 2011

Il famoso "Contratto Unico" di cui tanto si parla e, forse, si straparla.

Da quando il sen.Monti ha avuto l'incarico di formare il nuovo governo, tutti sono stati prodighi di consigli.
Riforma delle pensioni e riforma del mercato del lavoro, le priorità indicate, nessuno a chiedere con la stessa forza di far pagare a chi non ha pagato. (sic)
Di cosa pensa il nuovo governo della riforma delle pensioni lo abbiamo visto nel post precedente, ora tocca al Contratto Unico di Ingresso.
Il CUI nasce da un'idea dei proff. Boeri e Garibaldi che ne hanno scritto diffusamente sul sito www.lavoce.info.
Da quell'idea ne è scaturito un disegno di legge presentato al Senato (primo firmatario il sen. Narozzi) è che ha trovato un consenso bipartisan e che gode dell'appoggio del sen. Ichino.
Si riproporrà? Io penso di sì e si discuterà. La questione di fondo resta la precarietà e l'eliminazione delle tante forme contrattuali oggi esistenti che non garantiscono certezze e determinano condizioni di sfruttamento.

domenica 20 novembre 2011

Cosa pensa il Ministro del Lavoro, Elsa Fornero, della riforma delle pensioni.

Pubblico gli articoli che la neo ministra del lavoro, la prof.ssa Elsa Fornero, ha scritto negli ultimi mesi sulle pensioni e sugli eventuali correttivi, secondo lei, da apportare.
E' già tutto scritto.  
Si tratterà di vedere se sulle proposte si troverà il consenso necessario dei partiti e delle parti sociali. Si vedrà, inoltre,  se la riforma delle pensioni sarà terreno di scambio e su che cosa.
Intanto vediamo cosa pensa.
Buona lettura


14/11/2011
03/11/2011 
10/10/2011
05/09/2011 
31/08/2011
19/08/2011
01/08/2011

20 Novembre Anniversario della Convenzione ONU sui diritti dell'Infanzia

Oggi ricorre l'anniversario della Convenzione internazionale dei diritti del Fanciullo.
La Convenzione ONU sui Diritti dell'infanzia è uno strumento normativo internazionale di promozione e tutela dei diritti dell'infanzia. Entrò in vigore il 2 settembre 1990 dopo essere stato approvata dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 20 Novembre 1989
Esprime un largo consenso su quali siano gli obblighi degli Stati e della comunità internazionale nei confronti dell'infanzia e codifica e sviluppa in maniera significativa le norme internazionali applicabili ai bambini.
Tutti i paesi del mondo (eccetto Somalia e Stati Uniti) hanno ratificato questa Convenzione.
La Convenzione è stata ratificata dalll' Italia il 27 maggio 1991 con la legge n. 176.
Oggi aderiscono alla Convenzione 193 Stati, un numero che supera quello degli Stati membri dell'ONU.
La Convenzione è composta da 54 articoli e da due Protocolli opzionali (sull'utilizzo dei bambini nei conflitti armati e sullo sfruttamento della prostituzione minorile)
La Convenzione è uno strumento giuridico vincolante per gli Stati che la ratificano e un riferimento dove è evidente ogni sforzo compiuto in cinquant'anni di difesa dei diritti dei bambini.
Dobbiamo fare tanta strada ancora per affermarne e rispettarne i contenuti.
Ne va del futuro dell'umanità

La Convenzione dei diritti del Fanciullo

giovedì 17 novembre 2011

Le novità in tema di lavoro contenute nella legge di stabilità


Senza presunzione di essere esaustivi, con l'aiuto della Direzione Provinciale del Lavoro di Modena e senza alcun commento, in considerazione della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale della c.d. legge di stabilità (Legge n. 183 del 12 novembre 2011), sono stati estrapolati le novità più interessanti che concernono la materia del lavoro:
a)      contratti a termine (art. 4, comma 12): è stato aggiunto il comma c-bis  all’art. 10, comma 1, del D.L.vo n. 368/2001 con il quale viene specificato che i richiami in servizio del personale volontario del Corpo dei Vigili del Fuoco non costituiscono rapporti di impiego con l’amministrazione; 
b)      dipendenti pubblici in esubero (art.16): viene riscritto l’art. 33 del D.L.vo n. 165/2001. I dipendenti in esubero possono essere messi in disponibilità per 24 mesi. In caso di eccedenza, fatte le prescritte comunicazioni anche alle associazioni di comparto  ed alle RSU (prima c’era una apposita procedura modellata su quella già prevista dall’art. 4 della legge n. 223/1991), trascorsi 10 giorni, le Amministrazioni risolvono il rapporto di lavoro con il personale che maturato 40 anni di contributi o, in subordine, potranno ricollocarli presso altri settori della stessa o di altra Amministrazione in ambito regionale. Trascorsi 90 giorni, il personale non ricollocabile all’interno della stessa Amministrazione o in altro ambito regionale o che ha rifiutato il trasferimento è collocato in disponibilità con una indennità pari all’80% (comprensiva dello stipendio e dell’indennità integrativa speciale) per 24 mesi. Il periodo in disponibilità è riconosciuto utile ai fini pensionistici;

lunedì 14 novembre 2011

"Il libro nero sul welfare", il documento della Campagna "I diritti alzano la voce".

Pubblico il Libro nero sul welfare preparato dalla Campagna "I diritti alzano la voce" e da Sbilanciamoci.
Il quadro che emerge è drammatico. Le politiche sociali e i relativi finanziamenti negli ultimi anni sono stati quasi azzerati, con le conseguenze, facilmente immaginabili, per i soggetti più deboli, che hanno pagato e stanno pagando ancora più duramente la crisi.
Agire con equità significa proprio questo, non dimenticare i più deboli, non lasciare indietro nessuno.
Auguri Prof. Monti, buon lavoro ma auguri soprattutto all'Italia.

sabato 12 novembre 2011

La favola delle api: "Vizi privati e...pubbliche virtù"

Bernard de Mandeville (Rotterdam, 1670 - Hackney, 1733) nel 1705 compose e pubblicò un poema satirico, ampliato e riveduto fino al 1728, il cui titolo definitivo fu La favola delle api: ovvero vizi privati, pubbliche virtù.
L’intento dell’irriverente autore era quello di criticare la società del suo tempo, svelandone alcuni aspetti paradossali, tra i quali il rapporto esistente tra il vizio dei privati e la produttività del sistema economico. Le sue riflessione risultarono chiarificatrici nell’interpretazione della successiva società capitalista.
Questo per dimostrare che ciò che ci contrabbandano come idee moderne non sono altro che pensieri vecchi presenti già nel 700.
Ritengo utile pubblicare la Favola affinchè ognuno possa farsi un'idea.
Buona lettura.

Un numeroso sciame di api abitava un alveare spazioso. Là, in una felice abbondanza, esse vivevano tranquille. Questi insetti, celebri per le loro leggi,  non lo erano meno per il successo delle loro armi e per il modo in cui si moltiplicavano. La loro dimora era un perfetto seminario di scienza e d’industria. Mai api vissero sotto un governo piú saggio; tuttavia mai ve ne furono di piú incostanti e di meno soddisfatte. Esse non erano né schiave infelici di una dura tirannia, né erano esposte ai crudeli disordini della feroce democrazia. Esse erano condotte da re che non potevano errare, perché il loro potere era saggiamente vincolato dalle leggi.

Questi insetti, imitando ciò che si fa in città, nell’esercito e nel foro, vivevano perfettamente come gli uomini ed eseguivano, per quanto in piccolo, tutte le loro azioni. Le opere meravigliose compiute dall’abilità incomparabile delle loro piccole membra sfuggivano alla debole vista degli uomini; tuttavia non vi sono presso di noi né macchine, né operai, né mestieri, né navi, né cittadelle, né armate, né artigiani, né astuzie, né scienza, né negozi, né strumenti, insomma non v’è nulla di ciò che si vede presso gli uomini di cui questi operosi animali pure non si servissero. E siccome il loro linguaggio ci è sconosciuto, non possiamo parlare di ciò che le riguarda se non impiegando le nostre impressioni. Si ritiene generalmente che tra le cose degne d’esser notate, questi animali non conoscevano affatto l’uso né dei bossoli né dei dadi; ma, poiché avevano dei re, e conseguentemente delle guardie, si può naturalmente presumere che conoscessero qualche specie di giochi. Si vedono mai, infatti, degli ufficiali e dei soldati che si astengono da questo divertimento?
Il fertile alveare era pieno di una moltitudine prodigiosa di abitanti, il cui grande numero contribuiva pure alla prosperità comune. Milioni di api erano occupate a soddisfare la vanità e le ambizioni di altre api, che erano impiegate unicamente a consumare i prodotti del lavoro delle prime. Malgrado una cosí grande quantità di operaie, i desideri di queste api non erano soddisfatti. Tante operaie e tanto lavoro potevano a mala pena mantenere il lusso della metà della popolazione.
Alcuni, con grandi capitali e pochi affanni, facevano dei guadagni molto considerevoli. Altri, condannati a maneggiare la falce e la vanga, non potevano guadagnarsi la vita se non col sudore della fronte e consumando le loro forze nei mestieri piú penosi. Si vedevano poi degli altri applicarsi a dei lavori del tutto misteriosi, che non richiedevano né apprendistato, né sostanze, né travagli. Tali erano i cavalieri d’industria, i parassiti, i mezzani, i giocatori, i ladri, i falsari, i maghi, i preti, e in generale tutti coloro che, odiando la luce, sfruttavano con pratiche losche a loro vantaggio il lavoro dei loro vicini, che non essendo essi stessi capaci d’ingannare, erano meno diffidenti. Costoro erano chiamati furfanti; ma coloro i cui traffici erano piú rispettati, anche se in sostanza poco differenti dai primi, ricevevano un nome piú onorevole. Gli artigiani di qualsiasi professione, tutti coloro che esercitavano qualche impiego o che ricoprivano qualche carica, avevano tutti qualche sorta di furfanteria che era loro propria. Erano le sottigliezze dell’arte e l’abilità di mano.

mercoledì 2 novembre 2011

A proposito di licenziamenti facili e del ministro Sacconi

A sentire il ministro Sacconi, buona parte dei problemi italiani nascono dalla presenza nella legislazione italiana di un articolo di una legge.
L'articolo 18 della legge 20/05/1970 n.300 "Norme sulla tutela della libertà e dignità del lavoratori, della libertà sindacale e dell'attività sindacale nel luoghi di lavoro e norme sul collocamento"
Cosa dice esattamente questo articolo 18?
”Ferma restando l'esperibilità delle procedure previste dall'art. 7 della legge 15 luglio 1966, n. 604, il giudice, con la sentenza con cui dichiara inefficace il licenziamento ai sensi dell'art. 2 della legge predetta o annulla il licenziamento intimato senza giusta causa o giustificato motivo ovvero ne dichiara la nullità a norma della legge stessa, ordina al datore di lavoro di reintegrare il lavoratore nel posto di lavoro.
Il lavoratore ha diritto al risarcimento del danno subito per il licenziamento di cui sia stata accertata la inefficacia o l'invalidità a norma del comma precedente. In ogni caso, la misura del risarcimento non potrà essere inferiore a cinque mensilità di retribuzione, determinata secondo i criteri di cui all'art. 2121 del codice civile. Il datore di lavoro che non ottempera alla sentenza di cui al comma precedente è tenuto inoltre a corrispondere al lavoratore le retribuzioni dovutegli in virtù del rapporto di lavoro dalla data della sentenza stessa fino a quella della reintegrazione. Se il lavoratore entro trenta giorni dal ricevimento dell'invito del datore di lavoro non abbia ripreso servizio, il rapporto si intende risolto.
La sentenza pronunciata nel giudizio di cui al primo comma è provvisoriamente esecutiva.
Nell'ipotesi di licenziamento dei lavoratori di cui all'art. 22, su istanza congiunta del lavoratore e del sindacato cui questi aderisce o conferisca mandato, il giudice, in ogni stato e grado del giudizio di merito, può disporre con ordinanza, quando ritenga irrilevanti o insufficienti gli elementi di prova forniti dal datore di lavoro, la reintegrazione del lavoratore nel posto di lavoro.
L'ordinanza di cui al comma precedente può essere impugnata con reclamo immediato al giudice medesimo che l'ha pronunciata. Si applicano le disposizioni dell'art. 178, terzo, quarto, quinto e sesto comma del codice di procedura civile.
L'ordinanza può essere revocata con la sentenza che decide la causa.
Nell'ipotesi di licenziamento dei lavoratori di cui all'art. 22, il datore di lavoro che non ottempera alla sentenza di cui al primo camma ovvero all'ordinanza di cui al quarto comma, non impugnata o confermata dal giudice che l'ha pronunciata, è tenuto anche, per ogni giorno di ritardo, al pagamento a favore del Fondo adeguamento pensioni di una somma pari all'importo della retribuzione dovuta al lavoratore.

La narrazione e i fatti. Il governo Meloni fa scuola

NARRAZIONE: “si introduce un esonero dal versamento del 100 per cento dei contributi previdenziali ed assicurativi a carico del datore di la...