domenica 27 gennaio 2013

Politica e Montepaschi. Una mia riflessione.

Quel che è successo nel caso Mussari-MPS ripete un copione noto, da New York a Siena: operazioni finanziarie spericolare per coprire perdite presenti e rimandarle a bilanci futuri. Ci sono in altre realtà finanziarie italiane altre perdite nascoste dentro titoli tossici?
Il nostro paese rischia, a causa delle polemiche politiche scatenatesi sul Pd, (che dovrà spiegare tante cose) di perdere un’occasione utile per guardare all’interno del proprio sistema bancario, che nasconde, come tutte le banche del mondo, segreti inconfessabili.
Mi auguro che la magistratura faccia diligentemente il proprio lavoro, scoprendo eventuali reati, chi li ha commessi e riesca a punirli.
E’ bene ricordare che mentre negli Stati Uniti il reato di falso in bilancio è punito in maniera severissima, in Italia, su proposta di Berlusconi,  tale reato è stato depenalizzato.
Tutti sapevano che la crisi nata dai mutui sub-prime si sarebbe diffusa sul sistema creditizio mondiale, in considerazione che i derivati costruiti su quei mutui sono stati venduti a tutte le banche.
Per anni ci hanno ripetuto che il nostro sistema bancario fosse rimasto immune da questo cancro.
Lo scandalo MPS ci riporta alla dura realtà.
Anche noi, ne siamo contagiati.
Sarebbe opportuno, per una volta, lasciare da parte le polemiche, figlie della campagna elettorale, e si decidesse in maniera seria di affrontare il problema, per evitare il ripetersi di tali situazioni.
Quante banche italiane hanno in cassaforte titoli e derivati che sono universalmente definiti, tossici?
A quanto ammonta il controvalore?
Come sono stati iscritti in bilancio e a che valore?
Come hanno operato le istituzioni di controllo e di vigilanza, a partire dalla Banca d’Italia?
Come vuole intervenire il Governo per garantire i piccoli, ripeto, piccoli risparmiatori?
A queste domande si deve dare immediata risposta, intervenendo per evitare il ripetersi della situazione MPS.
Se il buongiorno si vede dal mattino, non ci siamo proprio.
A risanare il Montepaschi è stato chiamato il dott. Alessandro Profumo, rinviato a giudizio per evasione fiscale.
Tutto un programma

mercoledì 23 gennaio 2013

Sicilia, siciliani e povertà

Stanchi di essere ultimi in tutte le statistiche, finalmente in qualcuna siamo i primi.
Nulla di cui essere fieri ma solo l’occasione di riflettere e di chiedere alla politica di intervenire.
L’Istituto di Statistica ha pubblicato “Noi Italia. 100 statistiche per capire il Paese in cui viviamo”, un’aggiornata produzione di indicatori che fotografano il nostro paese, le sue paure, le sue difficoltà, le sue criticità ma anche le sue potenzialità (www.http://noi-italia.istat.it/)
Non voglio raccontare tutte le statistiche, chi ha tempo e soprattutto voglia può studiarle direttamente sul sito.
Desidero porre l’attenzione sul capitolo relativo alla situazione economica delle famiglia, riportando il testo della scheda.
Il panorama regionale mette in evidenza il forte svantaggio dell’Italia meridionale e insulare, con una percentuale di famiglie povere più che doppia rispetto alla media nazionale. Nel Mezzogiorno, le famiglie in povertà relativa sono il 23,3 per cento di quelle residenti (contro il 4,9 del Nord e il 6,4 del Centro) e quelle in povertà assoluta ne rappresentano l’8,0 per cento (contro il 3,7 e il 4,1 rispettivamente). Le situazioni più gravi si osservano tra le famiglie residenti in Sicilia (27,3 per cento) e Calabria (26,2 per cento) dove sono povere oltre un quarto delle famiglie. All’opposto, nel resto del Paese si registrano incidenze di povertà relativa decisamente più contenute: la provincia di Trento mostra l’incidenza più bassa (3,4 per cento), seguita da Lombardia (4,2 per cento), Valle d’Aosta e Veneto (4,3 per cento).
Nel Mezzogiorno, inoltre, alla più ampia diffusione della povertà si associa anche una maggiore gravità del fenomeno: le famiglie povere sono di più e hanno livelli di spesa mediamente molto più bassi di quelli delle famiglie povere del Centro-Nord. L’intensità della povertà relativa è, infatti, pari al 22,3 per cento (contro il 18,2 del Nord e il 20,0 del Centro) e quella di povertà assoluta al 18,8 per cento (contro rispettivamente il 16,4 e il 18,4).
Nulla da aggiungere, i dati non necessitano commenti, parlano, anzi gridano, da soli, se non chiedere che in questa appena inizata campagna elettorale trovi posto la drammatica situazione sociale che il Mezzogiorno e la Sicilia stanno vivendo.
E' chiedere troppo? 

La sintesi distribuita alla stampa 

domenica 20 gennaio 2013

Il Porcellum

55, 20, 10, 8, 4, 3, 2.
Non sono i numeri estratti sulla ruota di qualche città, sono i numeri del sistema elettorale con il quale andremo a votare i prossimi 24 e 25 febbraio.
Vale la pena ricordare che nelle società moderne i sistemi elettorali assolvono al compito di trasformare in rappresentanza istituzionale, le sensibilità politiche dei cittadini che, organizzati in partiti o in movimenti, così come recita la Costituzione, intendono partecipare alla vita democratica del Paese.
Tale ragione imporrebbe che i sistemi elettorali fossero semplici e  nel contempo garantissero da un lato maggioranze chiare e dall'altro il massimo della rappresentanza.
Per anni il nostro sistema elettorale è stato quello proporzionale con una bassissima soglia di sbarramento.
L'alibi della non governabilità, di maggioranza sempre a rischio aveva portato il legislatore a modificare il nostro sistema da proporzionale puro a misto. Un 75% di parlamentari eletti in collegi uninominali maggioritari (chi prende un voto in più prende tutto) e un 25% con un sistema proporzionale in colleggi pluriprovinciali senza preferenze. Era il Mattarellum.

La preoccupazione di Berlusconi di perdere le elezioni del 2006 e nel tentativo di non consentire che dalle urne uscisse una maggioranza chiara di centrosinistra, sia al Senato che alla Camera, il Parlamento varò una modifica della legge elettorale, ancora in vigore e con la quale voteremo.

Prima:  
l'elettore precedentemente votava su due schede per la Camera dei Deputati, una per il collegio maggioritario e la seconda per la parte proporzionale.
Riceveva una terza scheda, quella per il Senato, nella quale esprimeva il voto per il candidato nel collegio maggioritario. Il recupero della quota proporzionale avveniva su base regionale fra i non eletti all'uninominale. 

Ora: 
riceve due schede, una per la Camera e una per il Senato nelle quali si limiterà a votare solo per le liste di candidati, senza la possibilità, a differenza di quanto si verifica per le elezioni europee, regionali e comunali, d'indicare preferenze.  
L'elezione dei parlamentari dipende quindi completamente dalle scelte e dalle graduatorie stabilite dai partiti. 


venerdì 4 gennaio 2013

Il link per scaricare Confessioni di un sicario dell'economia

Molti mi hanno scritto dicendomi della difficoltà di scaricare il libro di John Perkins, Confessioni di un sicario dell'economia.
Vi informo che da questo link è possibile farlo. 

giovedì 3 gennaio 2013

John Perkins "Confessioni di un sicario dell'economia" Un ebook da scaricare.

Il banchiere John Perkins rivela: sono stato arruolato dal governo degli Stati Uniti allo scopo di risucchiare le ricchezze di paesi poveri. 
Che un banchiere intitoli le sue memorie "Confessioni di un sicario dell'economia" è già clamoroso. Ma ciò che il banchiere John Perkins rivela nel suo libro, "Confessions of an economic hit man"  è spaventoso: racconta di essere stato arruolato dal governo Usa allo scopo di risucchiare a favore degli Stati Uniti le ricchezze di paesi poveri, e ciò "attraverso manipolazioni economiche, tradimenti, frodi, attentati e guerre".
Le rivelazioni di Perkins gettano una luce del tutto nuova anche sulle motivazioni dell'invasione dell'Irak. John Perkins dice di essere stato reclutato quando era ancora studente, negli anni '60, dalla National Security Agency (NSA), l'entità più segreta degli Stati Uniti, e poi inserito dalla stessa NSA in una ditta finanziaria privata. Lo scopo: "Per non coinvolgere il governo nel caso venissimo colti sul fatto". 
Quale fatto? Abbastanza semplice.
Come capo economista della ditta privata Chas.T.Main di Boston con 2 mila impiegati, Perkins decideva la concessione di prestiti ad altri paesi. Prestiti che dovevano essere "molto più grossi di quel che quei paesi potessero mai ripianare: per esempio un miliardo di dollari a stati come l'Indonesia e l'Ecuador". La condizione connessa con il prestito era che in massima parte venisse usato per contratti con grandi imprese americane di costruzioni e infrastrutture, come la Halliburton e la Bechtel (strutture petrolifere).

martedì 1 gennaio 2013

Ebook del prof.Bacci sulle politiche delle migrazioni


Non è un caso che il primo post del 2013 è dedicato alle migrazioni.
Un fenomeno che ormai coinvolge tutte le società moderne e contro il quale non servono muri, recinti e respingimenti ma solo politiche di accoglienza e di integrazione.
Con la speranza che il 2013 sia l'anno nel quale il nuovo parlamento possa varare la legge proposta dal cartello "L'Italia sono anch'io" riconoscendo la cittadinanza italiana a quanti nascono sul territorio nazionale.
Il post nasce dall'opportunità offerta dal sito www.neodemos.it che ha acconsentito di mettere in rete un ebook del prof. Massimo Livi Bacci, demografo e senatore del Partito Democratico dal titolo Migrazioni Vademecum di un riformista, una riflessione sulle politiche migratorie dell'Italia e dell'Europa.

La narrazione e i fatti. Il governo Meloni fa scuola

NARRAZIONE: “si introduce un esonero dal versamento del 100 per cento dei contributi previdenziali ed assicurativi a carico del datore di la...