lunedì 25 febbraio 2019

Solinas e l'indipendenza della Sardegna

Quando si è a metà dello spoglio, il risultato elettorale della Sardegna si è concretizzato con l'elezione a Presidente della Regione di Christian Solinas.
Solinas è il Presidente del Partito Sardo D'Azione, partito fondato da Emilio Lussu che, spero, non si stia rivoltando nella tomba.
Non voglio avventurarmi in valutazioni di carattere politico ma vorrei concentrare l'attenzione sull'articolo 1 dello statuto del PSD'A che, testualmente, recita "Il Partidu Sardu – Partito Sardo d’Azione” è la libera associazione di coloro che si propongono, attraverso l’azione politica, di affermare la sovranità del popolo sardo sul proprio territorio, e di condurre la Nazione Sarda all’indipendenza"
Mi chiedo se la Meloni, che non perde occasione di parlare di confini nazionali, di difesa dell'italianità, di unità della nazione abbia mai letto lo statuto del partito cui appartiene il candidato che oggi ha vinto e che con tanta gioia festeggia?
Credo che ci sia poco da festeggiare e molto di cui preoccuparsi.

giovedì 21 febbraio 2019

Parteciperò alla primarie del PD ed esprimerò un voto nullo

Domenica tre marzo andrò in uno dei gazebo del PD e chiederò di votare per le primarie.
Con molta probabilità mi farò annullare il voto.
Potrà sembrare comportamento schizofrenico ma ritengo che partecipare rappresenti una grande occasione per gridare con forza che la deriva populista e demagogica del governo del nostro paese vada fermata prima e sconfitta dopo. 
Perché andrò a votare? Perché in un paese nel quale il voto online di circa 50.000 persone (senza alcun controllo, senza alcuna certificazione e per di più su una piattaforma informatica privata) è contrabbandato quale esercizio alto di democrazia diretta, mi piacerebbe capire come sarà definito il voto di centinaia e centinaia di migliaia di persone (di persona pirsonalmente, direbbe il buon Catarella).
Votare alle primarie rappresenta, quindi, la risposta migliore che si possa dare a quanti ritengono che da dietro una tastiera e uno schermo si possa cambiare la società.
Andrò a votare e mi farò annullare il voto, non perché non abbia delle preferenze (voterei Zingaretti) ma per rispetto degli iscritti e militanti del PD non ritengo corretto interferire nella scelta che, a mio avviso, dovrebbe spettare solo a loro.
Sarei felice che fossero in tanti a fare come me. 
Sarei felice di fare una lunga fila e sarò felice di dare un contributo economico al PD che con le primarie mi consente di dire che siamo ancora molti quelli che vogliamo bene a questo paese, non arrendendoci all'idea che un manipolo (la parola non è casuale) di cialtroni lo governi.

NB. Non immaginate quanto mi abbia fatto e quanto mi facciano incazzare il PD e tanti dei suoi dirigenti, alla cui stupidità e presunzione (soprattutto di Renzi&C) si deve il risultato elettorale del 2018.

lunedì 18 febbraio 2019

Nelle mani di nessuno. Di Maio e la diplomazia.

Cerco di mettere in fila le cose:
il vice presidente del consiglio nonché leader del partito di maggioranza del nostro paese, vola in Francia (lasciamo perdere da chi fosse accompagnato) per incontrare uno strano personaggio che ritiene di essere uno dei capi del movimento dei gilet gialli per verificare le condizioni di un'alleanza elettorale in vista delle elezioni europee:
  1. appena la notizia si diffonde (chiaramente la foto di gruppo è obbligatoria) molti gilet gialli denunciano che il personaggio incontrato non rappresenta il movimento e che nessuna decisione è stata assunta in relazione all'appuntamento elettorale;
  2. intervistato da una televisione italiana il nostro ineffabile personaggio dichiara che la Francia è sull'orlo di una guerra civile e che ci sono vari gruppi armati pronti a far sentire la loro voce contro il Presidente Macron;
  3. il nostro buon Di Maio, solo a questo punto, dichiara che il Movimento 5S non ha alcunché da spartire con chi inneggia alla violenza, ragione per la quale l'incontro (in terra di Francia) non può e non avrà alcun seguito, (a parte la legittima incazzatura dei francesi).
Questi i fatti.
Alcune domande:
  • come può il vice presidente del consiglio partire per la Francia incontrare una persona per stringere un accordo elettorale senza informarsi su chi fosse quella persona?
  • come può scrivere sui social che la nuova Europa parte da questo incontro?
  • come reputa la figura che hanno fatto a) gli italiani; b) il governo italiano; c) la diplomazia italiana; d) il Movimento 5 Stelle?
Una riflessione:
Siamo nelle mani di nessuno. Vergogna!



sabato 16 febbraio 2019

La malattia, l'omicidio, la grazia. Quando si è lasciati soli.

Il Presidente della Repubblica ha concesso la grazia a due persone anziane condannate entrambe per avere ucciso il proprio coniuge gravemente malato.
Nel riconoscere a Mattarella la sensibilità con la quale ha riconosciuto in questi poveri uomini non un istinto omicida ma la volontà di porre fine alle sofferenze dei propri coniugi, credo ci si debba interrogare su cosa può spingere una persona a gesti così estremi.
Vorrei, quindi, soffermarmi su un altro aspetto che non è stato, a mio avviso, sufficientemente messo in luce: quella della solitudine nel quale lo stato, i servizi pubblici abbandonano quei cittadini che si trovano ad affrontare una non autosufficienza o una malattia invalidante.
Mi chiedo se queste due persone si fossero trovati in presenza di servizi sanitari e sociali degni di questo nome, se avessero trovato sostegno psicologico professionale, si sarebbero trasformati in omicida?
Bene la grazia ma sarebbe altrettanto bello se insieme all'atto di clemenza riflettessimo su cosa significa essere lasciati soli ad affrontare un dramma come quello che i due graziati hanno dovuto vivere.

La narrazione e i fatti. Il governo Meloni fa scuola

NARRAZIONE: “si introduce un esonero dal versamento del 100 per cento dei contributi previdenziali ed assicurativi a carico del datore di la...