giovedì 1 maggio 2014

Buon Primo Maggio


Oggi primo maggio, festa internazionale del lavoro, i quotidiani grondano di retorica a buon mercato. Editorialisti, professori universitari, ricercatori, politici a spiegarci cosa sia la disoccupazione, come fare a uscire da questa situazione, delle iniziative da assumere per dare una risposta al bisogno di lavoro.

Credo che quanti scrivano un loro personale contributo alla lotta alla disoccupazione, lo hanno dato: sicuramente i loro figli e parenti più intimi, sono ben sistemati, ben retribuiti.
Chiaramente, nessuno dei loro figli ha avuto bisogno di raccomandazioni....sono bravi per definizione, per loro, la meritocrazia ha fatto premio su tutto e tutti. 
Gli sfigati sono gli altri.
Quelli che non si rassegnano ad avere un lavoro in nero, ad avere un lavoro precario, a subire angherie, a sottostare ai ricatti.
Ci presentano dati, ci dicono che quasi il 17% delle imprese non trova sul mercato il personale di cui avrebbero bisogno.
Dovrebbero, però, dirci che orari vengono chiesti, quale retribuzione verrà loro riconosciuto, quali diritti saranno garantiti, quali tutele avranno.
Eppure, esistono strumenti legislativi finalizzati alla formazione, a cosa servirebbero, se no, i contratti di apprendistato, i contratti di inserimento, gli stage o i tirocini?
La verità è che le imprese (i padroni) non vogliono assumere persone vogliono degli automi da sfruttare, da utilizzare, da spremere e poi da sostituire con automi più moderni, magari che costino meno. 
Per questo sono convinto che la disoccupazione prima ancora che un problema di carattere economico è una questione culturale, non dei giovani (come qualcuno più furbo degli altri ci indica) ma delle imprese.
Non si spiegherebbe diversamente l'assunto, tutto italiano, che non si assume perché non si può licenziare.  
Da almeno 20 anni la legislazione sul lavoro è stata massacrata, distrutta, profondamente modificata a vantaggio delle imprese, favorendo la precarietà e l'incertezza. 
I dati ci indicano che la disoccupazione, e quella giovanile in particolar modo, ha raggiunto livelli intollerabili. 
Sempre i "bravi e gli intelligenti" ci spiegano che è la crisi a mordere.
Allora, delle due l'una o è la crisi o è la legislazione. Alternative non esistono.
La finiscano, di prendere per il culo la gente, la finiscano di mettere i giovani contro coloro che giovani non sono più, la finiscano di chiedere più flessibilità, meno diritti, meno tutele.
Rispettino la dignità delle persone.
Credo che la pazienza stia per finire.
Buon Primo Maggio.

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