domenica 20 maggio 2018

Pd: prima ancora dei popcorn vi siete mangiati la speranza.

Ho cinquantacinque anni (spesi più o meno bene, dipende dai punti di vista) e negli ultimi 40 anni ho visto passare circa 30 Governi.
Ogni volta lo stesso copione.
Il Presidente della Repubblica consultava le forze politiche, affidava l'incarico di formare il governo a un esponente di un partito, che a sua volta avviava le consultazioni cercando di trovare il consenso.
Conclusa questa fase, l'incaricato si recava dal Presidente con la lista dei ministri, ne seguiva il giuramento e, solo allora, il presidente del consiglio si presentava alle Camere per richiedere la fiducia.
Solo in quella sede venivamo a conoscenza dell'accordo intervenuto tra le forze politiche e del programma che si intendeva realizzare.
La costituzione del governo a seguito delle elezioni del 4 marzo ha seguito un percorso che si discosta da quello al quale siamo stati abituati.
E' superfluo ripercorrerlo, mi sembra, però, importante sottolineare che tutta la discussione tra Lega e Cinque Stelle non è avvenuta in segrete stanze e che il programma che si impegnano a realizzare (nella consapevolezza che godranno della fiducia del Parlamento) è pronto, pubblicato, conosciuto da più. 
Tanto conosciuto che siamo nelle condizioni, prima ancora che il Presidente della Repubblica affidi l'incarico di formare al Governo, di fare le pulci alla cinquantina di pagine del "contratto", di valutarne l'impatto economico, di criticarne la realizzabilità.
Non li ho votato, non li voterò, non mi convince quanto hanno scritto ma è indubbio che il loro procedere rappresenta una grandissima novità.
Credo che, forse, nulla potrà essere come prima.
Anche per questo sono fastidiosi i commenti di molti dirigenti del Pd.
A parte l'errore di non aver voluto nemmeno sedersi con i cinque stelle per avviare una discussione ma l'ascoltare a un Rosato, a un Fiano, una Boschi, una Serracchiani per citarne alcuni, parlare di rispetto dei cittadini, di un procedere al di fuori delle regole costituzionali (proprio loro che la volevano stravolgere) mi appare fuori luogo.
Non so come andrà a finire, al momento ho acquisito solo una certezza.
Quella che in mano a certi dirigenti il Pd abbia concluso definitivamente la propria esperienza.
Mangino i popcorn, del resto, purtroppo,  prima dei popocorn si sono mangiati la speranza che in Italia potesse esistere un partito moderno, europeista,  autenticamente riformista, ancorato alle tradizioni del socialismo europeo
Sarà difficile che questo vi possa essere perdonato.

domenica 13 maggio 2018

Quando a vincere è l'equilibrio del terrore. Trump e la Corea del Nord.


I giornali degli ultimi giorni ci hanno informato che il presidente degli Stati Uniti, il prossimo 12 giugno si incontrerà con il dittatore coreano Kim Jong-Un
I commenti sono stati unanimemente improntati all'ottimismo. 
Tutti a dichiarare che è possibile sottoscrivere un trattato di pace e si possa avviare, finalmente, la denuclearizzazione della penisola coreana. 
Ecco, per me, il nodo sta proprio in questo: denuclearizzare la penisola coreana
È lecito chiedersi se il raggiungimento di questo obiettivo non sia il frutto dell'arsenale nucleare della Corea del Nord?
Provo a spiegarmi meglio, se la Corea del Nord non avesse dimostrato di poter colpire il territorio americano o il Giappone, questo incontro si terrebbe? 
Mi vengono in mente le parabole di Saddam Hussein o di Gheddafi.
Se avessero avuto la bomba atomica, ci saremmo avventurati nelle guerre per esportare la democrazia? 
E con Assad cosa ci saremmo comportati?
Per non parlare dell'India e del Pakistan.
E' la sconfitta, purtroppo, del pacifismo o la vittoria del sempre attuale "Si vis pacem, para bellum". 
Credo che Kim Jong-Un si sia dimostrato un grandissimo stratega con buona pace di coloro che lo dipingevano come un bambino capriccioso e viziato. Così come credo, alla luce di queste considerazioni e alla luce delle esperienze di cui parlavo prima, la denuclearizzazione della penisola coreana è un sogno e tale rimarrà.
E' mia convinzione che fino a quando Kim Jong-Un avrà il suo bottone, seppur piccolo, ha un assicurazione sulla vita. Sia sulla sua che quella del suo paese. 

La narrazione e i fatti. Il governo Meloni fa scuola

NARRAZIONE: “si introduce un esonero dal versamento del 100 per cento dei contributi previdenziali ed assicurativi a carico del datore di la...