domenica 22 ottobre 2017

E' solo colpa di Crocetta?

La parabola del presidente Crocetta è ormai giunta al capolinea (ogni notte, anche la più buia e tragica ha la sua alba).
Oggi tutti a parlare di questa esperienza come la pagina più brutta della storia recente della nostra Sicilia.
Crocetta ha le sue colpe (e non sono poche) ma non possiamo dimenticare tutti coloro che, in questo viaggio lungo cinque anni, lo hanno accompagnato.
Sono così tanti che ricordarli è veramente un'impresa da Pico della Mirandola.
Presuntuosamente, voglio provarci.
Scusandomi se ne dimentico qualcuno.
Un piccola avvertenza ho considerato solo le persone fisiche, nel senso che se qualcuno ha retto nel tempo due assessorati è considerato solo una volta.
Antonello Cracolici, Rosaria Barresi, Antonino Caleca, Dario Cartabellotta, Ezechia Reale, Maria Lo Bello, Marcella Maria Concetta Castronovo, Linda Calogera Vancheri, Annunziata Luisa Lantieri, Giovanni Pistorio, Patrizia Valenti, Carlo Vermiglio, Pina Furnari, Antonio Purpura, Mariarita Sgarlata, Antonino Zichichi, Alessandro Baccei, Roberto Agnello, Francesca Basilico D'Amelio, Luca Bianchi, Vania Contrafatto, Salvatore Calleri, Nicolò Marino, Carmecita Mangano, Esterina Bonafede, Giuseppe Bruno, Bruno Caruso, Gianluca Miccichè, Antonino Bartolotta, Giovanni Battista Pizzo, Domenico Torrisi, Nella Scilabra, Lucia Borsellino, Baldassare Gucciardi, Maurizio Croce, Piergiorgio Gerratana, Francesco Battiato, Cleo Li Calzi, Michela Stancheris, Antony Barbagallo, Aurora Notarianni, Luigi Bosco, Bruno Marziano.
Alcuni di questi hanno deciso di ricandidarsi.
Speriamo che la memoria non inganni gli elettori.


lunedì 2 ottobre 2017

Elezioni presidente della Sicilia: alla ricerca del sondaggio perduto.

Tempo di  elezioni, tempo di sondaggi.
Ormai è prassi consolidata di candidati e di liste commissionare sondaggi, da utilizzare nella campagna elettorale per  dare fiducia ai propri sostenitori, per impaurire gli avversari ma soprattutto per indicare agli elettori che il loro voto è utile per vincere.
Il risultato è che negli ultimi anni i sondaggi non ci azzeccano più.
È successo per la brexit, per le presidenziali americane, per il referendum costituzionale dello scorso dicembre. È lecito chiedersi perché dovrebbero essere affidabili quelli per le regionali siciliani?
Lungi da me mettere in discussione lo strumento dei sondaggi ma sarebbe scientificamente corretto che le società incaricate di effettuarli  spiegassero:
A) la metodologia scelta;
B) l'individuazione del campione;
C) la rappresentatività del campione.
D) le domande poste agli intervistati
I risultati dell'indagine, infatti, non sono neutri rispetto al metodo che viene adottato per effettuarlo.
Se la tua ricerca è effettuata con interviste telefoniche è evidente che si deve mettere nel conto che è difficile incrociare i giovani e che molte famiglie hanno deciso di disdire l'abbonamento al telefono fisso.
Cosi come se le interviste sono effettuate via internet è evidente che in Sicilia si sconta la poca diffusione del web soprattutto tra le persone che hanno superato i 60 anni.
Le interviste fatte personalmente (altra metodologia utilizzata nella ricerca sociale) hanno costi elevati e sono poco utilizzati, almeno in questa fase
È evidente, quindi, che il sondaggio fotografa una tendenza non un risultato.
Sbandierare i sondaggi quale garanzia di vittoria significa mentire sapendo di mentire ma soprattutto prendere per i fondelli gli elettori siciliani.
Credo che dopo cinque anni di Crocetta questo non ce lo meritiamo

domenica 1 ottobre 2017

A lungo andare la corda si spezza. Sempre

Le vicende di queste ultime settimane che hanno riguardato (e continuano e continueranno a riguardare) la compagnia aerea Ryanair, credo rappresentino un caso di scuola che andrebbe attentamente analizzato.
Si tratta, infatti, della dimostrazione che la corda del liberismo sfrenato, dello sfruttamento della manodopera, del considerare il lavoratore un mero ingranaggio della catena produttiva prima o dopo si spezza.
E quando ciò accade i risultati per i padroni sono sempre drammatici.
Oggi è accaduto con i piloti di Ryanair ma non è difficile immaginare che domani accadrà con i lavoratori dei magazzini di Amazon e poi ancora con gli operatori dei call center sparsi nelle zone più povere del pianeta.
Non comprendere che il rispetto della propria dignità in qualunque situazione essa si esplicita è prima ancora che un diritto, una condizione essenziale di vita. 
Non rispettare la dignità di ciascuno significa ricondurre l'uomo a macchina senza capacità di pensiero.
Significa non avere capito nulla della storia degli uomini. 
Del loro bisogno di libertà, della loro voglia di migliorare la propria condizione di vita, dell'insopprimibile desiderio di garantire a se stessi e ai propri figli un futuro migliore.
Se lo ricordino i tanti liberisti in salsa italiana.
Se lo ricordino coloro che ritengono che diritti e tutela appartengono al secolo passato e sono parole vuote dii significato
Sappiano che diritti e tutele non si coniugano al passato e che le loro uniche declinazioni sono al presente e al futuro.

La narrazione e i fatti. Il governo Meloni fa scuola

NARRAZIONE: “si introduce un esonero dal versamento del 100 per cento dei contributi previdenziali ed assicurativi a carico del datore di la...