martedì 19 novembre 2013

Dopo l'alluvione...la gara di solidarietà per la Sardegna. No. Non ci sto!

Le immagini che arrivano dalla Sardegna sono drammatiche. Una pioggia torrenziale e .......le strade si trasformano in fiumi, ponti che crollano, paesi sommersi.
Alla distruzione di cose, si aggiungono il peso e la responsabilità per 16 morti di cui 4 bambini.
Sedici vite umane spezzate, non un per un destino cinico e baro ma perché la natura si è vendicata degli stupri che ogni giorno si commettono contro di essa, avendo la certezza che chi avrebbe il compito di vigilare e salvaguardarla, è voltato dall'altra parte o ha chiuso gli occhi.
Puntualmente, ogni anno, tragedie di questo genere si ripetono. Non esiste regione italiana che ne sia immune.
Così come puntualmente si ripetono le polemiche, il rimpallo delle responsabilità, delle cose che andavano fatte e non si sono fatte. E si continua a morire. 
Così come puntualmente sia apre la corsa alla solidarietà. A dare il "primo aiuto concreto" a cui chiamare i cittadini.
Mi dispiace. Mi dispiace per i fratelli sardi, così duramente provati ma non intendo, questa volta, concorrere.
Sono stanco di supplire alle assenze dello stato, sono stanco di pagare per responsabilità di una classe politica che della tutela dell'ambiente, della difesa del territorio se ne fotte.
Basta guardare alle leggi di bilancio, per capire dove e cosa si è tagliato e comprendere che la tragedia sarda, come tutte le altre potevano essere evitate.
Si sono criminalizzati i forestali, hanno consentito che si costruisse ovunque, senza regole e senza vincoli, per poi piangere i morti innocenti e senza colpa alcuna.
Loro sono i responsabili e io, per spirito di solidarietà,  devo contribuire alla ricostruzione?
No, non ci sto!
Pago le tasse, tutte, fino all'ultimo centesimo. Pago anche il canone della tv,  non mi sento stupido se faccio la fila, sono rispettoso di tutte le leggi e dei regolamenti, anche quelli assurdi. 
Mi piace prendermi in giro ma non accetto che mi si prenda per il culo.
Mi piacerebbe sapere come sono stati spesi i soldi dell'emergenza nordafrica, che fine ha fatto la cricca che festeggiava il terremoto in Abruzzo, come sono stati utilizzati i soldi per il G8 che doveva tenersi sull'isola La Maddalena.
No. Non ci sto.
Non ci sto che definiscano strategica la Tav e militarizzino un territorio, che la Sicilia sia diventata una grande base militare.
Non ci sto che stanzino solo 20 milioni di euro per la Sardegna quando tutti sanno che con i soldi che serviranno per comprare gli F35, la tragedia sarda non sarebbe mai avvenuta.
Alla fine, però, darò il mio contributo, piccolo ma lo darò, nella speranza che sia utilizzato non per arricchire i professionisti dell'emergenza ma per aiutare chi ha perso tutto.
Con la speranza che almeno i morti facciano riflettere.
Ma non ci credo.


Troppe amputazioni in Sicilia. Tra denunce e scoop. I siciliani hanno diritto alla verità.

I giornali online di ieri hanno riportato con grande evidenza l'ultima, in ordine di tempo, denuncia del presidente Crocetta. (Articolo su siciliaweb.it)
Questa volta non si tratta di un abuso nella prescrizione di farmaci o di qualcosa che ha a che fare con le ruberie alle quali negli anni ci siamo abituati.
Stavolta la questione è molto, molto più grave.
Si tratterebbe di un insolito aumento degli interventi chirurgici che prevedono delle amputazioni. 
Sono fornite anche cifre: gli interventi alle gambe nel 2012 in Sicilia, sono risultati quasi il doppio di quelli effettuati in Lombardia: 1.249 contro 720. Ed è bene ricordare che la Lombardia ha quasi il doppio della popolazione siciliana.
Ora, a parte il silenzio sotto il quale questa notizia sta passando, qualche domanda mi piacerebbe porla:
  • Quali indagini l'Assessorato ha intrapreso per appurare i fatti:
  • Quali provvedimenti verranno assunti nel caso la denuncia risultasse fondata;
  • Che cosa hanno da dire gli Ordini dei Medici, che, normalmente, si fanno paladini della difesa della professione medica.
  • Come sia stato possibile che ciò sia accaduto senza che qualcuno se ne accorgesse (manager, personale sanitario ecc.)
La questione è troppo delicata per lasciarla (come del resto Crocetta ci ha abituato) alle enunciazioni giornalistiche.
Se invece la questione dovesse risultare non veritiera sarebbe opportuno che chi l'ha denunciata si assumesse le proprie responsabilità.
Qua è in gioco la nostra salute, è in gioco la nostra dignità, è in gioco la credibilità (o, almeno, quella che rimane del sistema sanitario siciliano.

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