sabato 27 aprile 2013

Due milioni in fuga dalle cure, non hanno i soldi per il ticket

Un'inchiesta di Repubblica

L'Italia era seconda solo alla Francia per la copertura assistenziale, ora invece si va verso il collasso del sistema. "I medici mi dicono che i loro assistiti non hanno soldi. O mangiano o si curano" denuncia Luca Coletto, assessore alla Salute del Veneto. Contemporaneamente, i bilanci delle Regioni, già fiaccati dalla spending review rischiano di finire in rosso
di MICHELE BOCCI e FABIO TONACCI

ROMA - A Francesco mancano i denti per sorridere. "Ero ingegnere, avevo tutto. Poi le cose hanno preso una brutta piega, ho perso il lavoro e i denti. Avevo bisogno di cure, anche per una congiuntivite cronica. Ma dal giorno alla notte, non so come, mi sono ritrovato espulso dal sistema sanitario nazionale". Sessant'anni, ferrarese e un reddito di 38 mila euro che lo ha incastrato in una terra di nessuno. Troppo "giovane" e "ricco" per essere esentato dal ticket. Figuriamoci se ha i soldi per rimborsare i 750 euro della protesi dentale. "Ho provato a chiedere un prestito in banca, invano. E senza denti non posso nemmeno andare ai colloqui di lavoro". Ormai conserva la tessera sanitaria nel portafoglio solo per abitudine. Giusto per ricordarsi di tanto in tanto che la sua salute una volta era tutelata dallo Stato. Che c'era un tempo in cui anche per lui l'articolo 32 della Costituzione aveva un qualche senso. La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo. "No, guardi, lasci perdere... ormai non è più così". Nel 2012 si stima che 1,8 milioni di cittadini italiani abbiano abbandonato il sistema sanitario pubblico, rinunciando a esami, visite, analisi. Non era mai successo prima.

ESPULSI DALLA SANITÀ -
 Non esistono solo gli esodati della pensione. Ci sono anche quelli del sistema sanitario pubblico, espulsi per quei ticket diventati all'improvviso troppo onerosi. Come Francesco, che dopo una sfilza di no e di porte sbattute in faccia, è stato costretto a rivolgersi al poliambulatorio di Emergency di Marghera, dove ha avuto la fortuna di essere curato gratis. Un'eccezione. In Italia infatti ci sono una valanga di persone per le quali i 45 euro del ticket per farsi vedere da un'oculista o i 65 euro per sottoporsi a una ecografia sono diventati troppi.

Gli italiani scappano dagli ambulatori, oppure sono gli ambulatori a scappare da loro. Questa tendenza si era già vista nel 2011, ma lo scorso anno si è manifestata in tutta la sua drammaticità. Sono i dati sui ticket sanitari a raccontarlo. Nel 2012, tra attività pubblica e convenzionata, l'incasso per le Regioni è stato di 2 miliardi e 285 milioni, cioè 549 milioni in meno di quanto era previsto. E siccome in media un italiano spende 150 euro all'anno in ticket, significa che 3,6 milioni di persone hanno rinunciato a pagarli. Qualcuno si è rivolto alle cliniche private, qualcun altro è entrato tra gli esenti per reddito ed età (guadagnano meno di 36 mila euro e hanno più di 65 anni). Ma la metà di loro, 1,8 milioni, hanno proprio rinunciato a curarsi perché pur non essendo esenti non hanno i soldi per pagarsi il ticket. Esodati. Si tratta di numeri, dietro i quali ci sono i malati e le loro storie. "I medici di medicina generale - denuncia Luca Coletto, assessore alla Salute del Veneto - mi dicono che i loro assistiti non hanno soldi. O mangiano o si curano".

Contemporaneamente, in un effetto perverso, i bilanci delle Regioni, già fiaccati dalla spending review rischiano di finire in rosso anche per colpa dei ticket non riscossi. Le Asl italiane vedono un calo della domanda di prestazioni specialistiche del 5-10 per cento, ma non possono certo eliminare i servizi. Eppure non più tardi del 2000 l'Italia era al secondo posto nel mondo per copertura assistenziale, seconda solo alla Francia. Lo sosteneva l'Organizzazione mondiale della sanità. Come siamo arrivati a questo punto? A chi si rivolge chi ha abbandonato le strutture pubbliche? Cerca di risparmiare o aspettare meno prima di consultare il medico?

mercoledì 24 aprile 2013

Il Programma del Governo Letta I

Tanto tuonò che piovve.
Il Presidente Napolitano ha conferito l'incarico di formare il nuovo Governo a Enrico Letta, vice segretario (dimissionario, si, no, non si sa del Pd).
Ha un mandato preciso, formare un governo di larghe intese, che coinvolga tutti i partiti.
Impresa impossibile, già Sel, M5S hanno fatto sapere che saranno all'opposizione, responsabile quanto si vuole ma all'opposizione.
Con quale programma? Niente di più facile. Il programma lo trova già scritto. 
Lo ha redatto il famoso gruppo dei 10 "saggi", istituito da Napolitano nelle settimane scorse.
Leggiamo insieme i due documenti prodotti, che saranno il programma dell'eventuale Governo Letta.

sabato 13 aprile 2013

Per Margaret Thatcher

Nei giorni scorsi è venuta a mancare Margaret Thatcher. Molti commentatori di casa nostra si sono cimentati a ricordarla, sottolineando le innovazioni che in campo economico e sociale aveva prodotto in Gran Bretagna.
Da noi si usa parlando dei morti il termine "buonanima" forse per guardare gli aspetti positivi di chi non c'è più.
Io non riesco a chiamarla buonanima perchè non riesco a trovare negli anni del suo governo, iniziative tese a migliorare le condizioni di vita dei suoi compatrioti. Tutt'altro. 
Anzi, stiamo pagando oggi, con gli interessi, il prezzo delle sue politiche liberiste e del suo degno compare d'oltreoceano Ronald Reagan.
Pubblico a questo proposito un articolo del prof. Claudio Gnesutta che insegna Economia Politica e Politiche economiche e scenari macroeconomici presso la Facoltà di Economia dell'Università di Roma "La Sapienza", pubblicato sul sito di Sbialanciamoci.info

I have given you back the right to manage”. Con questa frase il primo ministro Margaret Thatcher esordiva a una cena annuale della Confederation of British Industry assumendosi il merito di aver rilanciato la crescita economica del Regno Unito
Come noto, gli anni Settanta sono contrassegnati, anche nel Regno Unito, da profonde tensioni economiche e sociali. Il modello economico che fino ad allora aveva garantito la diffusione del benessere in ampi strati della popolazione, è messo in discussione dal quadro competitivo internazionale che richiede una ristrutturazione industriale costosa sul piano sociale in un contesto di forte incertezza generata dalle tensioni inflazionistiche dovute alla crisi petrolifera e a quella del dollaro con conseguenti svalutazioni competitive, crescita dei deficit pubblici e cadute dei redditi reali.
Con la vittoria del partito Conservatore nel 1979, il governo dalla sig.ra Thatcher porta un radicale mutamento nella strategia di politica economica, un Right Approach di netta contrapposizione con la politica keynesiana del passato. Il suo riferimento sono le posizioni del monetarismo e della nuova macroeconomia classica che, almeno inizialmente, tenta di applicarle incondizionatamente alla realtà, conquistando con una proposta netta e apparentemente innovativa ampi strati di cittadini che non si ritrovano nell’incerta risposta laburista alla crisi.
La rivoluzione politica della Thatcher (e del presidente degli Stati Uniti Ronald Reagan) modifica profondamente l’orientamento di politica economica in quanto assume come propria linea di fondo il “disimpegno”, ovvero l’arretramento del governo da aree d’intervento e di responsabilità economica che le precedenti amministrazioni avevano occupato. L’obiettivo immediato è il controllo dell’inflazione tramite politiche monetariste che, con un impatto rapido, riportano sotto controllo l’aumento dei prezzi, senza alcun riguardo alla creazione di disoccupazione che ne deriva. L’obiettivo a più lungo periodo è invece di “restituire la salute alla vita economica e sociale” con “un equo bilancio dei diritti e dei doveri delle unioni sindacali”, in modo da ripristinare gli incentivi a coloro che “tanto duramente” lavorano e che quindi garantiscono la creazione di nuovi posti di lavoro e sostengono la crescita economia. È l’avvio della politica dal lato dell’offerta: rimozione delle restrizioni all’espansione degli affari; controllo delle spese governative per ridurre l’onere sull’economia; struttura fiscale caratterizzata da una più bassa tassazione per favorire le remunerazioni delle imprese e delle capacità professionali; privatizzazione delle industrie nazionalizzate; abolizione delle restrizioni sul sistema bancario, sulla finanza internazionale; e infine liberalizzazione del mercato del lavoro (l’Employment Act del 1980 diretto a limitare drasticamente lo spazio dell’attività sindacale è il primo atto dell’amministrazione Thatcher).

venerdì 12 aprile 2013

Arrivano i voucher per aiutare le famiglie nella conciliazione dei tempi di vita e di lavoro.

L’INPS, con la Circolare n. 48 del 28 marzo 2013, fornisce le istruzioni operative in merito alle modalità per richiedere l’erogazione dei benefici e dei voucher previsti dalla Legge n. 92 del 28 giugno 2012 nell’ambito degli interventi volti a favorire l’inclusione delle donne nel mercato del lavoro e il sostegno alla genitorialità, attraverso l’introduzione di misure orientate a migliorare la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro e la condivisione dei compiti di cura dei figli.
La citata legge, in particolare, ha introdotto - all’art. 4, comma 24, lettera b) - in via sperimentale per il triennio 2013-2015, la possibilità per la madre lavoratrice di richiedere, al termine del congedo di maternità, e in alternativa al congedo parentale, voucher per l’acquisto di servizi di baby sitting, ovvero un contributo per fare fronte agli oneri della rete pubblica dei servizi per l'infanzia o dei servizi privati accreditati, da utilizzare negli undici mesi successivi al congedo obbligatorio, per un massimo di sei mesi.
Si tratta di un contributo economico mensile di 300 euro, con cui pagare appunto i servizi per l'infanzia offerti da strutture pubbliche o private accreditate o da utilizzare quale compenso per la baby sitter.
Per le baby sitter, lo Stato darà i soldi come buoni lavoro, mentre per i nidi (statali o privati) lo Stato pagherà direttamente la struttura scelta dalla famiglia e frequentata dal bimbo, fino a un massimo di 300 euro mensili.
I criteri di accesso e le modalità di utilizzo del contributo per l’acquisto di tali servizi - entro un limite di spesa di 20 milioni di euro annui per ciascuno degli anni 2013, 2014, 2015 - sono stati definiti dal Decreto del Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali di concerto con il Ministro dell'Economia e delle Finanze del 22 dicembre 2012.
Il bando per l'accesso al contributo non è stato ancora aperto e il lancio dello stesso sarà comunicato con un successivo messaggio dell'istituto di previdenza.
Una volta aperto il bando, le mamme dovranno inviare la domanda esclusivamente online tramite il sito dell'Inps, utilizzando il codice personale (Pin) e dunque, chi non lo avesse ancora fatto, è opportuno che lo richieda e lo attivi in modo da non arrivare impreparato alla scadenza. Tutte le domande inserite, infatti, daranno vita a una graduatoria basata sull'Isee (Indicatore della situazione economica equivalente), con precedenza per gli Isee più bassi e, a parità di valore, farà fede l'ordine di presentazione della richiesta. Quindi la tempestività è importante.
L'Inps precisa, inoltre, che il contributo potrà essere erogato solo per frazioni mensili intere, singolarmente o in successione, ma si potranno presentare più domande anche contemporaneamente se si hanno più figli con relativo diritto al congedo parentale.
Sul sito dell'Inps sarà anche disponibile l'elenco delle strutture accreditate, in modo da poter scegliere dove iscrivere i figli sulla base di tale elenco.
Infine, in caso di rinuncia, si potranno restituire i voucher non utilizzati, sempre su base mensile, quindi in blocchi da 300 euro.

martedì 9 aprile 2013

Le indagini del Ministero del Lavoro sulle comunità straniere presenti in Italia


Il Ministero del Lavoro ha pubblicato sul suo sito, le prime 10 indagini sulle comunità straniere, presenti nel nostro Paese.
Non si tratta solo di un lavoro statistico ma del tentativo di conoscere più da vicino, le comunità immigrate, giunte per cercare un futuro migliore.
Solo la conoscenza può far vincere la diffidenza e, superando questa, far vivere le stagioni dell'accoglienza e dell'integrazione.
Troppo spesso ci fermiamo alla superficie, senza scendere in profondità, dove è facile scoprire l'indentità di ciascuno. 
Identità, fatta da passioni, da emozioni, da valori, dal desiderio di vivere una vita che vale la pena vivere.
I primi dieci rapporti pubblicati riguardano le comunità Filippina, Marocchina, Tunisina, Albanese, Moldava, Ucraina, Egiziana, Sri Lankese, Peruviana ed Ecuadoriana. Sono previste anche prossime edizioni per le Comunità Cinese, Indiana, Pakistana, Bengalese.


Le prime 10 indagini

sabato 6 aprile 2013

Cipro: cosa è accaduto, cosa accadrà. Personalissima opinione.

So di essere fuori tema, di non avere l'autorevolezza e la specializzazione per parlare di quanto avvenuto a Cipro ma ritengo che anche l'uomo della strada (come me) deve avere l'opportunità di commentare un fatto, un argomento che, piaccia o non piaccia, ci tocca da vicino e non mancherà di fare sentire i suoi effetti nella nostra vita quotidiana.
Ricapitolando, la Repubblica di Cipro fa parte dell'Unione Monetaria, la sua moneta è dal 2007, l'Euro.
Tutti sapevano che le normative fiscali facevano dell'isola uno dei rifugi privilegiati per denaro di provenienza dubbia.
Riciclatori, oligarchi russi, evasori fiscali avevano trovato nelle banche di Cipro, il luogo adatto dove nascondere le loro ricchezze economiche.
Il diavolo, si sa, fa le pentole ma non i coperchi e a quel punto i banchieri ciprioti non hanno fatto altro che investire questa enorme ricchezza, troppo grande per le dimensioni delle banche, in titoli di stato greci.
Come è finita in Grecia è noto, così come deve essere stato noto alle banche cipriote.
A quel punto? Fare fallire le banche? Aiutare le banche?
Ecco arrivare in soccorso l'Unione Europea con un proprio piano.
Dovrà essere ridimensionato il sistema bancario ma i correntisti dovranno aiutare il piano di risanamento.
Sarà previsto un prelievo forzato sui depositi.   Inizialmente tutti i depositi, compresi quelli inferiori a 100.000 € (tutelati dalle normative europee).
Apriti cielo, il presidente della Repubblica Russa ha definito l'eventuale prelievo, un vero e proprio furto.
Accanto a questa misura, tutte le altre che ben conosciamo: riforme strutturali alla previdenza, alla sanità, liberalizzazioni e privatizzazioni.
In parole povere, le misure che hanno ucciso la Grecia.
A pagare saranno, comunque, sempre gli stessi, i cittadini di Cipro, che non portano alcuna responsabilità delle scelte dei banchieri del lro paese.
La cosa che più fa rabbia è che vengono somministrate medicine già sperimentate e che hanno effetti devastanti sulla società civile.
E' mai possibile che a rispondere dei guasti non siano mai chiamati i veri responsabili, coloro che si sono arricchiti sulle spalle dei cittadini?


venerdì 5 aprile 2013

Appunti del mese di marzo 2013

Direttamente dal sito di Eguaglianza e Libertà pubblico il diario del mese di marzo 2013.
Il lavoro fatto da Angelo Gennari riassume i dati e i fatti rilevanti accaduti nel mese di marzo, si sono anche qualcuna delle migliori vignette pubblicate sulla stampa internazionale, perchè un sorriso fa sempre bene (anche se qualche volta è un po' amaro).

mercoledì 3 aprile 2013

Commentario della riforma Fornero

L’ultima riforma del mercato del lavoro è stata portata a segno dal “Governo dei tecnici” con la legge 28 giugno 2012, n. 92, recante «Disposizioni in materia di riforma del mercato del lavoro in una prospettiva di crescita» (comunemente nota come Riforma Fornero), a seguito di un iter di approvazione del disegno di legge governativo velocissimo, ed alla fine premiato da un voto parlamentare a larghissima maggioranza, condizionato dalla drammatizzazione alimentata intorno alla necessità del varo di una riforma presentata come una delle condizioni da cui far dipendere la stessa permanenza in Europa del nostro Paese.
E’ stato così raggiunta una tappa da anni ormai in agenda: quella della vanificazione di buona parte delle tutele e delle garanzie che hanno costituito la “civiltà” del lavoro, sin qui al riparo dallo scudo dell’art. 18 St.lav.
L’analisi critica della Legge Fornero contenuta in questo volume punta innanzitutto al nucleo di sostanza del passaggio “riformatore”, soffocato nel dibattito pubblico dalla brusca chiusura in nome dell’emergenza della crisi economica e della necessità di assolvere ad impegni assunti presso le istituzioni europee: in realtà, nell’occasione si è percorso un altro significativo tratto di strada nella direzione, da anni intrapresa,  di comprimere gli equilibri segnati dal compromesso costituzionale, confidando ancora nelle capacità di un mercato quanto più libero da vincoli di sprigionare le energie necessarie per la ripresa.
Attraverso i contributi di magistrati del lavoro di lunga esperienza affiancati da studiosi di prestigiosa caratura, questo volume vuole offrire uno strumento di conoscenza e di valutazione del testo legislativo, nonchè un mirato esame di quelle sue parti in contrasto con i principi della Carta del 1948, e fornisce ipotesi di interpretazione costituzionalmente orientata delle norme più ambigue.

dal sito di Magistratura Democratica 

martedì 2 aprile 2013

Il Piano di Rinascita Nazionale della P2.

In chimica, si dice, nulla si crea, nulla si distrugge ma tutto si trasforma.
Questo vale anche per molti aspetti della nostra vita, a partire dalla politica.
Basta andare indietro con la memoria al 1981, quando scoppio il caso della P2. Un'associazione segreta diretta da un italiano, Licio Gelli, sconosciuto ai più, che si era data la missione di "salvare" l'Italia.
Di seguito indico due link dove si possono trovare notizie utili a conoscere la Loggia Massonica segreta loggiap2 e le notizie di wikipedia.
Quello che interessa in questa sede è il famoso "Piano di Rinascita Nazionale" ritrovato tra i documenti in possesso della figlia di Licio Gelli.
Un documento inquietante, teso a istaurare in Italia un regime pseudo-democratico.
Il Piano è dei primi anni 80 e la sua lettura è straordinariamente attuale. E' sufficiente leggere le dichiarazioni di Grillo per capire che nulla si crea, nulla si distrugge ma tutto tende a essere trasformato.
Grillo, purtroppo, è, forse, il più recente degli emulatori di Gelli, che veste di modernismo idee vecchie, che speravamo fossero consegnate alla storia più oscura dell'Italia.
Conoscere è importante. E' lo strumento che ci consente di difenderci.
Buona lettura.
 

La narrazione e i fatti. Il governo Meloni fa scuola

NARRAZIONE: “si introduce un esonero dal versamento del 100 per cento dei contributi previdenziali ed assicurativi a carico del datore di la...