giovedì 31 dicembre 2015

Tony Colombo e la puzza sotto il naso

Ho l'impressione che a Palermo in questi ultimi giorni del 2015 tengano banco la vicenda del tram, delle ZTL e quella del concertone dell'ultimo dell'anno.

Pare che la scelta di chiedere a Tony Colombo, cantante neomelodico, di partecipare abbia suscitato in tantissimi (?) sentimenti di rabbia e sgomento.
Ancora una volta (lo dico da uomo di sinistra) tanta sinistra dimostra di essere con la puzza sotto il naso, pensando che la canzone neomelodica appartenga a un sottogenere di musica e che possa piacere solo al sottoproletariato urbano.
Quindi? La presenza di Tony Colombo mortificherebbe la città quando, al contrario, la partecipazione di un Cantante con la C maiuscolo rappresenterebbe la voglia di riscatto.
Ora, non sono un critico musicale e non sono particolarmente amante del genere neomelodico ma non posso accettare che sul cantante ci siano commenti sprezzanti al limite offensivi.
Non tanto e non solo perché ritengo ingiusto offendere una persona che vive della sua arte ma perché si disprezza quella parte (forse la più grande) di città per la quale il Capodanno con Tony Colombo è uno spettacolo da non perdere.

lunedì 28 dicembre 2015

Riflessione a margine di un intervento di contrasto alla povertà

Tanto tuonò che piovve.
All'interno delle disposizioni della Legge Finanziaria 2016 presentata dal Governo Regionale gli artt. 55 e seguenti sono dedicati all'introduzione di una misura di contrasto alla povertà assoluta.
Nulla di nuovo, operazione di copia e incolla del Disegno di Legge che l'assessore meteore Caruso, volle battezzare con il suo nome.
Un copia e incolla fatto così male che negli articoli sono richiamati disposizioni assenti nella norma ma che si ritrovano nel DDL Caruso.
Due aggettivi mi vengono subito in mente: confusionario e superficiale.
Appare un'enunciazione di buoni propositi e non un atto legislativo compiuto.
Non sono assolutamente definiti gli strumenti, gli interventi, chi deve fare cosa e soprattutto come. Non sono nemmeno individuati i beneficiari se non richiamati genericamente e con riferimento all'Isee.
Si confondono i piani di intervento con le misure da realizzare.
Ancora una volta l'approccio è giurislavoristico, si parte dall'assunto che il lavoro di per sé liberi dalla povertà, dimenticando che è sì importante ma in moltissimi casi non sufficiente. 
Abbiamo, infatti, imparato a conoscere i working poor. 
lavoratori poveri, coloro che pur avendo un contratto di lavoro, non riescono ad affrancarsi dallo stato di deprivazione nel quale si trovano. 
Sia sufficiente pensare ai lavoratori degli appalti delle pulizie, ai tanti precari, a tutti coloro con contratti part-time o a tempo determinato.
Nel disegno di legge non sono nemmeno precisate le risorse finanziarie necessarie.
Gli studiosi che si sono cimentati sul tema degli strumenti di contrasto alla povertà ritengono che per essere incisivo un intervento, deve rispondere prioritariamente da un punto di visto politico a quattro aspetti:
  • Ammissibilità alla misura
  • Entità del trasferimento monetario: Misura fissa o misura legata al superamento della soglia di povertà?  
  • Affiancamento di altri interventi: quali interventi, quale patto, quali impegni si assume il nucleo familiare beneficiario dell'intervento? Quali soggetti (pubblici, privati, del terzo settore) concorrono alla realizzazione degli impegni?
  • Continuità della misura: L'intervento deve avere continuità nel tempo, gli interventi “una tantum” non servono, tutt'altro denominano il crearsi le condizioni che i tecnici definiscono le “trappole della povertà”.
Chiariti tali aspetti, che mi auguro trovino spazio in quello pomposamente è definito il Piano Regionale Povertà, sarà opportuno affrontare le questioni più propriamente tecniche:
Sarebbe, quindi, opportuno chiarire
  • I criteri di determinazione del reddito per accedere al beneficio.
  • Modalità per identificare e confermare i beneficiari: a chi spetta l'individuazione del beneficiario: ai comuni? agli uffici periferici della regione? ai soggetti del terzo settore, rapporti di collaborazione tra i diversi soggetti, con scambio permanente di informazioni? Cosi come sarà opportuno chiarire le modalità per l'accesso: bando? sportello?
  • Tempestività dell'erogazione ai beneficiari: l'intervento è tanto più efficace tanto è breve il tempo che intercorre tra la presentazione della domanda e l'accesso alla prestazione.
  • Attività per individuare i falsi positivi e i falsi negativi. Ciò che può apparire secondario rappresenta al contrario di fondamentale importanza: come evitare che chi non ha diritto usufruisca del beneficio e come fare in modo che tutti gli aventi diritto accedano alla prestazione.
Ogni intervento che ha la presunzione di dare una risposta alla crescente esclusione sociale, allo stato di deprivazione che vivono tantissimi siciliani non può non prescindere dal riuscire compiutamente a fornire adeguate soluzioni ai problemi posti.
La lotta alla povertà ha la necessità di uno sforzo corale da parte di tutti i soggetti, non essendo solo uno strumento di trasferimento monetario.
Mi chiedo, con chi si vuole lavorare?
E mi chiedo soprattutto che cosa si intende fare nei 90 giorni previsti per dare corpo al Piano Regionale Povertà (forse è meglio aggiungere di Contrasto )
Alla Giunta di Governo mi sento di ricordare un proverbio keniota che recita: Se vuoi arrivare primo, corri da solo; se vuoi arrivare lontano, cammina insieme.


domenica 13 dicembre 2015

Decreto salvabanche. Quali insegnamenti?

La vicenda delle quattro banche oggetto del decreto del governo, pone alcune questioni ineludibili, sulle quali è indispensabile intervenire, a evitare che situazioni del genere possano ripetersi.
Le sintetizzo:
A) il sistema dei controlli sulle banche; siamo proprio sicuri che siano solo queste quattro banche ad avere una situazione fallimentare?
B) quali controlli preventivi vengono effettuati sui prodotti finanziari che vengono venduti?
C) chi garantisce che l'informazione fornita agli acquirenti sia tale da avere la certezza che l'acquisto avvenga  nella massima consapevolezza  dei rischi cui si va incontro?
D) a quali responsabilità civile e penale vanno incontro i dirigenti delle banche? 
Detto questo, penso che dalla ministra Boschi era lecito attendersi non solo l'affermazione che il padre sia una brava persona ma che aggiungesse che nel caso abbia commesso errori è giusto che paghi.
Questo fa la differenza tra un politicante e uno uomo delle istituzioni.
Forse, però, è aspettarsi troppo.


martedì 8 dicembre 2015

Vecchioni e il bagno di Crocetta


Facendo il bagno lo scorso 6 dicembre il presidente Crocetta ha voluto rispondere alle parole di Roberto Vecchioni.
Ha voluto rimarcare, con un gesto plateale, che la Sicilia è bellissima, un paradiso terrestre (con qualche problema, ha aggiunto)
Il punto, caro Presidente, è, appunto, questo.
Una terra bellissima, piena di storia e di tradizioni.
Una terra che non ci meritiamo.
Mi sarebbe piaciuto che invece di farsi fotografare facendo il bagno, si fosse fatto immortalare all'ingresso di un museo ristrutturato o percorrendo una strada da tempo chiusa per frana.
Non possiamo dimenticare, polemizzando con il cantante, che il mare non lo abbiamo fatto noi, così come non abbiamo fatto l'Etna o come non abbiamo fatto quegli angoli meravigliosi che la natura ci riserva.
L'impegno suo (e di tutta la classe politica) non è rispondere a Vecchioni ma fare in maniera tale che nessuno altro possa solo pensare che la nostra sia una terra di merda.
Buona Immacolata.

Elezioni francesi e sistemi elettorali.

Il risultato elettorale francese di domenica scorsa parla anche a noi italiani.
Non addentrandomi nelle valutazioni politiche sulle motivazioni che hanno indotto l'elettorato francese a spostarsi a destra, sono più interessato, in questa sede, a esprimere il giudizio sul sistema elettorale.
Va rilevato che in Francia vige per tutti i livelli istituzionali un unico sistema elettorale a differenza del nostro paese ove a ogni livello istituzionale si vota con un sistema diverso e, per non farci mancare nulla, per le elezioni comunali si vota in maniera diversa in relazione al numero degli abitanti.
Questo è il frutto della miopia di chi ci governa: si guarda al proprio interesse, pensando che il sistema elettorale faccia parte integrante della contesa politica.
La Francia ci insegna con tutta evidenza, che il sistema elettorale è per sua natura neutro.
Oggi favorisce un partito o una coalizione domani consente a chi oggi perde di vincere.
Renzi aveva pensato che il nuovo Italicum lo potesse favorire ma a vedere i sondaggi non credo che ne possa essere ancora convinto.
Anche questo appartiene ai limiti italiani. Limiti che tarpano le ali a uno sviluppo ordinato e civile della società italiana.
Chissà quanto ancora dobbiamo attendere!

domenica 6 dicembre 2015

Le parole di Vecchioni e l'ipocrisia dei buonpensanti

Le parole pronunciate da Roberto Vecchioni in occasione di un incontro con gli studenti palermitani, hanno (era facilmente prevedibile) suscitato un vespaio di polemiche.
Migliaia di post e di tweet a difesa della Sicilia, anche da parte di chi, con i propri comportamenti, ha contribuito a rendere la Sicilia l'isola di cui parla il noto cantautore..
Vecchioni ha diritto di esprimere la propria opinione; lo ha fatto, forse, utilizzando un vocabolario poco appropriato ma ha espresso una sua opinione. 
Come non ravvisare, però, nelle polemiche tanta, ma tanta ipocrisia, che non fa bene alla nostra isola e soprattutto a chi, come me, ci vive.
Solo per ricordare:
  • a causa di frana per circa 8 mesi la Sicilia è rimasta divisa in due: è dovuto intervenire il governo nazionale per sbloccare una situazione che rischiava di prolungarsi per anni;
  • Messina per circa un mese, a causa di una frana è rimasta senz'acqua. Durante tutto il mese la discussione si è impanata (scherzi del destino) su chi dovesse intervenire; il risultato? è intervenuta la protezione civile nazionale.
  • l'ex socio privato di una società a partecipazione regionale a causa di un contenzioso contrattuale decide, lo fa in maniera arbitraria e illegittima, di chiudere il server dove trova allocazione l'intero sistema informatico dell'amministrazione regionale.

Bastano queste tre cose per far nascere il dubbio che Vecchioni, forse, non ha tutti i torti.
Il problema oggi, a mio avviso, non è tanto se serve ancora l'autonomia speciale ma se serve ancora una regione, ridotta in questo modo.

giovedì 3 dicembre 2015

Riflessioni a margine di un blocco informatico

Dopo due giorni di black out del sistema informatico della regione siciliana, sembrerebbe che tutto si sia risolto per il meglio.
Non voglio entrare nel merito delle dispute contrattuali tra il soggetto privato e la regione ma in questi due giorni mi sono venute in mente alcune domande che vorrei condividere:
  • è possibile che il server, nel quale fisicamente risiedono i dati della regione (dei cittadini siciliani), sia di proprietà e nella disponibilità di un privato?
  • che il privato abbia la possibilità di chiuderne l'accesso?
  • è possibile che il privato possa manipolare i dati di cui ha la disponibilità?
  • che garanzia di rispetto della privacy abbiamo?
  • la Sicilia, regione con  più di 5 milioni di abitanti, non può essere autonoma sotto questo profilo?
Credo che una risposta a queste domande non la meriti io ma tutti i siciliani e le debbano fornire il presidente Crocetta e il presidente di Sicilia e-Servizi, Ingroia.
Denunciare all'Autorità Giudiziaria il comportamento di Engineering è atto dovuto, così come creare le condizioni che quanto accaduto non abbia più a ripetersi.

La narrazione e i fatti. Il governo Meloni fa scuola

NARRAZIONE: “si introduce un esonero dal versamento del 100 per cento dei contributi previdenziali ed assicurativi a carico del datore di la...