lunedì 28 dicembre 2015

Riflessione a margine di un intervento di contrasto alla povertà

Tanto tuonò che piovve.
All'interno delle disposizioni della Legge Finanziaria 2016 presentata dal Governo Regionale gli artt. 55 e seguenti sono dedicati all'introduzione di una misura di contrasto alla povertà assoluta.
Nulla di nuovo, operazione di copia e incolla del Disegno di Legge che l'assessore meteore Caruso, volle battezzare con il suo nome.
Un copia e incolla fatto così male che negli articoli sono richiamati disposizioni assenti nella norma ma che si ritrovano nel DDL Caruso.
Due aggettivi mi vengono subito in mente: confusionario e superficiale.
Appare un'enunciazione di buoni propositi e non un atto legislativo compiuto.
Non sono assolutamente definiti gli strumenti, gli interventi, chi deve fare cosa e soprattutto come. Non sono nemmeno individuati i beneficiari se non richiamati genericamente e con riferimento all'Isee.
Si confondono i piani di intervento con le misure da realizzare.
Ancora una volta l'approccio è giurislavoristico, si parte dall'assunto che il lavoro di per sé liberi dalla povertà, dimenticando che è sì importante ma in moltissimi casi non sufficiente. 
Abbiamo, infatti, imparato a conoscere i working poor. 
lavoratori poveri, coloro che pur avendo un contratto di lavoro, non riescono ad affrancarsi dallo stato di deprivazione nel quale si trovano. 
Sia sufficiente pensare ai lavoratori degli appalti delle pulizie, ai tanti precari, a tutti coloro con contratti part-time o a tempo determinato.
Nel disegno di legge non sono nemmeno precisate le risorse finanziarie necessarie.
Gli studiosi che si sono cimentati sul tema degli strumenti di contrasto alla povertà ritengono che per essere incisivo un intervento, deve rispondere prioritariamente da un punto di visto politico a quattro aspetti:
  • Ammissibilità alla misura
  • Entità del trasferimento monetario: Misura fissa o misura legata al superamento della soglia di povertà?  
  • Affiancamento di altri interventi: quali interventi, quale patto, quali impegni si assume il nucleo familiare beneficiario dell'intervento? Quali soggetti (pubblici, privati, del terzo settore) concorrono alla realizzazione degli impegni?
  • Continuità della misura: L'intervento deve avere continuità nel tempo, gli interventi “una tantum” non servono, tutt'altro denominano il crearsi le condizioni che i tecnici definiscono le “trappole della povertà”.
Chiariti tali aspetti, che mi auguro trovino spazio in quello pomposamente è definito il Piano Regionale Povertà, sarà opportuno affrontare le questioni più propriamente tecniche:
Sarebbe, quindi, opportuno chiarire
  • I criteri di determinazione del reddito per accedere al beneficio.
  • Modalità per identificare e confermare i beneficiari: a chi spetta l'individuazione del beneficiario: ai comuni? agli uffici periferici della regione? ai soggetti del terzo settore, rapporti di collaborazione tra i diversi soggetti, con scambio permanente di informazioni? Cosi come sarà opportuno chiarire le modalità per l'accesso: bando? sportello?
  • Tempestività dell'erogazione ai beneficiari: l'intervento è tanto più efficace tanto è breve il tempo che intercorre tra la presentazione della domanda e l'accesso alla prestazione.
  • Attività per individuare i falsi positivi e i falsi negativi. Ciò che può apparire secondario rappresenta al contrario di fondamentale importanza: come evitare che chi non ha diritto usufruisca del beneficio e come fare in modo che tutti gli aventi diritto accedano alla prestazione.
Ogni intervento che ha la presunzione di dare una risposta alla crescente esclusione sociale, allo stato di deprivazione che vivono tantissimi siciliani non può non prescindere dal riuscire compiutamente a fornire adeguate soluzioni ai problemi posti.
La lotta alla povertà ha la necessità di uno sforzo corale da parte di tutti i soggetti, non essendo solo uno strumento di trasferimento monetario.
Mi chiedo, con chi si vuole lavorare?
E mi chiedo soprattutto che cosa si intende fare nei 90 giorni previsti per dare corpo al Piano Regionale Povertà (forse è meglio aggiungere di Contrasto )
Alla Giunta di Governo mi sento di ricordare un proverbio keniota che recita: Se vuoi arrivare primo, corri da solo; se vuoi arrivare lontano, cammina insieme.


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