martedì 16 giugno 2015

Contrasto alla povertà: Legge Caruso, Laboratorio Sicilia? Meglio di no!

Sinceramente, visto il contenuto,  non se ne sentiva il bisogno ma tant'è, da oggi abbiamo il disegno di legge "Caruso", dal nome dell'Assessore al lavoro e alle politiche sociali della nostra regione per il contrasto alla povertà assoluta.
Presentato con un parterre di eccezione, due docenti universitarie (la prof.ssa Chiara Saraceno, la prof.ssa Marzia Barbera) il ministro del lavoro, Giuliano Poletti, il presidente dell'Inps, prof.Tito Boeri, la segretaria della Cgil, Vera Lamonica e Gianni Bottalico, presidente nazionale delle Acli
A fare gli onori di casa il Presidente (scritto con la p maiuscola) Crocetta, che ha aperto i lavori salutando gli intervenuti, dimenticandosi, però,  di parlare del disegno di legge. Ci ha deliziato parlando di tutto, dall'utilizzo dei fondi comunitari  agli sprechi nella spesa pubblica, dalle bretelle autostradali ai trasporti ferroviari, dalla crisi industriale di Gela (il dente batte dove il dente duole) a quella di Augusta.
In buona sostanza non è chiaro se condivide o meno la proposta del suo assessore. 
Particolare, questo,  non irrilevante.
Evito di parlare degli interventi, di grande qualità, dei relatori (ne scriverà la stampa) ma voglio soffermarmi sul disegno di legge presentato. 
Due aggettivi mi vengono subito in mente: confusionario e superficiale.
Appare un'enunciazione di buoni propositi e non un atto legislativo compiuto.
Non sono assolutamente definiti gli strumenti, gli interventi, chi deve fare cosa e soprattutto come. Non sono nemmeno individuati i beneficiari.
Si confondono i piani di intervento con le misure da realizzare.
Ancora una volta l'approccio è giurislavoristico, si parte dall'assunto che il lavoro di per sé liberi dalla povertà, dimenticando che è si importante ma in moltissimi casi non sufficiente. 
Abbiamo, infatti, imparato a conoscere i working poor. 
I lavoratori poveri, coloro che pur avendo un contratto di lavoro, non riescono ad affrancarsi dallo stato di deprivazione nel quale si trovano. 
Sia sufficiente pensare ai lavoratori degli appalti delle pulizie, ai tanti precari, a tutti coloro con contratti part-time o a tempo determinato.
Nel disegno di legge non sono nemmeno precisate le risorse finanziarie necessarie e a un assessore regionale non è permesso rimandare a generiche risorse nazionali o comunitarie, compito suo, o dei suoi uffici, enunciare il fabbisogno economico e come farvi fronte. 
Mi ha colpito, inoltre, che per affrontare una discussione per contrastare la povertà in Sicilia, si siano invitati solo relatori non isolani, come se il tema fosse un caso di studio e non un bisogno che la società isolana esprime da tempo.
La lotta alla povertà ha la necessità di uno sforzo corale da parte di tutti i soggetti, non essendo solo uno strumento di trasferimento monetario.
Mi chiedo, con chi l'assessore regionale vuole lavorare?
Con il presidente dell'Inps? (abbiamo, inoltre,  capito che amici non sono), con l'università di Torino, con quella di Brescia?
E mi chiedo soprattutto che cosa intende fare da domani l'assessore Caruso per dare corpo all'autobattezzata  Legge Caruso? 
All'assessore, persona avveduta, mi sento di ricordare un proverbio keniota che recita: Se vuoi arrivare primo, corri da solo; se vuoi arrivare lontano, cammina insieme.
Un'ultima annotazione, nel titolo dell'iniziativa era riportata in bella evidenza la definizione Laboratorio Sicilia
Vi prego, ogni volta che si parla di Laboratorio Sicilia, mi tremano le gambe. 
Non è che ci abbia portato molto fortuna.





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