lunedì 2 ottobre 2017

Elezioni presidente della Sicilia: alla ricerca del sondaggio perduto.

Tempo di  elezioni, tempo di sondaggi.
Ormai è prassi consolidata di candidati e di liste commissionare sondaggi, da utilizzare nella campagna elettorale per  dare fiducia ai propri sostenitori, per impaurire gli avversari ma soprattutto per indicare agli elettori che il loro voto è utile per vincere.
Il risultato è che negli ultimi anni i sondaggi non ci azzeccano più.
È successo per la brexit, per le presidenziali americane, per il referendum costituzionale dello scorso dicembre. È lecito chiedersi perché dovrebbero essere affidabili quelli per le regionali siciliani?
Lungi da me mettere in discussione lo strumento dei sondaggi ma sarebbe scientificamente corretto che le società incaricate di effettuarli  spiegassero:
A) la metodologia scelta;
B) l'individuazione del campione;
C) la rappresentatività del campione.
D) le domande poste agli intervistati
I risultati dell'indagine, infatti, non sono neutri rispetto al metodo che viene adottato per effettuarlo.
Se la tua ricerca è effettuata con interviste telefoniche è evidente che si deve mettere nel conto che è difficile incrociare i giovani e che molte famiglie hanno deciso di disdire l'abbonamento al telefono fisso.
Cosi come se le interviste sono effettuate via internet è evidente che in Sicilia si sconta la poca diffusione del web soprattutto tra le persone che hanno superato i 60 anni.
Le interviste fatte personalmente (altra metodologia utilizzata nella ricerca sociale) hanno costi elevati e sono poco utilizzati, almeno in questa fase
È evidente, quindi, che il sondaggio fotografa una tendenza non un risultato.
Sbandierare i sondaggi quale garanzia di vittoria significa mentire sapendo di mentire ma soprattutto prendere per i fondelli gli elettori siciliani.
Credo che dopo cinque anni di Crocetta questo non ce lo meritiamo

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