Nulla di cui essere fieri ma solo l’occasione di riflettere e di chiedere alla politica di intervenire.
L’Istituto
di Statistica ha pubblicato “Noi Italia. 100 statistiche per capire il
Paese in cui viviamo”, un’aggiornata produzione di indicatori che
fotografano il nostro paese, le sue paure, le sue difficoltà, le sue
criticità ma anche le sue potenzialità (www.http://noi-italia.istat.it/)
Non voglio raccontare tutte le statistiche, chi ha tempo e soprattutto voglia può studiarle direttamente sul sito.
Desidero porre l’attenzione sul capitolo relativo alla situazione economica delle famiglia, riportando il testo della scheda.
“Il
panorama regionale mette in evidenza il forte svantaggio dell’Italia
meridionale e insulare, con una percentuale di famiglie povere più che
doppia rispetto alla media nazionale. Nel Mezzogiorno, le
famiglie in povertà relativa sono il 23,3 per cento di quelle residenti
(contro il 4,9 del Nord e il 6,4 del Centro) e quelle in povertà
assoluta ne rappresentano l’8,0 per cento (contro il 3,7 e il 4,1
rispettivamente). Le situazioni più gravi si osservano tra
le famiglie residenti in Sicilia (27,3 per cento) e Calabria (26,2 per
cento) dove sono povere oltre un quarto delle famiglie.
All’opposto, nel resto del Paese si registrano incidenze di povertà
relativa decisamente più contenute: la provincia di Trento mostra
l’incidenza più bassa (3,4 per cento), seguita da Lombardia (4,2 per
cento), Valle d’Aosta e Veneto (4,3 per cento).
Nel Mezzogiorno, inoltre, alla più ampia diffusione della povertà si associa anche una maggiore gravità del fenomeno: le famiglie povere sono di più e hanno livelli di spesa mediamente molto più bassi di quelli delle famiglie povere del Centro-Nord. L’intensità della povertà relativa è, infatti, pari al 22,3 per cento (contro il 18,2 del Nord e il 20,0 del Centro) e quella di povertà assoluta al 18,8 per cento (contro rispettivamente il 16,4 e il 18,4).
Nel Mezzogiorno, inoltre, alla più ampia diffusione della povertà si associa anche una maggiore gravità del fenomeno: le famiglie povere sono di più e hanno livelli di spesa mediamente molto più bassi di quelli delle famiglie povere del Centro-Nord. L’intensità della povertà relativa è, infatti, pari al 22,3 per cento (contro il 18,2 del Nord e il 20,0 del Centro) e quella di povertà assoluta al 18,8 per cento (contro rispettivamente il 16,4 e il 18,4).
Nulla da aggiungere, i dati non necessitano commenti, parlano, anzi gridano, da soli, se non chiedere che in questa appena inizata campagna elettorale trovi posto la drammatica situazione sociale che il Mezzogiorno e la Sicilia stanno vivendo.
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