sabato 4 aprile 2015

I cinesi e le nostre responsabilità

In questi giorni i giornali ci informano delle trattative in atto per la cessione a una società cinese del Milan. Solo di qualche giorno fa l'acquisizione della Pirelli, ultima multinazionale in mani italiane, sempre da parte di cinesi.
Queste notizie ci danno la cifra dell'incapacità della classe imprenditoriale italiana di competere nel mercato globale. 
Troppo provinciale, incapace di innovare, buona a chiedere sempre più flessibilità (non si capisce per farne cosa),  a chiedere meno diritti e meno tutele per i propri dipendenti.(trovando, purtroppo governi disponibili)
Comportamenti miopi che non aiutano a guardare con speranza al futuro.
Anche la cessione del Milan a mani straniere, non è notizia da sottovalutare per il "sistema Italia".
Da sempre il possesso di una squadra di calcio ha rappresentato per gli imprenditori italiani lo strumento per acquisire notorietà e benevolenza. Al proprietario di un club calcistico, si perdona tutto. Soprattutto quando la squadra vince.
Che si decida di venderlo è il segno di ritirarsi, di fare cassa e di scappare. 
Sembrerà paradossale, tra la Pirelli e il Milan che passano in mano cinesi, mi preoccupa più il secondo. È il segno inequivocabile del declino del nostro paese. È il segno della necessità che questo nostro paese venga rifondato, che siano riscritte le regole del nostro convivere civile. 
L'alternativa è scivolare sempre più indietro. 
Altro che serie A, potremmo dichiararci fortunati se ci consentiranno di iscriverci al campionato dilettanti.

1 commento:

  1. sono davvero stupidi i cinesi a comprarsi il Milan. Ci perderanno in sacco di soldi. Soldi guadagnati con tanto sacrificio da centinaia di milioni di lavoratori cinesi ridotti in schiavitù da un regime che si finge comunista.
    Una squadra di calcio anche se quotata uin borsa è un bene immateriale che dipende dal rendimento dei suoi atleti che non è mai eguale e che potrebbe svanire dall'oggi al domani

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