Da tempo immemorabile siamo in competizione con i calabresi per chi vive nelle condizioni peggiori.
È una gara difficile, nella quale generazioni di classe dirigente si sono cimentate, non lesinando energie,al fine di regalarci tutti i tristi primati possibili: disoccupazione, reddito procapite, abbandono scolastico, qualità della vita, presenza criminale, per citarne alcuni tra i più qualificati.
Poi, un giorno un amico calabrese, in Sicilia per lavoro, costretto a fare il periplo dell'isola per arrivare con i mezzi pubblici da Catania a Palermo, transitando da Messina mi dice: "Siete messi proprio male".
Capisco che è fatta, è il riconoscimento di una sconfitta. Abbiamo vinto.
Finalmente, con merito e orgoglio, possiamo affermare che, almeno in Italia, nessuno potrà più batterci.
Nella graduatoria delle regioni, l'ultimo posto è nostro. Peggio di cosi non può andare.
Forse, è propria questa, l'unica ragione di ottimismo.
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