domenica 26 aprile 2015

Giovanni Lo Porto e i coccodrilli.

Giovanni Lo Porto è morto. 
Ucciso dallo sforzo democratico di un drone statunitense. 
Non voglio parlare delle polemiche, sorte intorno alla sua morte e alle modalitá con le quali è avvenuta,  sono interessato, invece, a sottolineare l'ipocrisia di tanta politica siciliana, che oggi piange la sua morte. 
Chissà quanti, di quelli che con le loro dichiarazioni hanno riempito le pagine dei giornali ricordando l'impegno umanitario del Lo Porto,  sapevano chi fosse.
Molti di questi, inoltre, quando sono stati sollecitati a far sentire la loro autorevole (solo per l'incarico che ricoprono) voce, per chiedere la liberazione del cooperante, non hanno avuto nemmeno la buona educazione di rispondere.
È il caso di quello che è stato eletto presidente dell'Assemblea Regionale Siciliana.
Nel febbraio 2014, a due anni dal rapimento, il Forum del Terzo Settore della Sicilia aderendo alla campagna "Vogliamo Giovanni libero" promossa da tante Associazioni e ONG, aveva richiesto con una lettera formale al di cui sopra, un intervento per evitare che si spegnessero i riflettori sulla vicenda. 
Risultato? 
Nulla e poi ancora nulla. 
Non so nemmeno se l'e-mail (inviata all'indirizzo ufficiale) è stata vista, leggerla, a quanto pare, era troppo. 
Adesso, però, è l'ora delle lacrime e dei comunicati.
Ed è questo che non mi piace. 
Per qualcuno il silenzio sarebbe d`obbligo: è il modo migliore di onorare la memoria di un siciliano, di cui andare orgogliosi e che non meritava di avervi quale governanti.

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