Ho finito di leggere questo libro di Loretta Napoleoni. L'ho trovato interessante e ricco di spunti di riflessione su quanto sta accadendo ma soprattutto su ciò che potrebbe accadere se noi occidentali non riuscissimo a interpretare bene cosa sta dietro a quello che molto superficialmente definiamo "stato del terrore" .
Non è solo terrorismo, cieca violenza e brutalità ma è anche governo, politiche sociali, riscatto.
Non capirlo, rispondendo solo con le armi (meglio se sono di altri) sarà la nostra sconfitta.
Pubblico una recente intervista alla Napoleoni
Loretta Napoleoni, una delle massime esperte italiane dei
sistemi attraverso cui il terrorismo trae le sue risorse economiche,
è arrivata in libreria con Isis - Lo stato del
terrore (Feltrinelli), un saggio puntuale e chiaro che
dovremmo leggere tutti, invece di affidarci al sensazionalismo e al
sentito dire. Perché ci sono argomenti di cui si parla tanto pur
sapendone poco, e uno di questi è lo Stato Islamico.
È importante sapere cosa distingue l'Isis da Al Qaeda (ad
esempio: il primo è diventato uno Stato vero e proprio, la seconda,
mai), quali sono i motivi per cui questa organizzazione attira più
adepti delle altre, quali tecniche di marketing e social media
marketing sta utilizzando, che obiettivi si prefigge, quanto ci
dobbiamo preoccupare e quali sono le sottovalutazioni (e le colpe)
dell'Occidente per la sua ascesa inarrestabile.
Ma anche per scoprire che non ci troviamo davanti al più efferato
fenomeno della storia recente, perché i misfatti in Kosovo lo
superavano di gran lunga. Solo che, al tempo, la tecnologia non era
così avanzata e internet non era così diffuso da permettere milioni
di condivisioni di immagini e filmati, come è possibile
ora. Tecnologia e rete di cui il vero e proprio sistema organizzato
di proselitismo e intimidazione messo su dall'Isis sta facendo ampio
uso.
Di questo e tante altre cose abbiamo parlato con l'autrice che, in
collegamento Skype da Boston, ci svela anche molti aspetti del
disagio di una parte del mondo islamico su cui non sempre
si finisce a riflettere, pur avendolo sotto gli occhi.
Un collega col gusto della provocazione mi ha detto che quando la
gente è ansiosa spende di più per cui il terrorismo rispunta,
probabilmente pilotato, quando bisogna uscire dalle crisi economiche.
Cosa gli risponderebbe?
Magari fosse vero! Se le teorie complottistiche del suo collega
fossero giuste significherebbe che queste organizzazioni sono
controllabili, invece è tutto l'opposto. In realtà si sapeva che
questa organizzazione stava nascendo e veniva finanziata, ma nessuno
si aspettava che sarebbe diventata quella che è. Questo dimostra
anche una carenza di intelligence imperdonabile. Si poteva prevedere
tutto questo già nel 2013 perché gli adepti dell'Isis, invece di
combattere una guerra per procura aspettando soldi dagli "sponsor",
come dico nel libro, si sono organizzati il loro stato.
Un'intelligence efficiente l'avrebbe scoperto. Quello che penso
invece e che ci sia una certa indifferenza nei confronti di questi
fenomeni perché l'Occidente in Siria non poteva fare nulla, aveva le
mani legate, così hanno lasciato che a gestire la situazione fossero
gli stati sul golfo attraverso la guerra per procura. È stato un
errore perché, ovviamente si sono mossi peggio degli occidentali.
Una delle condizioni che lo Stato islamico pone a chi aderisce, e
ai paesi che vengono annessi, è il completo annullamento dei diritti
delle donne, e questo è uno degli elementi che ha dato vita anche a
un'opposizione da parte di islamici moderati, che sono molti. Quante
probabilità hanno, però, di contrastarne l'avanzata?
Non tantissime, perché questo è un nuovo modello inedito che ispira
imitazione, ad esempio già da parte dei Curdi, che stanno
combattendo a Nord della Siria. La storia di Kobane è interessante:
sono mesi che bombardiamo, e i Curdi stanno lì e ancora non viene
liberata. È interessante quello che stanno facendo i Curdi,
conquistano un territorio con pozzi petroliferi e lo sfruttano come
fa lo Stato Islamico, quindi siamo di fronte a un caso di imitazione.
La Nigeria sta facendo la stessa cosa. Per le donne, credo che peggio
di così non possa andare. In questo contesto le donne non esistono,
se non per procreare e ripopolare lo Stato. Non hanno alcun ruolo
politico, né amministrativo, come già, però, in Arabia Saudita
dove non possono uscire di casa se non sono accompagnate da un uomo
di famiglia. Questo è preoccupante. La situazione in tutta la
regione è preoccupante perché non ce ne siamo resi conto, ma
proprio la guerra e la crisi economica legata alle sanzioni in Iraq
degli anni 90 hanno portato al processo di islamizzazione. Quindi le
donne, in realtà, sono scomparse dalla scena politica e
amministrativa da almeno 20 anni e noi ce ne accorgiamo solo ora con
uno Stato Islamico che ne dichiara apertamente la condizione di
inferiorità. Nelle tribù della Siria e dell'Iraq le adultere
vengono lapidate. Poco più di un mese fa c'è stata una fatto
abbastanza surreale: una famiglia di un villaggio della Siria
controllato dallo Stato Islamico ha ucciso un'adultera, ma i vertici
dello Stato Islamico avevano cercato invece di fermarli.
Paradossalmente, in alcune situazioni le donne stavano peggio prima
che sotto di loro. Questa è la situazione in cui ci troviamo,
causata da noi perché il processo di degenerazione del Medio Oriente
è legato alla politica occidentale.