giovedì 28 giugno 2012

La flessibilità per alcuni e non per tutti.

La riforma del mercato del lavoro, così come disegnata dalla coppia Monti-Fornero, e non solo,  è legge dello stato.
E' l'Europa che ce lo chiede, occorre rendere flessibile il mercato del lavoro per creare nuova occupazione, si difende il lavoro ma non il posto fisso.
Quante volte abbiamo letto queste dichiarazioni, tutte con l'intento di inculcarci l'idea che pensare a una occupazione dignitosa, con i diritti e le tutele che ne conseguono, fosse un retaggio ideologico del XX secolo.
Ministri, ricercatori, imprenditori e molti politici a spiegare che il mondo del lavoro è cambiato, che occorre guardare al futuro.
Per quanto mi riguarda, non riusciranno a convincermi. Se, però, fosse giusta l'opinione dei tanti che con il cu...... degli altri pontificano, mi pongo alcune domande.
  • Perchè le farmacie devono essere a numero chiuso? 
  • Che aggravio economico si avrebbe per lo Stato, se venisse liberalizzata la vendita dei farmaci?
  • Perchè i medici di famiglia devono essere a numero chiuso?
  • Quale aggravio economico si avrebbe per lo Stato, se le convenzioni con i medici di famiglia non fossero a numero chiuso, in considerazione che i medici vengono pagati sulla base del numero dei mutuati? (Lo stesso a valere per i pediatri)
  • Perchè il numero dei notai deve essere fissato dalla legge?
  • Quale aggravio economico si avrebbe per lo Stato, se ci fossero il doppio o il triplo di notai?
Tali domande potrebbero moltiplicarsi per ognuno degli orticelli (sono tanti) che si sono determinati negli anni.
A questo punto un'ultima domanda:
  • E' solo la fantomatica "rigidità" del lavoro dipendente a bloccare la crescita economica nel nostro Paese?


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