Anche se il meccanismo sembra
molto diretto e semplice, il presidente degli Stati Uniti non
è eletto direttamente dagli elettori.
Questi in realtà eleggono in ogni Stato un numero di «grandi
elettori» corrispondente al numero dei senatori (due per ognuno dei
50 Stati, zero per il Distretto di Columbia) e a quello dei deputati
(proporzionale ai cittadini residenti, quindi da un minimo di uno a
un massimo di 53 in California). Il candidato che in ogni Stato
ottiene il maggior numero di voti popolari, si prende tutti i grandi
elettori di quello Stato (eccetto in Maine e Nebraska). Negli Usa il
sistema è maggioritario puro: basta ottenere un voto in più
dell'avversario per avere tutti i grandi elettori.
Poiché i grandi elettori da
nominare sono 538 (cento senatori, 435 deputati, più i tre
rappresentanti del Distretto di Columbia), per arrivare alla Casa
Bianca bisogna ottenere almeno 270 voti
LA RIUNIONE E IL VOTO DEI
GRANDI ELETTORI
Una volta eletti il 6 novembre,
i grandi elettori si riuniscono nei rispettivi Stati (nella maggior
parte dei casi nel Parlamento di ogni Stato) e votano LORO il
presidente degli Stati Uniti. In 24 Stati non c'è nessuna legge che
obbliga i grandi elettori a seguire le indicazioni emerse dal voto
popolare. Quindi (in teoria) un grande elettore potrebbe votare un
presidente «diverso» da quello uscito vincente in quello specifico
Stato. Nei rimanenti 26 Stati e nel Distretto di Columbia la legge
impedisce ai grandi elettori di votare in modo diverso da quello
emerso dalle urne (nessuno però è mai stato perseguito per aver
votato in modo diverso). Quasi mai si sono verificati casi in cui un
grande elettore abbia votato in modo diverso e in ogni caso la
maggioranza ottenuta da un candidato era tale che se anche lo avesse
fatto non avrebbe cambiato le cose.
I RISULTATI E LA
PROCLAMAZIONE
Poi il risultato delle
votazioni dei grandi elettori dei singoli Stati deve essere
comunicato al presidente del Senato federale di Washington. Nel mese
di gennaio durante una riunione congiunta di Camera e Senato vengono
resi noti i risultati e proclamato il presidente degli Stati Uniti.
Potrebbe capitare però che
anche il risultato dei grandi elettori sia in perfetta parità.
Allora spetta alla Camera dei rappresentanti a Washington il compito
di eleggere il presidente tra i tre candidati più votati dai grandi
elettori il 13 dicembre. I deputati vengono a questo punto divisi per
appartenenza di Stato e assegnano al loro interno il voto
presidenziale di quel singolo Stato. Ogni Stato esprime quindi un
voto, perciò in questo caso occorrono almeno 26 voti per essere
eletti. Finora è avvenuto una sola volta, nel 1824. Spetta invece al
Senato eleggere il vicepresidente scegliendolo tra i primi due
candidati più votati dai grandi elettori con la stessa modalità
della Camera.
Nel
mese di gennaio 2013 è previsto a Washington il giuramento di
presidente e vice presidente che entrano così nel pieno delle loro
funzioni.
Va sottolineato che il sistema elettorale maggioritario potrebbe consentire di eleggere presidente degli Usa anche un candidato che ha riportato meno voti popolari rispetto ad altri.
Una lezione anche per il nostro paese che si appresta a modificare la propria legge elettorale.
Nessun commento:
Posta un commento