mercoledì 18 aprile 2012

Lo stress lavoro-correlato. Linee guida per la sorveglianza.

Il Testo unico sulla sicurezza (Dlgs. N. 81 del 2008) richiede che lo stress lavoro-correlato venga incluso nella valutazione obbligatoria dei rischi nei luoghi di lavoro. La valutazione del rischio stress lavoro-correlato, in particolare, va effettuata (come per tutti gli altri fattori di rischio) dal datore di lavoro, avvalendosi del Responsabile del Servizio di Prevenzione e Protezione, con il coinvolgimento del medico competente, se nominato, e dopo aver consultato il Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza.
Le attività di valutazione del rischio stress lavoro-correlato devono essere compiute facendo riferimento a tutti i lavoratori, compresi dirigenti e preposti, e prendendo in esame non singoli, ma gruppi omogenei di lavoratori esposti a rischi dello stesso tipo.

Definizioni di stress da lavoro correlato
Dall’accordo Europeo del 2008 lo stress da lavoro correlato viene così definito: condizione che può essere accompagnata da disturbi o disfunzioni di natura fisica, psicologica o sociale ed è conseguenza del fatto che taluni individui non si sentono in grado di corrispondere alle richieste o aspettative riposte in loro. E ancora: Lo stress non è una malattia, ma una situazione di prolungata tensione, può ridurre l’efficienza sul lavoro e può determinare un cattivo stato di salute. Lo stress lavoro correlato può essere causato da fattori diversi come il contenuto del lavoro, l’eventuale inadeguatezza nella gestione dell’organizzazione del lavoro e dell’ambiente di lavoro, carenze nella comunicazione, ecc.
Anche l’agenzia Europea della sicurezza sul lavoro ha espresso una sua opinione su questo tipo di stress: lo stress lavoro correlato viene esperito nel momento in cui le richieste provenienti dall’ambiente lavorativo eccedono le capacità dell’individuo nel fronteggiare tali richieste.
Si può sospettare che queste definizioni, considerando esclusivamente l’eccezione negativa di stress, derivino dalla visione di Richard Lazarus, il quale vedeva lo stress come la risposta dell’organismo a richieste ambientali percepite come eccessive e che per questo fanno sentire in pericolo il proprio benessere.
Queste definizioni possono diventare pericolose e causare facile arrendevolezza se non si tiene conto del fatto che lo stress può avere anche funzioni positive, infatti esso può provocare nelle persone azioni improntate al cambiamento e alla soluzione della richiesta stressante, diventando un incentivo ad agire e spesso a migliorare. E’ solo lo stress intenso, prolungato nel tempo ed incessante a rendere lo stress negativo.

In quest’ottica non tutti i tipi di stress sul lavoro possono rientrare nello stress da lavoro correlato. Questo, per essere considerato tale, deve anzitutto essere causato direttamente dal lavoro o dall’ambiente lavorativo e in secondo luogo deve essere di intensità notevole, quindi al di sopra di una normale sopportazione, e prolungato nel tempo (ciò significa che non bisogna allarmarsi al primo sintomo, altrimenti si rischierebbe un crollo dovuto a suggestione, ma d’altro canto il lavoro deve essere strutturato in modo che si eviti anche la comparsa di questo sintomo iniziale) e infine incessante. Quest’ultimo aspetto diventa quasi un indizio dell’intensità emotiva e temporale dello stress oltre che un’aggravante: sta infatti a significare che lo stress è talmente ampio e intenso che non si riesce a staccare la spina una volta al di fuori del lavoro e dunque influisce anche sul resto della vita, rendendo impossibile il riposo, i rapporti sociali e causando gravi problemi di salute fisica e mentale.
Sul tema il Cordinamento tecnico interegionale per la prevenzione nei posti di lavoro ha preparato delle line guida per l'individuazione e la prevenzione dei rischi da stress lavoro correlato, che pubblico.

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