In silenzio, senza alcun coinvolgimento dell'opinione
pubblica, a differenza di quanto accaduto in occasioni analoghe, il Parlamento
ha approvato in via definitiva, con una maggioranza che esclude il ricorso al
referendum confermativo, una riforma di alcuni articoli della Costituzione,
introducendo il principio del pareggio di bilancio.
Si afferma il principio, quindi, che non sarà possibile
ricorre al debito per far fronte a impegni di spesa, discendenti da nuovi
leggi.
Un principio, già presente nella Costituzione, stavolta a uso e consumo del dio mercato, all'apparenza giustissimo che provocherà
danni immensi.
Le uniche deroghe previste sono contemplate in caso di
eventi eccezionali o di fasi avverse del ciclo economico. Va
sottolineato che il riconoscimento di tali situazioni prevede un percorso
tortuoso e una maggioranza qualificata in Parlamento da renderle impraticabili.
Tranne qualche lodevole eccezione, nessuno ha
tentato di spiegare quali saranno le ricadute concrete nella vita quotidiana
delle persone, a maggior ragione oggi che attraversiamo una profonda crisi e
siamo in recessione economica.
Non sono un giurista e non mi permetto, conseguentemente, di
esprimere una valutazione giuridica, certo è che tali modifiche hanno un solo
scopo, dare preminenza alle questioni di bilancio e della finanza rispetto ai diritti
e alla qualità della vita dei cittadini.
Immaginiamo una famiglia che intende investire sul futuro dei
propri figli, accendendo un mutuo per fare fronte alle spese dell’istruzione. Se
le nuove regole si applicassero anche alle economie domestiche, la famiglia non
potrebbe farlo, sarebbe costretta a tagliare altre spese o, peggio, a vendere i
gioielli di famiglia.
Ed è quello che accadrà in Italia. E’ facile prevedere dove
si taglierà (sanità, istruzione, previdenza) e chi comprerà i “gioielli” che
saranno venduti. (vedi la discussione aperta dal Governo sulla famosa "spending review")
Del resto, abbiamo l’esperienza della dismissione del
patrimonio immobiliare degli enti previdenziali e delle conseguenze per i
cittadini nonché delle grandissime plusvalenze ottenute dalle grandi società
immobiliari.
La discussione sul pareggio di bilancio (fortemente voluta
dalla Germania) non riguarda solo il nostro Paese ma tutte le nazioni
occidentali.
Anche in Usa (paese con il più grande debito al mondo) la
discussione è aperta.
Una discussione molto vivace, che ha visto scendere in campo
illustri economisti a cominciare da cinque vincitori del premio Nobel, che
hanno preparato appello per chiedere al Presidente Obama, al Senato
americano e alla Camera dei Rappresentanti di non inserire tale principio nella
Costituzione americana.
Pubblico tale appello affinché ognuno possa farsi un’idea di
cosa stiamo parlando e possa porsi (come ho fatto io) una domanda, cosa ne
pensano gli economisti italiani?
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