lunedì 7 gennaio 2019

#Giggino Di Maio e la nuova politica estera dell'Italia

Leggo una dichiarazione di solidarietà al movimento dei gilet gialli formulata dal vice presidente del consiglio Giggino Di Maio.
Solidarietà e sostegno alle loro lotte e alle loro rivendicazioni.
Ora, una delle cose che unisce il movimento, che a quanto pare si trasformerà in partito, è la richiesta di dimissioni del presidente francese Macron. Non credo che il governo francese  prenderà bene l'ingerenza di un governo straniero nella propria politica nazionale.
Come si sentirebbe Conte se un ministro tedesco affermasse di condividere le posizioni assunte dal PD durante l'iter parlamentare della legge di bilancio o che un ministro irlandese dicesse che reputa Conte un incapace?
Da sempre i rapporti tra stati sono intrattenuti dai governi mai tra un governo e un soggetto estraneo alle istituzioni. Queste cose le fanno le dittature e in tempi recenti la Russia, gli USA e anche qualche volta la Francia  (ed è finita come è finita. Leggasi Libia o Siria).
Quella di Di Maio non è un'ingenuità o un errore in buona fede, credo, al contrario, sia alla ricerca dell'incidente diplomatico in vista delle elezioni europee e individuare nel partito dei gilet gialli un interlocutore per candidature comuni
Ancora una volta agli interessi nazionali fanno premio gli interessi di bottega.
Vergogna!
Un'ultima domanda ma Conte e Moavero non hanno nulla da dire?

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