Il Foglio di sabato 4 febbraio ha dedicato un interessantissimo articolo a Giovanni Donzelli, protagonista insieme al suo coinquilino e si da il caso anche sottosegretario alla giustizia con delega al DAP (Dipartimento Amministrazione Penitenziaria) Andrea Delmastro dell' utilizzo ai fini politici e contro gli avversari di notizie riservate, acquisite in virtù dei loro incarichi istituzionali
Non voglio entrare nel merito delle polemiche (durissime e che avranno, a quanto pare, strascichi giudiziari) che da quelle dichiarazioni ne sono scaturite, desidero, invece, sottolineare il fatto che l'ascesa sul palcoscenico nazionale di Donzelli è più dovuta alle partecipazioni a talk show (in alcuni casi diventandone presenza fissa) che alle spiccate doti di intelligenza.
La battuta pronta, la vis polemica, la capacità di sopraffare il proprio interlocutore ne hanno fatto un personaggio nazionale, un dirigente di punta del proprio partito, idoneo ad assolvere compiti istituzionali di una delicatezza non secondaria. E' diventato il vice presidente del COPASIR
Poi che dietro alle apparizioni televisive non ci sia senso dello stato e delle istituzioni, che il Parlamento sia vissuto come una piazza e che gli interventi parlamentari siano dei comizi elettorali, diventa assolutamente ininfluente.
Saranno i tempi che viviamo ma se la scelta della classe dirigente del nostro paese è legata ai like o agli share che si ottengono, forse è meglio riflettere sul futuro che ci attende.
Così come dovrebbero riflettere i giornalisti che per una percentuale in più di spettatori sarebbero pronti a vendere la propria madre o come in questo caso trasformare un Donzelli qualsiasi in politico di razza a cui affidare i destini dell'Italia e degli italiani..
Nessun commento:
Posta un commento