mercoledì 20 gennaio 2021

Ciao Emanuele


Mi capita spesso di avere in testa tante cose da dire su ciò che accade intorno a me ma di non trovare il filo rosso che leghi le questioni e i fatti che osservo.
Il mio desiderio era quello dii usare questo blog come un diario nel quale fissare quanto mi colpiva di più e mi rendo conto, in questa particolare fase, dell'impossibilità di riuscirci.
Sono tante e diverse le occasioni di riflessione che si rischia di essere dispersivi, di non riuscire a essere organici nel pensiero e di disperdere la propria attenzione.
Ieri è stata una di quei giorni.
Troppi gli avvenimenti. Fatti che appaiono diversi tra loro ma che al contrario hanno, almeno per me, un comune denominatore, il degrado nel quale si dibatte il nostro paese.
Partirei dalle dichiarazioni della neo assessore alle politiche sociali della regione Lombardia che ha chiesto che la distribuzione dei vaccini tenga conto del Pil delle regioni.
Come tutti sanno la Lombardia è la regione traino dell'economia italiana e da questo ne discende, secondo la Moratti, che la sua regione deve avere priorità nell'assegnazione dei vaccini.
In estrema sintesi prima i ricchi, poi si potrà pensare a chi ricco non è.
Il secondo è il voto di fiducia al governo Conte bis. 
Ho ascoltato con attenzione il dibattito parlamentare svolto presso il Senato.
Era sufficiente avere un poco di memoria per ricavarne la plastica raffigurazione che la coerenza non attiene alla politica o almeno a questa politica. Ciò che si diceva solo qualche ora prima non aveva alcun senso. Qualcuno è riuscito nell'impresa impossibile di smentirsi nell'arco dello stesso intervento.
Ultima notizia: la scomparsa di Emanuele Macaluso. 
Tutti a riconoscere la sua lucidità ma soprattutto la sua coerenza. 
Ottant'anni di militanza a sinistra, protagonista dei profondi cambiamenti della società italiana.
Ottant'anni duranti i quali non si è mai lasciato trasportare dalle onde o dai sondaggi.
Sempre coerente con i principi di uguaglianza e solidarietà, fermo nell'obbiettivo che lo portarono nel 1941 ad aderire al partito comunista: un paese più giusto e solidale. Nel quale nessuno restasse indietro.
Un sogno? No. Macaluso non era un sognatore o un visionario. Era un uomo convinto che l'impegno di ciascuno rappresentava la strada maestra per raggiungere gli obbiettivi, anche i più ardui.
Macaluso ha incarnato la visione con la militanza, la speranza con il possibile.
Macaluso è stato tutto ciò che la Moratti (mi dispiace per lei) non sarà mai.
Macaluso è stato tutto ciò che la stragrande maggioranza dei parlamentari non saranno mai: uomini e donne con la schiena dritta e con un'idea di futuro.

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