Ancora stamani i giornali ci raccontano di Genova, del disastro, dei profitti di Autostrade per l'Italia.
Senza voler entrare in alcun modo nel merito delle indagini della magistratura, sarei felice se si affrontasse con il "pretesto" del crollo del ponte, la vicenda delle "privatizzazioni" italiane.
Reagan era solito parlare dello Stato, inteso quale struttura burocratica e di servizio, quale bestia e in quanto tale occorreva affamarlo.
Non dimenticando che, negli stessi periodi, la signora Thacher in Gran Bretagna, affermava che la società non esisteva. C'erano solo individui spinti esclusivamente dai loro interessi, spesso confliggenti con quelli dello stato. Se occorreva scegliere l'individualismo faceva premio tra tutti.
Ce ne siamo dimenticati? Ci siamo dimenticati che in Italia, forse unico caso al mondo, a guidare le privatizzazioni sono stati i governi di centrosinistra? Che ancora oggi Prodi è orgoglioso di ciò che ha fatto?
Era la modernità, baby.
Tutti alla ricerca del consenso ma non dei cittadini ma della city londinese.
Alla ricerca del consenso dei mercati e degli imprenditori che ne sono i protagonisti. E che protagonisti!
Una classe imprenditoriale, quella italiana, composta in gran parte di straccioni e accattoni. Che hanno pensato che l'internazionalizzazione delle loro imprese si facesse riducendo il costo del lavoro e non innovando i loro prodotti.
La concorrenza la dovevamo fare al Vietnam o alla Malesia. Lo dimostrano, in ultimo, le grida di dolore alle modifiche al contratto di lavoro a tempo determinato. Siamo gli unici a sostenere che in Italia non si assume perchè non si può licenziare. In effetti la precondizione per morire è essere nati. Non nascondiamoci dietro un dito: in questa trappola ci siamo caduti tutti.
Renzi non è figlio del caso o del destino. Renzi è il figlio di ciò che è diventata la sinistra. Una metamorfosi che lui non ha provocato, ne è stato solo il prodotto (sicuramente di qualità ma sempre prodotto). Ora tutti a dire che occorre ricominciare. Ricominciamo, giusto!
Da dove e con chi?
Sarò diventato insofferente ma non riesco a intravedere un futuro con le donne e gli uomini che oggi governano i partiti di centrosinistra.
Nel centenario della prima guerra mondiale mi piace ricordare che dopo la sconfitta di Caporetto, anche su pressione dei governi alleati, si decise di destituire Cadorna e nominare un nuovo comandante, Armando Diaz.
Fu quella la premessa per la vittoria di Vittorio Veneto.
Prendiamo atto che il 4 marzo è stata la Caporetto della sinistra, dei valori della solidarietà e con una nuova classe dirigente lavoriamo per una nuova e duratura Vittorio Veneto.
Nb. Se questo è il percorso, io ci sono.
PS. La riflessione sulle privatizzazioni, a prescindere dal PD va comunque fatta.
Nessuna ambizione giornalistica, solo il desiderio di esprimere le mie riflessioni su alcuni fatti che accadono. Tutto è opinabile però. Sempre
domenica 19 agosto 2018
Genova: le privatizzazioni, le Caporetto della sinistra. Aspettando la rivincita di Vittorio Veneto.
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