venerdì 8 marzo 2013

8 marzo. Mettiamoci la faccia.


Sulla scelta dell’ 8 Marzo come ricorrenza, le opinioni divergono. La tradizione socialista afferma che la scelta fu fatta per richiamare il grande sciopero dell’8 Marzo del 1848,quando le lavoratrici dell’industria dell’abbigliamento di New York proclamarono uno sciopero cui parteciparono trentamila donne: la più gigantesca manifestazione femminile che si fosse mai avuta negli Stati Uniti. Le scioperanti reclamavano il rispetto dei loro diritti politici e sociali: diritto al voto, riduzione dell’orario di lavoro, dalle 12 alle 8 ore, il riposo settimanale, un regolare contratto e una retribuzione rispondenti agli accordi sindacali.
Oggi, tuttavia, si è affermata la versione delle operaie bruciate nel rogo della loro fabbrica. Questa leggenda ha origin i recenti. Il 7 Marzo 1952, il settimanale bolognese La Lotta, scrive che la data della Giornata della Donna vuol ricordare l’incendio scoppiato in una fabbrica tessile di New York l’8 Marzo del 1929, in cui sarebbero morte, chiuse dentro dall’interno per volere del padrone, perché minacciavano di scioperare, 129 giovani operaie per gran parte di origine italiana ed ebraica.
Il tema dell’incendio e delle operaie arse vive nel rogo del loro posto dilavoro venne ripreso con alcune varianti. Nel 1978, il Secolo XIX diGenova riporta l’episodio come avvenuto a Chicago in una filanda. Nel 1980, La Repubblica parla di un incendio a Boston, datato 1898. Nel 1981, Stampa Sera situa l’incendio ai primi del ‘900, in un luogo imprecisato degli Stati Uniti, le operaie vittime sarebbero state 146. Lo stesso anno, L’Avvenire parla di 19 operaie morte. Nel 1982, Noi Donne parla di Boston, l’anno sarebbe il 1908 e le operaie morte 19. Unanuova descrizione della tragedia l’ha fornita di recente il sito della Città di Bari. Secondo questa versione, la festa sarebbe nata dall’incendio, scoppiato il pomeriggio del 25 Marzo 1911, negli ultimi tre piani dell’Asch Building, un edificio di dieci piani a Manhattan. Quando il rogo fu domato si sarebbero contate 146 vittime. New York sarebbe rimasta sconvolta da quella tragedia. Al funerale, 120 mila lavoratori avrebbero accompagnato il funerale fino al cimitero di Evergreen, dove le sfortunate vennero sepolte, e non meno di 400 mila persone assistettero al corteo. Il processo per stabilire le responsabilità dei proprietari della Triangle, iniziato il 4 Dicembre del 1911, si sarebbe concluso appena qualche giorno dopo con una sentenza di assoluzione. Oltre a ciò la proprietà dell’azienda ricevette dalle compagnie di assicurazione un cospicuo risarcimento. Per alcuni, l’incendio risalirebbe, invece, a un 8 Marzo di fine ottocento, in una fabbrica tessile d’Inghilterra. Per un’altra interpretazione, la data sarebbe da ricercare nell’inverno del 1917. Così L’Ordine Nuovo, quotidiano gramsciano di Torino, del 17 Marzo 1921: «Al grido di pace e pane, le operaie di Pietrogrado con la bandiera rossasono scese nelle strade l’8 Marzo [24 Febbraio per il calendario russo] per festeggiare la giornata internazionale del proletariato femminile. Fu questo il grande segnale dellarivoluzione che distrusse l’autocrazia...»
È probabile che tutte queste versioni siano frutto della fantasia. Infatti, sia nel libro della canadese Renée Còté, Verità storica della misteriosa origine dell’8 Marzo, che il quello di Tilde Capomazza e Marisa Ombra, 8 marzo, storie, miti e riti della Giornata Internazionale della Donna, nessun incendio risulta mai accaduto. 
Alla fine, non ha importanza il perchè ma il come viviamo una giornata carica di simbolismo, che vuole riordare che l'umanità è composta da donne e uomini con pari diritti e pari dignità.

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