mercoledì 22 settembre 2021

Se troppa "partecipazione" svilisce la democrazia.



Democrazia, ce lo ripetiamo sempre, è partecipazione. È il consentire a tutti, indipendente della propria condizione economica e sociale, di interessarsi della cosa pubblica. 
Tipico e paradigmatico esempio sono le elezioni amministrative.
Con una raccolta di un centinaio di firme, si possono presentare liste, proporre candidature e sottoporsi al giudizio degli elettori. 
Certo è che non bisognerebbe abusarne. Si svilerebbero i principi fondanti della democrazia stessa
Questo, forse, è quello che sta accadendo nella mia Caltagirone. 
Si voterà il prossimo ottobre e sono già scaduti i termini per la presentazione delle liste che si contenderanno i 24 scranni di consiglieri comunali.
Non è bello scoprire che a "correre" saranno in 384.
Un candidato ogni 94 abitanti..
Se a Roma si fosse mantenuta la stessa proporzione avremmo 29.560 candidati e a Milano ne avremmo 14.856.
E' partecipazione? E' democrazia?.
Ho seri dubbi che sia così.
Tanti candidati (troppi candidati) esprimono, a mio avviso, superficialità ma soprattutto indifferenza per la cosa pubblica. Indifferenza per le sorti di una città come Caltagirone che ha bisogno, dopo anni di mortificazioni, di ritornare a volare alto, come fanno le aquile.
Del resto non è un caso che nel nostro stemma c'è proprio un'aquila.
 

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