La stampa oggi ci informa che la commissione affari istituzionali dell'Ars ha approvato una norma che modifica il sistema elettorale per l'elezione dei sindaci e dei consigli comunali isolani. Se le informazioni sono esatte (spesso i giornalisti non comprendono) non sarà previsto il ballottaggio tra i due candidati sindaci più votati, sempre che nessuno abbia superato il 50% più uno dei voti: vincerà chi prenderà più voti. (per rinfrescare la memoria, con questo sistema ci siamo ritrovati Crocetta presidente della Regione)
L'altra novità è che la coalizione che appoggia il sindaco eletto se supera il 40% conquisterà il 70% dei seggi, con buona pace della proporzionalità) .
A leggere in controluce queste norme non è difficile comprendere che siano costruite con l'intento di sbarrare la strada alla possibile affermazione del Movimento 5 Stelle.
Che in Sicilia si era visto di tutto lo abbiamo sempre detto ma che si arrivasse a modificare il sistema elettorale contro qualcuno non era mai accaduto.
Lo stesso Renzi aveva presentato l'italicum con il premio di maggioranza alla forza politica che avesse superato il 40% subito dopo le elezioni europee, immaginando per il Pd un futuro roseo.
Non contro qualcuno, quindi, ma per il suo partito.
Sappiamo tutti come andrà a finire: il Pd quel 40% lo vedrà con il binocolo e il turno di ballottaggio sarà un vero terno al lotto.
Questa è l'ulteriore dimostrazione che i sistemi elettorali sono neutri: rappresentano le regole del gioco che possono avvantaggiare ora l'uno ora l'altro.
Pensare che le regole avvantaggino solo un competitore è miopia politica quando non stupidità, come nel caso della commissione affari istituzionali dell'Assemblea Regionale Siciliana.
Continuino in questo modo, non vincerebbero nemmeno se facessero valere la metà i voti del Movimento 5 Stelle.